Rapporto sulla povertà a Pisa nel 2018 della Caritas

Cronaca
PISA e Provincia
Lunedì, 30 Dicembre 2020

Puntuale, come ogni anno, viene pubblicato il rapporto sulla povertà redatto da Caritas diocesana di Pisa. 1.565 le persone che si sono rivolte nel 2018 ai Centri Caritas. Un documento importante che vogliamo pubblicare per intero.

SI RIDUCE LA FORBICE FRA ITALIANI E STRANIERI
Nel 2018 i Centri d’Ascolto della Caritas diocesana di Pisa hanno incontrato 1.567 persone, un numero sostanzialmente identico a quello del 2017 (1.565) e costante da quattro anni. Continua a ridursi, invece, la forbice fra italiani, una tendenza in corso ormai da oltre un decennio e che nel 2018 ha visto crescere la quota degli italiani, passati dal 35,8 al 38,5%, e contrarsi quella degli immigrati: dal 64,2 al 61,5% in dodici mesi.
Ciascuna delle persone incontrate, in media, si è rivolta alla Caritas cinque volte per un totale di 8.248 contatti. 
 
IMMIGRATI, IL 62,3% E’ IN ITALIA DA ALMENO NOVE ANNI
Altroché nuovi arrivi. Il 62,3% dei 964 stranieri incontrati dalla Caritas nel 2018 vivono in Italia da oltre nove anni mentre coloro che sono arrivati negli ultimi dodici mesi sono appena il 6,9%.
Complessivamente la comunità che nel 2018 si è rivolta più assiduamente ai Cd’A è quella marocchina (12,9%), seguita da rumeni (8,8%), albanesi (8,6%), filippini (8,1%) e georgiani (6,7%). Per la prima volta negli ultimi cinque anni, invece, non ci sono i macedoni nelle prime cinque comunità più numerose, probabile effetto degli interventi volti alla chiusura degli insediamenti non autorizzati presenti in particolare sul territorio del Comune di Pisa e abitati in misura considerevole da cittadini di originari della Macedonia.
 
POVERTA’ CRONICA, IL 30,9% E’ CONOSCIUTO DA ALMENO SEI ANNI
La povertà cronica, ossia quella riferita a coloro che frequentano i centri Caritas da almeno sei anni, riguarda 485 persone, il 30,9% del totale, un dato in crescita costante da quattro anni (erano 306 nel 2014) e che nel 2018 è di poco inferiore a quello dei c.d. “nuovi poveri”, ossia le persone che si sono rivolte per la prima volta ad un Cd’A negli ultimi dodici mesi: 509 persone (35,8%). 
 
IL “REBUS LAVORO”: IL 60% NON CE L’HA. 
IL 25%, INVECE, HA UN REDDITO MA HA COMUNQUE BISOGNO DELLA CARITAS

Sei persone su dieci fra coloro che nel 2018 si sono rivolti alla Caritas è senza lavoro. E’ la mancanza di un’occupazione uno dei problemi più diffusi e acuti fra i “poveri pisani”. Ma cresce anche la quota di coloro che, pur avendo un reddito, necessitano comunque dell’aiuto della Caritas, una condizione che riguarda circa un quarto (25,2%) delle persone incontrate e che mette in discussione anche la qualità del lavoro che c’è: fra questi il 17,8%, infatti, è occupato regolarmente mentre il 3,1% ha dichiarato di lavorare “al nero” e i pensionati sono il 4,3%.
Nell’uno e nell’altro caso, si tratta prevalentemente di persone con un basso livello d’istruzione (50,5% pari o inferiore alla licenza media) anche se è elevata pure la quota di coloro che hanno un titolo pari o superiore al diploma (43%), fenomeno che interessa in modo particolare gli stranieri per i quali permane il problema del riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero.
 
