Processo Keu, Legambiente e Una città in comune ammesse come parte civile

Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 18 Ottobre 2024

L'associazione ambientalista: "Si avvia oggi un processo di fondamentale importanza per la nostra regione"

Ha scritto Legambiente Toscana.

Inquinamento ambientale, traffico di rifiuti pericolosi e associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa. Sono questi alcuni dei reati contestati dalla procura di Firenze, che ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone e 6 aziende, coinvolte nell’inchiesta KEU. L’udienza preliminare si è tenuta oggi, 18 ottobre, davanti al giudice Gianluca Mancuso e vede Legambiente tra le parti offese, che è stata accettata come parte civile.

“Si avvia oggi un processo di fondamentale importanza per la nostra regione – dichiara Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – perché ottenere verità e giustizia su uno dei casi più gravi di inquinamento ambientale della nostra storia recente, è un obiettivo statutario di rango prioritario per la nostra associazione. Ci auguriamo, altresì, che si possa procedere nel modo più celere ed efficace possibile alla rimozione degli agenti inquinanti (e quindi alla bonifica) di tutti i siti interessati dall’illecito smaltimento”.
Le indagini, svolte dal Comando regionale Carabinieri Forestale della Toscana insieme al Nucleo Operativo Ecologico di Firenze, hanno condotto a ipotizzare un illecito meccanismo di traffico e smaltimento delle scorie di risulta della concia delle pelli, provenienti dal comprensorio del cuoio di Santa Croce sull’Arno.

Questi residui, detti “KEU”, ossia “ceneri derivanti dall’essiccazione dei fanghi conciari”, non adeguatamente bonificati e quindi assai inquinanti, sarebbero stati utilizzati in grandi appalti pubblici con un concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde. Si tratta di circa 8mila tonnellate (contenenti cromo3) destinate quali inerti nel riempimento di nuove infrastrutture (es. il V lotto della SR 429 Empolese-Valdelsa). Non solo, questi scarti sarebbero stati destinati anche ad altri cantieri o siti come ad esempio nell’aeroporto militare di Pisa (poi bonificato), in un terreno di recupero ambientale a Massarosa, nella zona del Green Park a Pontedera e nella Strada Provinciale 26, nel territorio comunale di Montaione.

Un sistema che, secondo l’accusa, avrebbe visto coinvolti attivamente imprenditori, amministratori locali e politici regionali, insieme a soggetti legati alle cosche Gallace e Grande-Aracri. Nella stessa inchiesta è finita anche la gestione del depuratore di Aquarno, destinatario di finanziamenti pubblici, che sarebbero dovuti servire a ridurne l’impatto ambientale. Una vicenda oscura, emersa nel 2021 grazie alle segnalazioni all’Arma dei Carabinieri da parte di alcuni cittadini e cittadine, che hanno denunciato il sospetto e sistematico sversamento di liquami dal depuratore sotto indagine.

 

Ha scritto Una città in comune.

E’ stata accolta dal Giudice nel corso della udienza di oggi del “processo keu” la nostra richiesta di costituzione di parte civile, attraverso la nostra associazione “Pisa in comune”, per la quale abbiamo incaricato l’avvocata Letizia Bertolucci che ringraziamo per aver deciso di seguire questo caso insieme a noi.

Si tratta di un risultato molto importante e per nulla scontato che ha una grande valenza generale tanto più che siamo l'unica forza politica ad aver intrapreso questa iniziativa. Si riconosce, infatti, anche all’interno di questo procedimento il nostro impegno, la nostra azione continua e costante in questi anni di monitoraggio, ricerca della trasparenza, controllo e soprattutto di difesa dell’interesse del territorio e della comunità rispetto ad uno degli scandali più gravi avvenuti recentemente in Toscana.

“E’ molto importante – evidenzia l’avvocata Letizia Bertolucci - che il Giudice abbia deciso di ammettere la partecipazione a questo processo, attraverso le associazioni, e delle cittadine e dei cittadini. Questo darà modo alla società civile di essere parte attività nell’accertamento della responsabilità rispetto a quanto accaduto”.

Abbiamo cercato di tenere i riflettori sempre accesi su questa inchiesta in questi anni mentre la quasi totalità delle altre forze politiche, a partire dal PD, hanno cercato di farla cadere nel silenzio, in alcuni casi provando a sminuirne la gravità. E oggi questo trova un ulteriore riconoscimento. Dimostriamo così che una lista di opposizione può incidere concretamente nella realtà quando costruisce reti e relazioni, fondate su un lavoro quotidiano e concreto, nominando tutte le responsabilità e avendo il coraggio delle proprie azioni fino in fondo.

L’inquinamento da Keu sembra essere sempre più un pozzo senza fondo su cui occorre fare luce. Infatti sono migliaia e migliaia le tonnellate di rifiuti contaminati che sono stati utilizzati illegalmente in tante aree della Regione e che ancora non sono state smaltite, con tutto quello che questo comporta per la popolazione. Tutto questo mentre da mesi ormai si parla di altri 60 siti coinvolti in tutta la Toscana, oltre i 13 individuati; siti dei quali ad oggi non sappiamo assolutamente niente.

In questo quadro i Comuni sono stati lasciati soli a risolvere un problema generato in definitiva da una governance regionale che continua a non porsi il minimo problema sulla sostenibilità delle filiere industriali del territorio, mentre ad ogni livello si sta procedendo ad allentare vincoli e controlli, aumentando le deroghe e la deregolamentazione a favore degli interessi delle aziende e dei profitti privati, e facilitando così l’economia illegale e la penetrazione delle mafie.

Per questo, oltre la battaglia in sede politica, muovendoci sempre in rete con tante associazioni e movimenti, siamo pronti a seguire e lavorare per il bene collettivo anche nell’aula di tribunale.

 

redazione.cascinanotizie