Roberto Realdini (C.S. Navacchio) è Campione Italiano Paralimpico
La scherma, sport senza barriere. Anche i non addetti ai lavori, grazie alla potenza mediatica ed alla magnificenza interiore della splendida Bebe Vio, sono venuti a conoscenza di un mondo parallelo di sport paralimpico che viaggia autonomamente da quello olimpico Non sono molte le strutture che hanno la capacità, la dedizione e la volontà di intraprendere un percorso con atleti paralimpici
Il Circolo Scherma Navacchio combina la sua competenza ed il suo proverbiale lato umano. Ne palazzetto di Via Guelfi infatti, accanto alle lastre in alluminio di 14 mt che da sempre vengono calcate dagli atleti della scherma olimpica, si trovano le pedane speciali adatte alla scherma in carrozzina o ancora alla scherma al buio: e proprio da questa disciplina che fino a qualche anno fa non era nella mente di nessuno, arriva la medaglia d’oro più bella
Roberto Realdini un omone dall’accento bolognese ultracinquantenne, totalmente innamorato della scherma e del Maestro Carlo Macchi, assalto dopo assalto, avversario dopo avversario ha avuto la freddezza e la tecnica per arrivare a vincere il titolo italiano di spada maschile per non vedenti ai Campionati di Gorizia. La storia di Roberto è una storia meravigliosa che va aldilà del “buio” totale con cui convive fin da quando era quasi adolescente. Parlare con Roberto fa bene alla mente ed al cuore, un uomo di spirito, una persona affermata e contenta di ciò che la vita ha avuto in serbo per lui. La sua vita privata e lavorativa si svolge in quel di Bologna, ma la sua vita sportiva da qualche tempo ormai è legata a doppio filo con il Circolo Scherma Navacchio e con il Maestro Macchi.
Settimanalmente infatti Roberto affronta il lungo viaggio in treno per andare ad incrociare le lame del Maestro Carlo per la lezione di rifinitura e le lame dei suoi avversari, colleghi al buoi o gli stessi ragazzi del circolo che si bendano gli occhi per ricrearsi l’handicap e scambiarsi ad armi pari il ferro con Realdini
Questo titolo dunque ripaga abbondantemente di tutti i sacrifici, la dedizione e l’amore che Roberto mette nello sport che lo rende felice sopra ogni cosa.