EMERGENZA MINORI, NELLE FAMIGLIE SEGUITE DALLA CARITAS 822 “UNDER 18”
Il 40% delle persone incontrate è coniugato e ha dichiarato di avere almeno un figlio. Anche a Pisa la povertà ha una forte connotazione familiare che finisce per ripercuotersi anche sui più piccoli: nei nuclei familiari seguiti dalla Caritas, infatti, vivono ben 822 figli minorenni. L’altra faccia della medaglia è costituita dalla solitudine e dalla fragilità relazionale. Il 19,5% delle persone incontrate, infatti, è divorziato o separato e il 5,8% vedovo. Circa un quarto (23,5%), invece, ha dichiarato di vivere “da solo”.
 
QUANDO LA CASA NON BASTA. IL 54,8% HA UN’ABITAZIONE STABILE
Lavoro e casa sempre più spesso non sono un argine sufficiente per scivolare verso condizioni di povertà: il 54,8% delle persone incontrate, infatti, ha un’abitazione stabile (il 61,3% dei quali in affitto). La quota di coloro che, invece, vivono in una condizione di marginalità abitativa è del 18% ed è in leggera flessione rispetto allo scorso anno, anche come probabile effetto degli interventi volti alla chiusura degli insediamenti abitativi non autorizzati presenti sul territorio del Comune di Pisa.
 
I BISOGNI: LE PROBLEMATICHE FAMILIARI SUPERANO QUELLE ABITATIVE
Povertà economica soprattutto, ma anche lavoro e difficoltà di tipo familiare che, per la prima volta, segnano un’incidenza superiore al disagio abitativo. Sono queste le principali problematiche emerse nel corso dei colloqui ai centri d’ascolto fra loro, peraltro, fortemente intrecciate se è vero che, ad esempio, un terzo (33,7%) delle problematiche di tipo familiare riguarda la condizione di disoccupazione di un congiunto.
 
Il primo semestre 2019
 
944 PERSONE AI CENTRI CARITAS NEI PRIMI SEI MESI DELL’ANNO. 
LA CRESCITA DELLA COMPONENTE ITALIANA

Nei primi sei mesi del 2019 la Caritas diocesana di Pisa ha incontrato 944 persone, pari al 60,2% di tutte le persone che vi si sono rivolte nel 2018. “A dispetto delle apparenze – spiegano i ricercatori – il fatto che nel primo semestre abbia bussato alle porte dei centri d’ascolto della diocesi un numero di utenti superiore alla metà di coloro che vi si sono rivolti nei dodici mesi precedenti, non implica assolutamente una tendenza all’incremento a fine anno: luglio e agosto, infatti, sono mesi di minori aperture e afflusso ai Cd’A e, dunque, da sempre i secondi semestri sono contraddistinti da un numero più basso di persone incontrate”.
L’incidenza del primo semestre 2019 sul totale del 2018, infatti, è leggermente più bassa rispetto a quella dei due anni precedenti (70,6% nel 2018 e 66,55 nel 2017). Continua a crescere, invece, la quota d’italiani che bussano alle porte della Caritas, una tendenza in atto ormai da più di un decennio e che è proseguita anche nei primi sei mesi dell’anno: quest’ultimi, infatti, sono passati dal 38,5 al 40,1% mentre i primi sono scesi dal 61,5 al 59,9%.
 
ALTA MARGINALITA’ IL 22,9% DELLE PERSONE INCONTRATE E’ SENZA DIMORA
Oltre un quinto delle persone incontrate nei primi sei mesi del 2019 è senza dimora (22,9% pari a 194 utenti). Si tratta prevalentemente di uomini (64,1%), stranieri (62,4%) e senza lavoro (81,5%), caratteristiche si allineano alle tendenze nazionali emerse nell’ultima indagine Istat (2014) sulla popolazione senza dimora. La principale differenza, invece, riguarda la componente femminile: il 35,9% delle persone senza casa e senza tetto incontrate nei primi sei mesi dell’anno è donna, un’incidenza nettamente superiore alla media nazionale (14,3%).
 
