Scontro politico per l'intitolazione di una rotatoria a Giuseppe "Beppe" Niccolai
L’ intitolazione di una rotatoria a Giuseppe Niccolai ha scaturito diverse polemiche politiche, a partire da quelle del gruppo consiliare Diritti in Comune, intervenuto sulla questione con un comunicato al vetriolo. Ma è anche il caso di ricordare alcuni fatti
Nel 1786 la Toscana fu il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte, atto di grande civiltà, segno del progresso civile e sociale di un’epoca.
Ma c’è chi vorrebbe cancellare queste ed altre conquiste, semplicemente dando spazio al ricordo di chi partecipò attivamente al disastroso ventennio fascista, a chi dopo quel tragico periodo non se ne dissociò, ma che, coerentemente, ne fece un vanto, tanto che fu uno degli esponenti di spicco del Movimento Sociale Italiano.
Intitolare una strada o una piazza a Giuseppe Niccolai sarebbe come intitolarne una a Galeazzo Ciano a Livorno o a Petain nella città di Vichy.
In molti giustificano al scelta del Comune di Pisa di dedicare una strada al leader del MSI ricordando l’omaggio che esponenti comunisti e socialisti fecero a Giorgio Almirante. Scelta votata in un Consiglio Comunale del 2013 con l'avvallo, allora, anche di esponenti del Partito Democratico.
Ma come ci insegnò Sandro Pertini un conto è il rispetto, sempre e comunque, per l’avversario politico, un'altra faccenda è voler riscrivere la storia con omaggi alquanto inopportuni, soprattutto a chi, indirettamente, fu causa della morte di Franco Serantini.
E per dovere di cronaca pubblichiamo il comunicato stampa della Giunta Comunale di Pisa, di Fratelli d’Italia e di Una città in Comune.
Tre rotatorie intitolate a Carlo Ciucci, Giuseppe De Felice e Giuseppe Niccolai
Pisa, 18 ottobre 2019. La Giunta comunale ha approvato la delibera che intitola a Carlo Ciucci, Giuseppe De Felice e Giuseppe Niccolai tre rotonde presenti sul territorio comunale, accogliendo la mozione approvata nel 2013 da parte del Consiglio Comunale dell’epoca, per rendere omaggio alla memoria dei tre importanti personaggi della storia pisana, che hanno dedicato gran parte della loro vita all’impegno politico e amministrativo a favore della città. Le tre rotatorie scelte per le intitolazioni si trovano tutte a Marina di Pisa nella zona del Porto di Pisa: quella dedicata a Carlo Ciucci tra via Gaetano Ceccherini e Francesco Barbolani; quella che ricorda Giuseppe De Felice tra via Gaetano Ceccherini e via Della Foce; quella intitolata a Giuseppe Niccolai tra Lungarno Gabriele D’Annunzio e via Gaetano Ceccherini.
Carlo Ciucci. Nasce a Cascina nel 1939 e muore a Pisa nel 1999. Uomo di fede cristallina, ebbe i primi incarichi come delegato zonale e parrocchiale a san Prospero degli aspiranti della Gioventù Italiana Azione Cattolica, segretario della Vincenzo dè Paoli, presidente dell’Azione Cattolica. Si laureò il 25 giugno 1964 in Scienze Politiche presso l’Università di Pisa esercitando successivamente la professione di insegnante in varie scuole. A Pisa fu consigliere comunale e poi dal 1990 al 1992 assessore al bilancio e alle finanze; dal 1992 al 1994 assessore all’urbanistica.
Giuseppe De Felice. Nasce a Pisa nel 1930 e muore nel 2004. Aderì formalmente al PCI nel 1950 divenendo segretario della FGCI dal 1956 al 1958. Eletto consigliere comunale a Pisa nel 1958, rimane nella Sala delle Baleari sino al 1966. Nel 1969 diventa Segretario Provinciale del PCI, incarico che mantiene fino al 1976. Successivamente è membro della direzione nazionale del Partito e dal 1977 entra a far parte della segreteria regionale; dal 1972 al 1979 è membro del Comitato Centrale.
Giuseppe Niccolai. Nasce a Pisa nel 1920 e muore nel 1989. Cresciuto in una famiglia dove si respirava un clima di profondo fervore culturale grazie particolarmente al padre, preside di liceo. Partecipa come volontario alla seconda guerra mondiale, venendo catturato in Tunisia. Trascorre gli anni di prigionia in Texas nelle file dei non collaboratori. Rientrato in Italia nel 1946 fu tra i fondatori del MSI. Consigliere comunale a Pisa, eletto con numero record di preferenze, diventa deputato nel 1968 e confermato nel 1972. Fu attivissimo nella difesa del territorio che lo aveva eletto. Della sua intensa attività di parlamentare si ricorda la relazione di minoranza nella “Commissione antimafia” che Sciascia ebbe a definire “un esemplare documento di coraggio e chiarezza frutto di una ricerca appassionata e curata”.
