Quattro anni fa l'incendio che bruciò il Monte Pisano. Ghimenti: "Una ferita ancora aperta"

Cronaca
Calci
Sabato, 24 Settembre 2022

Dal 2018 un enorme lavoro di ripristino e messa in sicurezza. "Colgo l'occasione per ringraziare chi ha dato una mano: Regione Toscana e volontari su tutti"

Il 24 settembre di quattro anni fa, intono alle 22.30 (era un lunedì ndr), un grande incendio colpì i monti sopra al centro abitato di Calci. In poche ore, poi, le fiamme avvilupparono enormi porzioni del Monte Pisano, fino a raggiungere anche Vicopisano e Buti.

Una tragedia immane, che alla fine provocò la distruzione di 1.148 ettari di bosco e olivete, che coinvolse quattro comuni (conseguenze pesantissime per Calci - 832 ettari - e per Vicopisano - 298 -; marginale il danno per Buti - 18 ettari - e solo qualche focolaio secondario, isolato, per Cascina) e che mobilitò nell'immediato quasi cinquecento squadre operative antiincendio boschivo della Regione Toscana, coordinate da 23 direttori delle operazioni. Per totale di spesa iniziale di 1,5 milioni di euro, poi saliti a 15 milioni di fondi richiesti.

"Il fuoco - riportava una nota di Regione Toscana dell'11 ottobre 2018 - originatosi intorno alle 22 nei pressi della località Le Porte, all'interno di una densa fustaia di pino marittimo, si è propagato a causa del forte vento di grecale percorrendo boschi di pino marittimo, ma anche di castagno, lecci, ontani e salici, colpendo quindi duramente un'area ad alto valore paesaggistico e ambientale e avvicinandosi pericolosamente anche alle abitazioni. Le case inghiottite dal rogo e demolite sono quattro. Altre tre sono inagibili, cinque hanno subito danni parziali. Tra tutte, tre erano prime case. Sono dodici immobili, per tre milioni e centomila euro di danni complessivamente stimati. A 228 mila euro, strada provinciale a parte, ammontano invece i costi stimati per riparare la condotta idrica di Montemagno, i Ronchi e Tre Pini, la linea elettrica e telefonica, la strada di Ronchi e Pratereto ed alcuni box ed apparati di radiocomunicazione sul Monte Cimone".

 


Questa mattina abbiamo ascoltato le parole di Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, in prima linea sia durante le operazioni di spegnimento e bonifica dell'incendio, sia successivamente, in fase di raccolta dei fondi necessari al ripristino e messa in sicurezza delle aree colpite così duramente.

"Quello che resta indelebile è il ricordo - spiega Ghimenti - un bruttissimo ricordo, impossibile da dimenticare. Una situazione di vera emergenza, mai stata affrontata per dimensioni prima di quei giorni".

L'incendio del 2018 è una ferita ancora aperta.

"Sì - continua - è proprio così. Fa ancora male per ciò che si è lasciato dietro: sofferenza, paura e un territorio meno sicuro".

Tante le operazioni di bonifica messe in atto successivamente.

"A questo - dice Ghimenti - abbiamo dedicato anni del nostro lavoro di amministratori. Tempo speso anche alla ricerca dei fondi necessari. Non siamo stati lasciati soli e va ricordato il grandissimo impegno di Regione Toscana, che indubbiamente ha fatto davvero tantissimo".

A quattro anni dall'incendio qual è la situazione attuale?

"Dal rischio estremo in cui versavano i nostri territori - racconta Massimiliano Ghimenti - oggi siamo tornati ad un rischio assimilabile a quello precedente il rogo".

"Colgo l'occasione - conclude - per ringraziare chi ha dato una mano: Regione Toscana e volontari su tutti. Ricordo ancora l'impegno diretto delle persone, arrivate a Calci spontaneamente per sostenerci".

carlo.palotti