San Giuliano terme, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne
Femminicidio. Un neologismo che forse non va inteso solo nel senso letterale del termine, cioè omicidio di una donna. Allarghiamo la nostra visione intorno a questo nuovo termine fino a trasformarlo in un’espressione che comprenda in sé anche la violenza fisica, psicologica e la paura, quella paura che molte donne vivono tra le mura domestiche, sul luogo di lavoro, semplicemente camminando in strada per il costante timore di incontrare l'uomo che le minaccia.
In Italia da Nord a Sud si consumano violenze e femminicidi: 74 donne uccise dall'inizio del 2018. Una guerra che si combatte in qualsiasi strato sociale, indipendentemente dall'origine dall'età, dalla religione. Casi di cronaca quotidiana a cui ci stiamo, malgrado la gravità dell’argomento, abituando. Il caso di Desiree Mariottini ci ha forse, dato una scossa: ci ha fatto risvegliare da quella specie di torpore nel quale ci siamo abituati a galleggiare leggendo che un altra donna è stata uccisa. Troppo grave il fatto di una ragazzina violentata e uccisa da un gruppo di uomini. Dopo di lei Violeta Senchiu, uccisa dal marito. Ma quante Desiree ci sono? E quante Violeta? Tante, troppe.
Molte volte le donne subiscono violenze celate sotto il falso nome di amore, protezione, stabilità. Episodi che spesso si consumano nell'ambito domestico per mano di uomini che si racconta hanno agito in preda a un raptus perchè affetti da "troppo amore"; da amore malato, affetto dalla paura di rimanere soli. Questi uomini si dice che abbiano sempre condotto una vita normale fino a quel giorno, e che invece agiscono spesso con lucida premeditazione, perché considerano le donne una sorta di proprietà, oggetti da collocare in un luogo ben definito affinchè possano fare il mestiere di mogli, madri, amanti.su cui al bisogno poter scatenare le proprie frustrazioni, ansie e paure. E la violenza, questo tipo di violenza, ha molteplici coperture: vergogna, umiliazione, paura perfino il senso di colpa delle donne che la subiscono. Il silenzio delle donne disarmate da troppe delusioni, da troppa paura. Ma perchè un uomo ha paura che la donna si emancipi? Perchè teme che una donna uscendo dal luogo dove lui la vorrebbe collocare in pianta stabile, possa rimpicciolire la sua figura di uomo e quindi la sua virilità di maschio? Perchè non accetta di essere lasciato, che un amore finisca? In realtà tutti gli uomini quando commettono una violenza o un omicidio su una donna all'interno di una relazione affattiva o familiare, stanno esercitando il loro diritto di proprietà su di lei, abusando del potere di cui si sentono leggittimati dalla società.
Il vero nome della violenza sulle donne si può chiamare sessismo? Forse. Perchè anche se tante importanti conquiste sono state raggiunte molti maschi vedono ancora le donne come esseri inferiori che non potranno mai raggiungere determinati obiettivi o semplicemente le considerano geneticamente inadeguate per ricoprire certi ruoli. Una delle origini della violenza è la paura di essere uguali, l'emancipazione della donna in tutti i settori a cui purtroppo tanti uomini non sanno rispondere. Per ogni donna vittima di violenza dovremmo alzare la voce, perchè le violenze degli uomini sulle donne sono figlie di un escalation che può e deve essere riconosciuta e fermata. Facciamo in maniera che tutte le vittime che ci sono state non vengano dimenticate, non risultino solo un trafiletto di giornale o invisibili solo perchè non sono necessarie a nessuno. Non siete invisibili, noi non siamo invisibili.
Fonte Ufficio stampa Comune di San Giuliano Terme