Profughi a Chiesanova: tutti hanno perso la faccia
La vicenda dei 32 profughi accolti nell’edificio ex Tinaia a Chiesanova-Santo Stefano a Maceratala si può considerare una storia dove praticamente tutti hanno perso la faccia, dove si è persa la misura di un confronto, di uno scambio anche acceso e forte di opinioni.
Hanno sbagliato la Prefettura e la Croce Rossa, demandati a “smistare” i richiedenti asilo nei vari Comuni della Provincia di Pisa che hanno dato il loro assenso all’accoglienza. Non hanno tenuto conto del ruolo dell’istituzione locale, del suo dover rendere conto ad una comunità di cittadini, facendo calare dall’alto una decisione che se pur ufficialmente consentita, presupponeva almeno la delicatezza di informare chi poi si sarebbe dovuto occupare della gestione dei profughi sul territorio.
Ha sbagliato la Cooperativa che dovrà occuparsi dei profughi, che dovrà gestire la loro presenza all’interno dell’ex Tinaia, credendo che “amministrare” queste persone fuggite da guerre, persecuzioni, miseria sia da considerarsi alla stessa stregua di un impresa che produce carta igienica. Un imprenditore che afferma di doversi occupare solo di quello che accade all’interno dell’ex Tinaia e di tutto quello che avviene all’esterno non è di sua competenza. Un imprenditore che considera le persone umane solo come occasione di “business”, di affari, di pura questione economica. Personalmente umanamente vale poco.
Hanno sbagliato gli abitanti della località lasciandosi strumentalizzare politicamente in una campagna elettorale appena iniziata e che si preannuncia alquanto infuocata. Avevano molte ragioni dalla loro parte: una piccola comunità che si vede arrivare ben 32 profughi sul territorio, il non essere stati preventivamente e sufficientemente informati, il sapere a cose fatte che uno stabile non sarebbe stato usato non per matrimoni o altre cerimonie ma per accogliere persone in cerca di una speranza, senza sapere se questo stabile abbia tutte le carte in regola per accoglierle.
Hanno sbagliato alcune forze politiche ad usare questa vicenda come leva politica per attaccare l’avversario, poco interessati sia ai residenti o alle storie che portano quei rifugiati, ma solo a cercare uno squallido consenso elettorale.
Hanno sbagliato il Sindaco di Cascina e il suo staff a non informare gli abitanti di Chiesanova di questo arrivo quando già era stata fatta la comunicazione anche se non sapevano con quale tempistica. Già in altre vicende cascinesi si è notato questo tentennamento. L’Amministrazione Comunale di Cascina sapeva che sarebbero arrivato altri trenta profughi sul territorio e dove, a Chiesanova, subito dovevano essere fatte riunioni con i cittadini per poter così gestire al meglio la vicenda.
In tutto questo perdiamo tutti, dimostrando, ancora una volta, che da noi, in Italia, non siamo in grado di accogliere nel vero senso della parola, non siamo in grado di gestire lo 0,3% ( o percentuale simile se sbaglio) di arrivi di richiedenti asilo su una popolazione di 45.000 abitanti, non siamo in grado di discutere senza alzare i toni della polemica e senza avere preconcetti, uno Stato che in pratica sembra non riconoscere i diritti dei propri cittadini che si trincera dietro logiche burocratico amministrative dicendo “la legge me lo consente”.
Come dice un nostro redattore sarebbe ormai il caso che qualche Stato della “Vecchia Europa” venisse in Italia a colonizzarci.