Punto Radio Sporting Club, con Samuele Birindelli

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Giovedì, 22 Aprile 2021

Pisano Doc: dagli esordi con Gattuso, alla consacrazione in nerazzurro

Di Gabriele Bianchi
da il pisasiamonoi.it

Nonostante il rinvio del match di campionato fra Frosinone e Pisa è andata comunque in onda Punto Radio Sporting Club, la trasmissione che dà voce ai tifosi neroazzurri grazie al numero magico di Whatsapp 050/710071. Questa settimana è toccato al difensore del Pisa SC Samuele Birindelli rispondere alle nostre e vostre domande.

Riportiamo di seguito gli estratti salienti delle sue dichiarazioni

La gara contro il Cosenza era importante per noi, come lo sono del resto tutte le partite che giochiamo. Possiamo dire che era uno scontro diretto in un momento nel quale non stavamo brillando, per fortuna l’abbiamo interpretata bene, non abbiamo mai sofferto ed abbiamo sfruttato bene le occasioni create. È stato un match simile a quello giocato ad Ascoli un paio di mesi fa, siamo riusciti a non subire mai le iniziative dell’avversario ed a tenere sempre il pallino del gioco in mano. Se sentivamo mister D’Angelo che urlava dalla tribuna ? No guarda, quando giochi a certe cose non ci fai poi tanto caso … e poi le partite si preparano durante la settimana, cambia davvero poco se in panchina c’è mister D’Angelo o mister Taddei, è il lavoro settimanale che fa la differenza.

Penso di essermi meritato con il tempo tutto quello che ho vissuto in maglia neroazzurra. Poi è chiaro che le condizioni della società in quel mio primo anno in prima squadra hanno agevolato per certi versi il mio esordio, diciamo che furono quasi costretti a buttar dentro qualche giocatore proveniente dal settore giovanile, adesso in questo contesto di tranquillità sportiva sarebbe molto più complicato vivere un’esperienza simile. Poi oltre il merito personale ci vuole anche la fortuna e trovare le persone giuste sul tuo cammino, nel mio caso mister Gattuso ebbe le spalle larghe e mi dimostrò grande fiducia. Adesso c’è una società seria e penso che si debba investire nel settore giovanile per avere giocatori pronti ad unirsi alla prima squadra.

Diciamo che sono molto cambiato da quell’esordio nel match contro lo Spezia … si matura, a livello tecnico ed a livello fisico, e poi anno dopo anno ogni mister ti lascia qualcosa perché ogni allenatore ti educa in maniera diversa. Per fortuna i tempi dei crampi al sessantesimo minuto sono passati. Era una cosa che mi limitava a livello fisico ed a livello mentale, volevo fare di più per la squadra ed invece dovevo limitarmi. La partita che ricordo con maggiore piacere? Quella di Trieste, senza dubbio, e non soltanto perché abbiamo vinto ma per tutto il contesto che si era venuto a creare: il giorno perfetto. Un avversario che mi ha fatto impazzire ? Diciamo che ancora non mi sono sognato nessuno di notte.

Con mister D’Angelo ho un ottimo rapporto, mi ha plasmato in modo duttile facendomi girare un po’ tutti i ruoli della difesa, possiamo dire che ha creato un jolly che riesce a ricoprire più posizioni sul terreno di gioco. Indossare la maglia della Nazionale è un’emozione unica, farlo poi all’Arena Garibaldi è stata la ciliegina sulla torta. Peccato è stato per così poco, vuol dire che lavorerò ancora di più per vestirla di nuovo ed in maniera continuativa.

Da pisano ai miei compagni che vengono da fuori cerco sempre di far capire quella che è la nostra piazza e la nostra città, ma non c’è bisogno poi di molte spiegazioni perché tutti sono già consapevoli della realtà nella quale sono capitati. Giocare senza pubblico è brutto, senza tifo per un giocatore non è la stessa partita di calcio, spesso da bambino sogni di giocare per una squadra che ha un certo tipo di pubblico. Abituarsi a questo contesto? Ce ne renderemo conto quando i tifosi torneranno allo stadio, magari torneremo ad avere quell’adrenalina che distingue un match di campionato da una gara amichevole.

Come figlio d’arte non mi è mai pesato il fatto di avere un padre che ha giocato a calcio ad alti livelli, solo quando ero piccolo mi dispiaceva il fatto che spesso venivo considerato un raccomandato. Babbo è stato bravissimo a farmi andare avanti con le mie gambe, certo, mi dà dei consigli quando ci confrontiamo ma ha lasciato sempre che facessi il mio percorso. La Superlega? Ne avrei fatto a meno, già il calcio negli ultimi anni è andato troppo dietro ai soldi, adesso potrebbe essere pure peggio. Si perde molto del romanticismo con il quale guardi il calcio quando sei bambino, e poi uno spettacolo come può essere un match fra Bayern e PSG è bello se lo vedi una volta ogni tre, quattro anni e non due o tre volte a stagione, poi diventa un’abitudine. Meglio fare la serie A con il Pisa che la Superlega con la Juventus, a livello di soddisfazione personale non ci sarebbe paragone.

Ringrazio i tifosi pisani che mi hanno sempre sostenuto, in questa piazza non è mai semplice essere profeta in patria. Spesso gli episodi nel corso di questo campionato non hanno girato a nostro favore, l’ultima lunga pausa ci ha un poco sconnesso e ci ha fatto sembrare essere meno compatti sul terreno di gioco, e poi fisicamente forse non siamo proprio al top in quest’ultimo periodo. Però siamo stati bravi ad uscirne anche attraverso le prestazioni, dimostrando che siamo un gruppo vero ; adesso c’è da blindare la categoria e poi vedere se ci sono gli estremi per raggiungere l’obbiettivo massimo dei play off. Tradotto: proviamo magari a vincerle tutte e poi vediamo dove siamo arrivati.

da il pisasiamonoi.it

redazione.cascinanotizie