Santa Croce in festa per il suo amaretto santacrocese

Cultura
PISA e Provincia
Venerdì, 6 Dicembre 2019

27° edizione della Festa dell'Amaretto Santacrocese - Mostra mercato dell'Amaretto di Santa Croce sull'Arno, per tutta la giornata di domenica 8 dicembre
 
Degustazioni, laboratori, area bambini, momenti enogastronomici, esibizioni degli chef, punti vendita e aperitivo con dj set: presso il Museo della Conceria saranno tante e varie le occasioni di incontro con il dolcetto santacrocese per eccellenza.

La storia dell'Aamaretto (dal sito internet vetrina.toscana)

A partire dagli anni ’30 (quando per impulso del “dopolavoro fascista”, si diffuse la pratica della consegna di doni natalizi all’interno degli ambienti di lavoro) i proprietari delle locali concerie presero l’abitudine di regalare gli amaretti ai propri dipendenti ed anche ai propri clienti (sparsi un po’ in tutta Italia). E’ da quel momento che l’amaretto diventa il dolce tipico di Santa Croce sull’Arno ed uno degli elementi che caratterizza (insieme alla concia delle pelli) l’identità di questa comunità.
Non a caso gli amaretti continuano ad essere prodotti, nel sostanziale rispetto della ricetta tradizionale, oltre che nei panifici e nei laboratori di pasticceria presenti nel capoluogo del Comune (compresi i moltissimi gestiti attualmente da non santacrocesi e, in un caso, addirittura da uno straniero), anche in moltissime abitazioni private.
L’origine storica degli amaretti:
Santa Croce sull’Arno ospita, dal medioevo, un convento di suore di clausura fondato nel 1286 da Oringa Cristiana Menaboi (conosciuta poi come Santa Cristiana) che all’inizio dell’800 si trovò ad accogliere le giovani rampolle di alcune nobili famiglie siciliane.
Per tutta la durata della loro presenza in convento, queste continuarono a ricevere dai loro parenti, in occasione delle feste natalizie, pacchi di frutta secca ed in particolare di mandorle.
Rielaborando le tecniche di produzione del marzapane tipiche della cucina siciliana, le buone suore incominciarono ad utilizzare le mandorle per produrre dei dolcetti da donare a loro volta ai benefattori del convento, vale a dire alle famiglie più in vista del paese.
Il consumare, per Natale, dolci così particolari e caratteristici, diventò ben presto un segno di distinzione sociale e questo indusse le sorelle che gestivano, proprio davanti al convento, lo storico Caffè della Posta ad iniziarli a produrli in proprio, sulla base sempre della ricetta originaria elaborata dalla suore. Il successo fu tale che anche altri esercenti (ad iniziare da un altro locale storico di Santa Croce sull’Arno) incominciarono a fare lo stesso.
 
 

redazione.cascinanotizie