SENZA DIMORA A PISA: SONO IL 3,3 PER MILLE
L’incidenza dei senza dimora sul totale della popolazione residente a Pisa è del 3,3 per mille, un dato più alto della media nazionale (2,4 per mille) descritto nell’ultima indagine Istat. “L’incidenza è calcolata rapportando la stima delle persone senza dimora stabilmente presenti in città fornita da Progetto Homeless a fine 2017 (273 persone) con i residenti – spiegano i ricercatori – e, dunque, il confronto con il dato nazionale è solo meramente indicativo in quanto sono diverse modalità di rilevazione e periodo di riferimento. Resta, comunque, il fatto che il fenomeno nel territorio pisano ha un impatto abbastanza significativo”.
 
Povertà e immigrazione a Pisa
 

INDICE DI POVERTA’ CARITAS: 
NEL CPT 5 E’ AL 12,12 PER MILLE, IL PIU’ ALTO DELLA CITTA’

E’ il territorio del Ctp 5, quella vasta e densamente popolata porzione di città che va da Pratale a Cisanello passando da Porta a Piagge, la zona di Pisa in cui è maggiormente diffusa la povertà, almeno con riferimento alle persone che, nel 2018, hanno avuto bisogno di rivolgersi alla Caritas di Pisa. Negli ultimi dodici mesi, infatti, hanno bussato a un centro d’ascolto il 12,12 per mille dei residenti, l’incidenza più elevata di tutto il territorio cittadino e pari a circa il doppio di quella del Ctp 6, il “meno povero” della città, corrispondente all’area di Porta a Lucca e dintorni (6,25 per mille).
 
IL NODO PERIFERIE: DAL CEP A CISANELLO PASSANDO PER OSPEDALETTO. 
IL “FERRO DI CAVALLO” DELLA POVERTA’ PISANA

Più in generale, comunque, il c.d. “Indice di Povertà Caritas” conferma come anche a Pisa i processi d’impoverimento tendano a concentrarsi in periferia: le altre due ex Circoscrizioni con un’incidenza superiore alla media comunale (9,9 per mille), infatti, sono il Ctp 3, coincidente con i quartieri di Putignano, Riglione, Oratoio, Coltano, Ospedaletto e Sant’Ermete, in cui l’incidenza è calata dal 16,53 all’11,01 per mille in conseguenza degli interventi portati avanti per il superamento degli insediamenti non autorizzati. E il Ctp 2 (10,02 per mille), che va da Porta a Mare fino a San Piero a Grado, includendo il Cep ed estendosi sino a Barbaricina e San Rossore.
 
IMMIGRAZIONE: NEL CTP 4 UN RESIDENTE SU CINQUE E’ STRANIERO
A Pisa è straniera il 14,1% della popolazione residente, un valore significativamente superiore alla media provinciale (10,1%). La media comunale, però, è significativamente condizionata al rialzo dal Ctp 4, quello che ingloba anche l’area della Stazione, in cui è straniero circa un residente su cinque (20,7%) dato che tutte le altre zone della città realizzano un tasso pari o inferiore alla media comunale.
 
A PORTA FIORENTINA, LA CELLA E OSPEDALETTO 
POPOLAZIONE STRANIERA SOPRA IL 25%

In città vi sono dieci quartieri in cui risiede circa il 60% dei migranti: il più popolato è Cisanello (11,8%), seguito da San Giusto (7,9), Sant’Antonio (6,3), Porta a Lucca (6,0) e Porta Fiorentina (5,5). Quest’ultimo è anche il quartiere è in cui l’incidenza è più alta l’incidenza: qui, infatti, gli stranieri arrivano addirittura al 30,5% scendendo di poco nella vicina La Cella (26,4%) e a Ospedaletto (26,6). La presenza straniera è superiore al 20% anche a Coltano (22,2), Gagno (21,5) e Sant’Antonio (21,1).
 
I servizi
 
ALLE MENSE DISTRIBUITI QUASI 32MILA PASTI IN UN ANNO
Nel 2018 le mense Caritas (Cottolengo e San Francesco, la serale di Santo Stefano Extramoenia e l’estiva di Mezzana) ha preparato 31.986 pasti (4.045 dei quali cestini distribuiti nei mesi estivi) di cui hanno beneficiato 455 persone diverse. I “pacchi spesa” confezionati dal “Servizio Amico” di Santa Croce in Fossabanda, invece, sono stati 1.797 e sono andati a 285 persone. Nel 2018 sono stati distribuiti 2.338 buoni per il servizio doccia della Centro d’Ascolto Diocesano di via delle Sette Volte. Le persone che ne hanno ricevuto almeno uno, invece, sono state 194, dieci in più rispetto al 2017. 
 
