Sciopero dei lavoratori dei punti vendita METRO
Rallentamento dell'economia italiana o meno, a fare le spese delle varie ristrutturazioni aziendali per l'ingresso di nuovi proprietari sono sempre i lavoratori, è quanto emerge da un comunicato realtivo allo sciopero indetto dai sindacati dei lavoratori della catena di cash&carry METRO che ha una sua importante sede anche a Pisa ed altre sul territorio toscano.
Sosteniamo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori di Metro Cash&Carry Italia: taglio sul costo del lavoro e nessun investimento per la sicurezza.
Venerdì 19 aprile sciopereranno i dipendenti dei punti vendita Metro Cash&Carry Italia, contro l’arroganza del nuovo gruppo dirigente che in spregio alle normali relazioni sindacali ha disdettato a ottobre il contratto integrativo, e per il rinnovo pretende tagliare i costi e peggiorare le condizioni di lavoro nonostante la dichiarata gestione in attivo.
Le categorie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, la delegazione trattante e le strutture territoriali, hanno deciso unitariamente la giornata di mobilitazione (disponendo ulteriori 8 ore di sciopero da organizzarsi a livello territoriale) in conseguenza all’esito del negoziato sul Contratto Integrativo: l’azienda infatti ha rifiutato qualunque tentativo di mediazione pretendendo un considerevole peggioramento delle condizioni sia normative che economiche, e un incremento delle forme di flessibilità che non consentono la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
L’organizzazione del lavoro proposta da parte aziendale prevede l’aumento della flessibilità e del carico di lavoro mediante l’intensificazione dei turni spezzati e lo spostamento dei turni di lavoro verso il finesettimana.
L’azienda richiede inoltre di aumentare le ore settimanali a parità di salario, la qual cosa diminuendo di fatto la paga oraria, comporterebbe un risparmio di almeno 2 milioni di euro e potrebbe determinare un certo numero di esuberi, “elemento su cui l’impresa non ha voluto dare nessuna garanzia”.
La gestione di Metro Italia è in attivo, eppure l’azienda vuole far pagare a tutti i dipendenti l’introduzione dell’istituto del premio variabile in Metro Dolomiti (punto vendita in utile), comportando una diminuzione di 200€ cadauno.
Nonostante un considerevole aumento del numero di infortuni e di incidenti gravi riscontrato negli ultimi anni causato da riduzione degli organici, riduzione dei sistemi di movimentazione, mancato rispetto delle mansioni, non c’è alcun impegno concreto né risorse messe a disposizione per la salute e sicurezza.
La multinazionale tedesca è in Italia dal 1972; ad oggi comprende 49 punti vendita in 16 regioni italiane e impiega 4500 dipendenti.
Metro Italia ha chiuso il 2018 con un fatturato di 1,74 miliardi di euro e un incremento complessivo delle vendite dell’1,4%.
Sosteniamo lo sciopero che anche a Pisa, così come nelle altre sedi toscane di Lucca, Firenze e Sesto Fiorentino, vedrà protagonisti oltre 300 lavoratori e lavoratrici che si mobiliteranno pretendendo dalla Metro Italia garanzie e rispetto dei diritti e della sicurezza.
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