Recupero dell’ ex Fornace Quaglierini. Cosentini (Lega): "Ignorate le nostre osservazioni"
Il capogruppo e segretario del Carroccio cascinese critica il grande piano di recupero dell'area messo approvato in consiglio comunale
Riporta la nota di Leonardo Cosentini
Il piano di recupero dell’ ex Fornace Quaglierini è stato approvato a maggioranza nell’ultimo consiglio e le 82 osservazioni presentate sono state totalmente ignorate. L’operazione edilizia è rimasta bloccata a lungo anche per le molte criticità che presenta, andando a incidere su un’area già penalizzata soprattutto per quanto riguarda la viabilità. Leonardo Cosentini (Lega) spiega perché tutta l’opposizione ha votato no in maniera compatta, insieme a una parte della maggioranza.
“È un piano molto impattante, che va a incidere profondamente sulla viabilità di tutta l’ansa dell’Arno, un’area già in condizioni a rischio sotto questo aspetto. Manca un piano del traffico e non c’è alcuna sicurezza per quelli che saranno gli accessi all’area. Raggiungere case e negozi che saranno realizzati non sarà facile.Sono insufficienti anche le previsioni della rete fognaria e della raccolta delle acque piovane. E Il depuratore di Riglione è già insufficiente, non può essere usato per i bisogni della lottizzazione, per raccogliere altri liquami. È un piano insomma che non tiene in alcun conto quelli che sono i bisogni della frazione”.
Si tratta di una lottizzazione che porta al recupero di un’area degradata senza integrarsi con il territorio. “Il recupero dell’area e’ di interesse di un privato che non si integra con quelli che sono gli interessi di carattere generali dei cittadini. Per questo abbiamo votato no alla pratica edilizia. Così come ci stupisce che la maggioranza non abbia accolto nemmeno una delle 82 osservazioni presentate, sorda a qualsiasi riflessione su una diversa visione della lottizzazione”.
Gli errori del passato, secondo la Lega, non hanno insegnato molto. “Il territorio è pieno di lottizzazioni che sono state realizzate senza tenere conto della viabilità, della sistemazione idraulica e dei bisogni in termini di infrastrutture. Il piano presentato per l’ex fornace ripropone dunque un vecchio modo di intervenire sul territorio”.