MICROCREDITO, EROGATI PRESTITI PER 524MILA EURO. SOSTENUTE ATTIVITA’ LAVORATIVE, PERCORSI DI AUTONOMIA E RIDUZIONE DELL’INDEBITAMENTO
Il “Prestito della Speranza 3.0”, l’iniziativa nata dall’accordo tra Conferenza Episcopale Italiana e le banche Intesa San Paolo e Banca Prossima è sospeso dal 10 luglio 2018 e il “Prestito Sociale” della Regione Toscana sarà chiuso a fine anno. In pratica dei tre percorsi cui finora almeno la diocesi di Pisa poteva attingere ne rimane operativo uno solo, ossia la convenzione fra l’Arcidiocesi di Pisa e la Banca Popolare di Lajatico. Complessivamente, comunque, in quattro anni la Caritas di Pisa ha erogato prestiti per 524.564 euro. La parte del leone l’ha fatta il Prestito Sociale da cui proviene il 71,0% delle somme erogate e ben l’85,5% dei beneficiari.
Ma che cosa è stato finanziato con queste somme? Nel 2018 il 17,3% dei 71mila euro erogati ha finanziato interventi di sostegno alle attività lavorative mentre il 17,0% è stato utilizzato per aiutare i richiedenti a coprire debiti contratti con finanziarie o istituti di credito (a causa di scoperti sul conto corrente). In generale il 58,9% dei finanziamenti ha riguardato interventi a supporto della vita familiare e lavorativa (sostegno all’affitto, indebitamenti, tributi e assicurazioni) e il 41,1% interventi maggiormente volti a stimolare l’autonomia (sostegno ad attività lavorative, acquisto di mezzi di trasporto e copertura delle spese di autorecupero di alloggi Erp).
 
PRESTITO SOCIALE, EROGATI PRESTITI PER 372,499 EURO, 
IL 68,5% IN PIU’ DI QUANTO RICEVUTO DALLA REGIONE

In particolare attraverso il “Prestito Sociale” la Caritas diocesana di Pisa ha erogato prestiti per 372.499 a famiglie in difficoltà, il 68,5% in più rispetto al finanziamento di 255mila euro ricevuto dalla Regione Toscana nel 2014 grazie a un tasso di restituzione medio del 37,4% che è cresciuto nel tempo passando dal 29,9% del 2014 al 63,6% del 2018. 
 
CITTADELLA DELLA SOLIDARIETA’, SEGUITE 1.616 PERSONE: IL 33% E’ MINORENNE
Nel 2018 la Cittadella della Solidarietà ha seguito 478 famiglie per un totale di 1.616 persone sostenute, numeri sostanzialmente analoghi a quelli del 2017 (477 famiglie per un totale di 1.681 persone). Circa un terzo di esse (33,0%) ha meno di 18 anni, un’incidenza costante da almeno un triennio e che costituisce una spia significativa della diffusione della povertà minorile anche nel territorio pisano. Si tratta, infatti, di 537 “under 18” che necessitano del sostegno alimentare assicurato dall’Emporio della Caritas: la stragrande maggioranza di essi (79,9%) ha meno di 13 anni.
Nel 2018 la Cittadella ha distribuito 153.361 chili di generi alimentari. Soprattutto pasta (23.576 chili), frutta e verdura (19.152), latticini e formaggi (17.606) e scatolame (17.074).
 