“Con questo atto diamo esecuzione ad una delibera di consiglio comunale già assunta in precedenza – ha dichiarato il vicesindaco con delega al patrimonio Raffella Bonsangue -. Ci sembrava opportuno in questo caso trovare un’area omogenea, e lo abbiamo fatto andando a individuare tre rotatorie sul litorale che sono in sequenza fra loro, visto che si trattava di un’unica delibera votata sulla base di un accordo politico fra vari gruppi consiliari di maggioranza e minoranza. Nei prossimi giorni fisseremo le date di inaugurazione dei tre spazi pubblici che verranno intestati a tre politici che hanno fatto la storia della città”.
Comunicato Una Città in Comune
Un luogo della città intitolato al fascista Niccolai: una vergogna intollerabile per Pisa
La giunta Conti ha deciso di intitolare una rotatoria a Marina di Pisa all’esponente dell’MSI Giuseppe Niccolai.
Era stato il Consiglio comunale della prima amministrazione Filippeschi, nell’aprile 2013, a votare una mozione presentata da un largo schieramento politico, con primo firmatario Filippo Bedini, che chiedeva l’intitolazione di tre strade a tre figure politiche pisane: Carlo Ciucci, democristiano, Giuseppe De Felice, comunista, e il fascista Niccolai. In quell’occasione alcuni consiglieri del PD si astennero. In seguito il sindaco Filippeschi, assente alla seduta, decise di non dare seguito alla mozione perché ritenuta inopportuna e dichiarò alla stampa che i partiti di destra che avevano promosso la mozione conservavano «molte e volute ambiguità in senso nostalgico e non c'è stata nessuna volontà di chiarirle, anzi purtroppo è stato fatto un percorso al contrario». Peccato però che ormai la frittata era fatta: i suoi compagni di maggioranza avevano firmato la mozione come proponenti e l’avevano fatta approvare in Consiglio.
Oggi la Giunta dove siede l’assessore Bedini ha finalizzato l’operazione partita sei anni fa. Avremo quindi una rotatoria intitolata a Giuseppe Niccolai, che da giovane studente accorse volontario a combattere nell’esercito fascista a fianco dei nazisti per difendere la Libia, colonia italiana, dall’avanzata degli anglo-americani; che venne poi imprigionato negli Stati Uniti in un campo di detenzione dedicato ai fascisti incalliti, da dove uscì grazie all’amnistia firmata da Togliatti; che per tutta la vita non si è mai pentito di essere fascista e anzi ha approfittato degli spazi democratici garantiti dall’ordinamento costituzionale per continuare a fare una propaganda fascista profondamente antidemocratica: «un fascista che mai ha rinnegato il proprio passato ma che anzi ne ha sempre esaltato le virtù», come si legge in un sito di nostalgici dell’MSI (www.movimentosocialeitaliano.altervista.org).
Niccolai nella sua lunga attività parlamentare in effetti ha fatto molto: ha proposto il ripristino della pena di morte, ha proposto il riconoscimento a fini pensionistici dell’appartenza alla Mvsn - ricettacolo dei peggiori squadristi - sin dalla sua creazione nel 1923, ha proposto il diritto alle pensioni e agli assegni di guerra per i volontari che combatterono con Franco nella guerra di Spagna tra 1936 e 1939 e il ripristino delle decorazioni che i militi volontari fascisti si erano conquistati nella stessa guerra di Spagna, ha proposto l’estensione dei benefici di guerra ai militari repubblichini alleati dei nazisti tra 1943 e 1945, ha proposto una legge in cui si prevede che «chiunque svolge attività diretta a deprimere nei cittadini il sentimento del dovere per la difesa della Patria, è punito […] con la reclusione fino ad un anno». Ricordiamo poi che un comizio voluto dallo stesso Niccolai il 5 maggio 1972, due giorni dopo un attentato fascista, fu la causa scatenante delle manifestazioni in cui il 23enne Franco Serantini venne picchiato e arrestato dalla polizia e lasciato morire tra le mura delle istituzioni statali.
Ci chiediamo, e chiediamo alle persone che hanno votato la mozione nel 2013 e l’atto di Giunta l’altro ieri: quale messaggio si vuole dare intitolando una rotatoria a una persona che ha provato per tutta la sua vita a difendere il fascismo e a sostenere che il fascismo non è stato un regime dittatoriale colpevole dei peggiori crimini? Per cosa davvero deve essere ricordato Niccolai dai pisani? Attendiamo risposte concrete.
