Proroga concessioni balneari del Governo Meloni: "nessun vantaggio per turismo"
Giani e Marras: “Toppa peggio del buco”
“Anziché attuare, nei sei mesi concessi dalla legge Draghi, la disciplina che avrebbe consentito di avere risposte su tanti dettagli e sul diritto a concorrere per gestire le spiagge con la giusta difesa del valore costruito dai concessionari uscenti, si è preferito stare in silenzio per due anni nel tentativo di mantenere una promessa da marinai fatta in campagna elettorale. Non si poteva lasciare un settore così importante del turismo italiano alla deriva e allora, alla fine, si è deciso di agire: ma lo si è fatto nel peggiore dei modi e, come si dice, la toppa è peggio del buco”.
E’ severa la valutazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’assessore a turismo e attività produttive Leonardo Marras sulla proroga delle concessioni balneari annunciata dal governo nazionale.
“Ci sono vuoti nella normativa - proseguono presidente e assessore - che daranno origine a contenziosi lunghissimi ed ogni scelta importante viene, di fatto, scaricata sui Comuni, con il rischio, più che concreto, di un risultato che potrebbe variare da Comune a Comune creando una realtà caotica e non uniforme. Questa è una proroga ad orologeria che consente soltanto di raggiungere due obiettivi: arrivare indenni alla scadenza della legislatura dell’attuale Parlamento e di far accogliere il ministro Fitto a Bruxelles senza altri imbarazzi”.
“Non ci sarà alcun vantaggio per le città e per le comunità costiere – precisa ancora l’assessore Marras, - nessuna certezza di investimento e miglioramento della qualità dei servizi sulla costa, nessun vantaggio per il turismo balneare. La fretta, dopo l’inerzia, ha prodotto un pasticcio e ha anche messo, anche se solo in parte, fuorigioco l’iniziativa della Regione Toscana. Noi non ci fermeremo e, seppur dovendosi adeguare alla nuova normativa, continueremo il lavoro iniziato per offrire ai Comuni e alle imprese toscane un quadro uniforme di riferimento”.
Ha scritto Confcommercio Pisa.
Riforma delle Concessioni, balneari delusi. Sib Confcommercio Pisa: “Il Decreto non basta”
“Le premesse erano ben diverse, le aspettative che nutrivamo sono state disattese con la decisione di mettere a gara le concessioni balneari. Studieremo con attenzione il nuovo provvedimento legislativo per valutare le azioni più opportune a tutela della nostra categoria”. Sono parole piene di delusione quelle del presidente del Sindacato Italiano Balneari Confcommercio Pisa Fabrizio Fontani sulla riforma delle concessioni balneari contenute nel Decreto Legge che ha avuto ieri il via libera del Consiglio dei Ministri”.
“Prevedere la fine delle procedure di gara al 2027 non basta: la nostra speranza era quella dell'esclusione del settore dall'applicazione della Direttiva Bolkestein. Viviamo da anni nel limbo, costretti a portare avanti le nostre attività nella totale incertezza, senza poter programmare gli investimenti che servono ad aumentare il livello dell’offerta turistica balneare” - spiega Fontani - “Non vediamo adeguate garanzie in questa riformam anzi per chi si aggiudicherà le prossime gare sarà anche peggio, perché si troverà ad affrontare progetti di sviluppo con orizzonti temporali anche solo di 5 anni, che nel nostro settore sono praticamente nulla”.
“Non è stato tenuto minimamente conto degli investimenti fatti negli anni e del valore commerciale delle nostre aziende, per non parlare del lavoro di mappatura delle aree in concessione che è rimasto chiuso nel cassetto di chissà quale ufficio, quando invece il principio di scarsità delle risorse naturali era un aspetto fondamentale per scongiurare l'applicazione della Bolkestein alle concessioni esistenti”
“Ci aspettavamo senz'altro qualcosa di più dal Governo sull'annosa questione degli indennizzi” afferma il direttore generale Confcommercio Provincia di Pisa, nonché segretario nazionale Sib, Federico Pieragnoli “invece è stato inserito in manovra solo l'indennizzo sul valore residuo dei beni ammortizzabili, assolutamente insoddisfacente se consideriamo che la categoria non fa investimenti da ormai 12 anni, dovendo convivere con la spada di Damocle della Bolkestein”.
“Il decreto aggiunge qualche anno di proroga prima della messa a gara, ma si può sicuramente migliorare, è una partita ancora aperta. Sicuramente sarebbe servito un confronto più stretto con le associazioni di categoria e con gli enti locali, cui competono le funzioni amministrative in materia. L'auspicio è che, a partire dal decreto, si possa adesso lavorare in modo serio e obiettivo per un riordino organico della normativa. Questa deve contemplare la salvaguardia delle imprese turistiche esistenti, frutto del lavoro e dell'impegno di intere famiglie che hanno creato un modello di balneazione attrezzata riconosciuto nel mondo per la sua qualità ed efficienza" conclude Pieragnoli.