Rabbia e sgomento. È stato il vostro "bravo ragazzo": Pisa in strada per dire no alla violenza sulle donne
Manifestazione promossa da Non Una di Meno al grido di "Se domani non torno brucia tutto"
L'omicidio di Giulia Cecchettin è solo l'ultimo di una serie che sembra infinita.
La mano che l'ha colpita, è stata quella di un uomo che la conosceva bene e che tempo prima, aveva trascorso un pezzo di vita al suo fianco.
Un copione già visto, una storia che la manifestazione di lunedì 20 novembre a Pisa, ha voluto raccontare nuovamente, partendo da premesse diverse, differenti rispetto alle cronache dei giornali.
Per i/le manifestanti, infatti, l'uomo che ha sequestrato e ucciso con premeditazione Giulia Cecchettin, non era un "bravo ragazzo" che ha perso la testa per gelosia. Non era un "mostro", ma più semplicemente, era il "figlio sano del patriarcato".
La normalità fatta persona, il normale prodotto della società in cui è nato e creciuto.
La manifestazione promossa da Non Una di Meno Pisa voleva rappresentare il punto di vista delle donne abusate quotidianamente da una società che le rigetta in quanto tali, poiché donne.
Allo stesso modo, il movimento alla base della manifestazione di ieri a Pisa, ha detto anche molto di più.
È terminato, infatti, il tempo della sola paura o dell'acquisizione dei fatti. La rabbia è tanta e quello attuale è il tempo dell'azione.
Uno degli sloogan era "Se domani non torno brucia tutto".
Sabato 25 novembre, a Roma, è quindi promossa una grande manifestazione nazionale.
Questo l'appello a partecipare di Non Una di Meno Pisa.
"La giornata contro la violenza maschile sulle donne e di genere riguarda tutti, nessuno escluso".
Riporta la nota di Non Una di Meno Pisa.
Non riusciamo a esprimere a parole la potenza che ci ha regalato questa passeggiata.
Eravamo migliaia di persone e abbiamo invaso le strade di Pisa, bloccato il traffico, sfilato dappertutto con le nostre frasi urlate a squarciagola.
Quel vostro bravo ragazzo ha ucciso Giulia. Quei vostri bravi ragazzi ci uccidono ogni giorno, dappertutto. E noi non smetteremo di urlare che chi uccide una donna quando lei decide di lasciarlo e di scegliere per la propria vita non è malato, non è un mostro, ma è figlio sano del patriarcato.
Non vogliamo più sentire queste storie già scritte di atroci violenze su di noi e sulle nostre vite. Se è successo a Giulia e non a noi non è perché siamo state brave, non è perché Giulia ha sbagliato. Se non è successo a noi è solo perché abbiamo avuto fortuna.
Sono 105 le donne e soggettività lgbtqia+ ammazzate per mano di uomini violenti e noi siamo furiosə, siamo accecate dalla rabbia e il 25 novembre invaderemo le strade di Roma con la nostra marea transfemminista. La giornata contro la violenza maschile sulle donne e di genere riguarda tutti, nessuno escluso.
Vi aspettiamo in migliaia e migliaia a Roma.
TRANSFEMMINISTƎ INGOVERNABILI CONTRO LA VIOLENZA PATRIARCALE_25N CORTEI NAZIONALI ROMA E MESSINA
Se domani sono io, se domani non torno, Sorelle bruciate tutto.
Foto da Facebook