Quelle differenze, neanche troppo sottili, fra il rossocrociato e il Leone alato
Una vicenda destinata a sgonfiarsi, nessuna multa in partenza, solo una indagine per capire se c'erano in curva simboli non autorizzati
Il Nord-est d’Italia ha un problema con la nostra città, soprattutto in ambito calcistico. Dopo le sparate fuori luogo del vicesindaco di Trieste all’indomani della gara di andata della finale dei playoff fra Pisa e Triestina, oggi è un consigliere comunale, stessa parte politica dell’amministratore giuliano che se la prende addirittura con la bandiera rossocrociata scomodando addirittura un intervento del Questore di Padova che minaccia multe a destra e a manca.
Il tema è fin troppo dibattuto in questi giorni ed ha scalzato dalle cronache le gesta di Moscardelli e compagni, insomma in un paese che vive di pallone, le 12 palle bianche in campo rosso della croce pisana hanno avuto la meglio su tutto. Si parla di multe, ma il Questore Paolo Fassari al riguardo non ci ha rilasciato dichiarazioni. Tramite l’ufficio comunicazione della Questura però ha precisato che: «Se è stato esposto un simbolo non autorizzato, si identificherà gli autori che saranno multati, al momento niente di tutto questo».
Un “se” condizionale che ci racconta una storia diversa da quella che sta montando, perché di simboli non autorizzati nel settore ospiti dello stadio Tombolato non se ne sono visti. La Croce Pisana è autorizzata, anzi autorizzatissima, in primis dalla storia che ne fa un simbolo della città assolutamente intonso dalle ideologie politiche, è l’unico simbolo che unisce destra e sinistra senza alcuna distinzione, la croce pisana è la quinta essenza dell’articolo 1 della costituzione, se vogliamo esagerare nei paragoni, a Pisa di fronte alla nostra bandiera, tutti siamo uguali e nessuno si è mai neanche sognato di accaparrarsi il diritto di sentirsela addosso più di altri. Se il consigliere della Lega Fabrizio Boron prendesse in mano un libro di storia, anche in edizione Bignami andrebbe bene, non impiegherebbe molto a capirlo. Non esiste e non è mai esistito che il vessillo rossocrociato si stato erto a simbolo di questa o quella rivendicazione politica e quando Boron (che forse meriterebbe una S davanti al suo cognome) mette sullo stesso piano la nostra bandiera con quella della serenissima dovrebbe ricordare che il Leone di San Marco, tanto per citare l'esempio più eclatante, venne addirittura usato in occasione di tentativo maldrestro, quanto goffo di “colpo distato” in Piazza San Marco. Era il 1997 ed i “serenissimi” armati occuparono la piazza più celebre di Venezia proprio con quei vessilli di cui hanno fatto un simbolo politico per l’indipendenza della loro regione.
Dopo la storia, quella vera, se non bastasse, facciamo parlare la storia calcistica. La croce pisana in campo rosso è sempre stata presente nei loghi del Pisa Sporting Club, Pisa calcio, Ac Pisa 1909, tanto per ricordare tutte le società che hanno fatto la storia del calcio pisano, società che a più riprese hanno indossato una divisa rossocrociata come seconda maglia da gioco, e che indossano lo “scudetto" cittadino su tutte le divise. Ecco, caro consigliere Boron, se proprio non ha voglia di studiare la storia, sfogli almeno un almanacco del calcio, così la prossima volta evita brutte figure.
nella foto: Pisa-Venezia, playoff 2006/2007