Coalizione Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista - Pisa Possibile
Comunicato Fratelli D’Italia Pisa
FINTA VERITA’ E VERA STORIA
Piccole mummie che attaccano giganti
Il 31 ottobre prossimo ricorrerà il 30° anniversario della morte di “Beppe” Niccolai, uno dei pochi pisani doc che hanno avuto l’onore di essere eletti, per due legislature, alla Camera dei Deputati. Niccolai è stato anche Consigliere Provinciale e, ininterrottamente dal ’51 al 1980, ha rappresentato il MSI a Palazzo Gambacorti.
Non merita nemmeno entrare nel merito per ricordare ancora una volta la statura di Niccolai, ma per corretta informazione è opportuno ricostruire i passaggi politici della vicenda, sottolineando come l’intitolazione a Niccolai sia stata decisa dal Consiglio Comunale di Pisa il 9 aprile 2013, durante il primo mandato Filippeschi. La mozione era stata presentata da Filippo Bedini, che proprio in quei giorni aveva fondato Fratelli d’Italia a Pisa, e fu votata con il sostegno, determinante, di esponenti del PD. Gli atti sono consultabili on-line e noi li renderemo disponibili anche sulla nostra pagina fb Fratelli d’Italia Pisa: magari prima di aprir bocca andrebbero letti...
“Dell’allora centrodestra eravamo in 8, mentre i voti favorevoli furono 12. Alcuni del PD votarono a favore -ricorda Bedini-; gli altri presenti si astennero per mantenere il numero legale: astensione, peraltro, non formale, per cui sarebbero stati sufficienti 2 consiglieri, ma convinta, dato che del PD si astennero in 10. Soltanto gli allora consiglieri dell’Arcobaleno Bini, Modafferi e Scaramuzzino votarono contro. Era la stagione della demonizzazione “vaffanculista” della politica e di tutti coloro che fanno politica, con una generalizzazione tanto sbagliata, quanto ingiusta: con quest’atto di indirizzo volevo affermare con forza che si può fare politica con onestà e competenza, con spirito di servizio e libertà, rendendo omaggio, al di là degli steccati ideologici, a personaggi pisani, un democristiano, un comunista e un missino, che hanno incarnato la “buona politica” (questo il titolo della mozione)”.
Bedini spiega: “La democrazia si espresse nel 2013 con il voto libero del massimo organo di rappresentanza della città; verità dice che Niccolai è stato -non solo a detta dei “suoi”- uno dei più grandi politici italiani del secondo novecento. Ma l’allora Sindaco Filippeschi, in modo arbitrario e arrogante, prevaricando la volontà del Consiglio, disse no, paventando il rischio di una “deriva antidemocratica” a Pisa. Per una rotonda… Ecco perché si è arrivati al pronunciamento della Giunta attuale, che restituisce dignità ai pronunciamenti ufficiali del Consiglio comunale di Pisa e rende omaggio alla “buona politica”, marcando la distanza anche in questo importantissimo aspetto tra l’attuale Amministrazione e la precedente: il centrodestra, a differenza dei soloni che si sono inalberati in questi giorni, non ostracizza le figure ideologicamente lontane come quella di De Felice, ma le nobilita”.
Dalla verità dei fatti emerge, dunque, come il voto a favore dell’intitolazione non sia stato il vezzo arrogante della maggioranza di centrodestra che, giunta al governo della città dopo 70 anni, ha voluto imporre il tributo a una delle proprie icone. Se poi fa comodo, alle soglie del 2020, innescare l’ennesima vuota polemica di matrice antifascista, la cosa non ci sfiora, tanto più perché ormai siamo scaduti dal piano ideologico a quello gossipparo o, peggio, commerciale.
Stupisce, invece, ma non interessa, che a gridare allo scandalo siano, con atteggiamento schizofrenico, proprio coloro che in aula fanno continuamente, e giustamente, appello alla sacralità dei pronunciamenti del Consiglio comunale. Si chiama “democrazia a intermittenza”, ma sono solo reazioni scomposte che dimostrano, se ce ne fosse stato ancora bisogno, l’incapacità e l’immaturità di certa sinistra di fare i conti col passato e con le proprie debolezze. Ogni volta che perde terreno a livello di consenso tira fuori lo spettro del fascismo, col limite insuperato di non saper storicizzare un periodo che -gli piaccia o no- fa parte della vita della nostra Patria.
Fratelli d’Italia, oltre all’orgoglio per esser stato il promotore dell’intitolazione a Niccolai di un luogo di Pisa, celebrerà, nelle prossime settimane, con un evento di ricordo e approfondimento il trentennale della scomparsa di “Beppe”.