886MILA EURO. IL CONTRIBUTO AL WELFARE LOCALE DELLA CARITAS DIOCESANA
886mila euro. E’ la stima del valore economico complessivo di tutti i servizi della Caritas diocesana finanziati esclusivamente con risorse della Chiesa pisana. E’ calcolata per difetto in quanto non include il costo del lavoro degli operatori, né il risparmio reso possibile dall’opera di tanti volontari. La parte del leone la fa la Cittadella della Solidarietà che nel 2018 ha distribuito generi alimentari per un valore complessivo di 612mila euro. Seguono le mense (140mila euro), i pacchi spesa (63mila euro), i buoni doccia (16mila euro) e i cestini della mensa estiva (13mila euro).
 
Riflessioni e proposte
 

“UN CUORE CHE VEDE” E LA LOGICA DELLE “OPERE SEGNO PER STIMOLARE LA REATTIVITA’ DELLE ISTITUZIONI”. LA PREFAZIONE DELL’ARCIVESCOVO BENOTTO
Ci vuole “un cuore che vede”. Perché se non lo si ha, “potremmo anche possedere tutti i dati più esatti sulle problematiche del nostro tempo e avere pure i mezzi per intervenire” ma “rischieremmo ugualmente di fermarci alle periferie dei problemi, perché sapremmo andare oltre i numeri per riconoscere e abbracciare le persone rappresentate da quegli stessi numeri”. Così l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto nella prefazione al Rapporto Povertà 2019 della Caritas diocesana di Pisa. E’ la logica delle “opere segno – prosegue Benotto - nate quale piccola risposta della carità ecclesiale alle necessità più impellenti e che vorrebbero stimolare la “reattività” positiva delle istituzioni pubbliche che hanno il dovere di giustizia di rispondere in maniera adeguata alle necessità dei cittadini e dell’intera compagine sociale. E’ secondo questa logica – ha concluso - che sono nate anche a Pisa, in ambito ecclesiale, le mense dei poveri, il servizio docce, la Cittadella della Solidarietà, la Casa “Misericordia Tua” per il reinserimento degli e detenuti e il microcredito”.
 
“UN CENTRO D’ASCOLTO IN CIASCUNA UNITA’ PASTORALE”. 
LA PROPOSTA DEL DIRETTORE DELLA CARITAS DON EMANUELE MORELLI

“Almeno un centro d’ascolto in ciascuna unità pastorale”. E’ la proposta lanciata dal direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli nelle conclusioni del Rapporto sulle Povertà 2019. “La forma – spiega- non deve necessariamente essere quella dello sportello di ascolto ma crediamo importante che alcune persone si sentano vocazionalmente chiamate ad essere antenne, avamposti e porte aperte che intercettano il grido dei poveri”.
 
EMERGENZA PERIFERIE, “ANCHE LE PARROCHIE SI SENTANO COINVOLTE”. 
L’APPELLO DEL DIRETTORE DELLA CARITAS DON EMANUELE MORELLI

“Anche le comunità parrocchiali dei quartieri periferici di Pisa devono sentirsi coinvolte”. E’ l’appello lanciato dal direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli nelle conclusioni del Rapporto con riferimento ai processi d’impoverimento che sembrano riguardare alcuni quartieri specifici della città di Pisa. “E’ importante – ha proseguito - che le periferie tornino ad essere quartieri nei quali agire il contrasto alla povertà, suscitando e rafforzando di nuovo il concetto di corresponsabilità all’interno delle comunità, dove le persone tutte, possono fare la loro parte. Da questo ragionamento, in un’ottica di welfare generativo, non sono esclusi i poveri”
 
ALTA MARGINALITA’, “SI ALL’HOUSING FIRST MA OCCORRE UNA NUOVA RIFLESSIONE SULLE RESIDENZE DI SOCCORSO”. LE CONCUSIONI DI DON MORELLI
“Sì” all’Housing First, “un percorso che va nella direzione giusta ma che deve essere potenziato sperimentando anche altre azioni di housing innovativo”. Così il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli con riferimento agli interventi di contrasto alla marginalità attivati nel territorio. “Però – aggiunge il sacerdote – auspichiamo anche una nuova riflessione sullo strumento delle residenze di soccorso, collegato ad una più consapevole presa in carico delle persone fragili da parte delle istituzioni e della società civile”
 

redazione.cascinanotizie