Scuola, il Sindacato di base replica a Latrofa e Munno
Il sindacato pone alcune domande ai due assessori e lamenta la mancanza di confronto con l'assessora Munno
Tema caldo quello della scuola, dopo gli annunci degli assessori Latrofa e Munno, il sindacato generale di base replica ad entrambi gli esponenti della giunta guidata da Michele Conti.
«Dopo la denuncia sulla scuola di Via Viale (tempestivamente sono iniziati i lavori), altri genitori e insegnanti delle scuole pisane hanno chiesto al Sindacato Generale di base di farsi promotore di alcune istanze, affermano proprio dal sindacato. Le richieste all'Amministrazione comunale, dopo gli stanziamenti dell'ultimo bilancio comunale (triennio 2020/2023) per la manutenzione nelle scuole, come dichiarato dallo stesso assessore Latrofa, riguardano gli interventi antincendio, l'antisismica e interventi di isolamento termico e acustico in una ventina circa di plessi scolastici».
«Per le manutenzioni ordinarie, invece, prosegue Sgb, l'assessore spiega che ci sarà una gara pubblica di affidamento dei lavori. Ecco, alla luce di questa progettazione futura, sarebbe utile conoscere i tempi di realizzazione degli interventi nonché i rapporti annuali riepilogativi dell’architetto Massimo Boschi (RSPP di tutti gli Istituti comprensivi di Pisa) sugli interventi necessari nei plessi scolastici comunali.
«La conoscenza dei rapporti annuale è dirimente al fine di verificare se queste segnalazioni siano state debitamente prese in esame dall'Amministrazione comunale, afferma ancora il sindacato, quanti e quali siano i lavori realizzati, quelli in corso d'opera e le progettazioni future. Ricordiamo che nel territorio del comune di Pisa sono ben 53 i plessi scolastici tra infanzia, primaria e secondaria di I grado, tutte le criticità di questi plessi sono state debitamente trasmesse agli uffici comunali».
«A scanso di equivoci, è la conclusione di Sgb, vogliamo ricordare che numerose criticità si procrastinano dagli anni precedenti e i problemi si sono acuiti anche in virtù dei mancati provvedimenti. Ma la constatazione degli errori passati non sia alibi per ritardare gli interventi iniziando da quelli più urgenti e necessari. Chiediamo che siano resi noti i rapporti del Responsabile del servizio e protezione delle scuole pisane e conoscere le risposte del Comune di Pisa».
Il sindacato generale di base lamenta poi il mancato confronto con l’assessora Munno: «Sorprende che l’assessora alla istruzione del Comune di Pisa continui ad ignorare il confronto con il sindacato (a 5 mesi dal suo insediamento non c'è stato alcun incontro) e riduca a falso allarmismo un cambiamento epocale alla quale la Giunta vuol costringere la città con la soppressione delle scuole materne comunali. Munno non risponde ad alcuna domanda puntualmente fatta da genitori, insegnanti, e sindacati, ignora completamente i sentimenti di cittadine e cittadini che legano importanti ricordi della loro vita a quei luoghi e a quei simboli della città, al pari di altri assessori non riserva ad istruzione e cultura la necessaria attenzione».
«L’assessora, accusa il sindacato, persiste nel non rispondere a numerose domande e così torniamo a porle con insistenza informandone al contempo la cittadinanza: Con quale strumento tecnico pensa di far assorbire il personale scolastico allo Stato, sia quello comunale che quello ata oggi in appalto? In che modo pensa poi di gestire una scuola materna, per esempio di due sezioni, con metà personale comunale e metà statale, dato che la legge 30 - ovvero la legge Biagi - vieta che personale con medesime mansioni e dipendente da due datori di lavoro diversi possano lavorare contemporaneamente nella stessa struttura? L’unica risposta a questa domanda, è che per il numero di anno necessari a statalizzare tutte le sezioni di una scuola, bambine e bambini di quella scuola debbano subire una ridotta compresenza di insegnanti tra mattina e pomeriggio, oppure essere trasferiti ad altra scuola».
«Come pensa, prosegue Sgb, l'assessore Munno, di garantire a bambine e bambini disabili, che nelle scuole comunali hanno 30 ore di sostegno, lo stesso numero di ore in una scuola statale dove invece le ore assegnate sono di norma consistentemente inferiori? Per quale nuova legge dello Stato l’assessora pensa di poter stabilire che il medesimo servizio e la medesima organizzazione della scuola comunale siano garantiti anche nella scuola statale, dato che non ha alcun potere decisionale sulle scuole statali in virtù della legge sulla autonomia scolastica? Infine, come pensa l’assessora di utilizzare le ingenti quantità di risorse che si libereranno nel bilancio Comunale in conseguenza della dismissione delle scuole d’infanzia comunali? Trasparenza pretende che dica, fin da ora, come intende investire quei soldi visto che sta declassando la priorità delle scuole d’infanzia. La città ha diritto di sapere! E, poiché le risorse sono ingenti, un milione di euro, l’elenco delle cose che da fare dovrà essere lungo e dettagliato»
E infine: «l'assessora in realtà brancola nel buio perché non esiste certezza alcuna sui tempi nei quali lo Stato invierà personale per la sezione dei 3 anni. E in caso negativo, il Comune non potrà che ripristinare la sezione mancante con personale comunale, ci chiediamo a questo punto anche con quale personale visto il Piano di fabbisogno».
«Ci sembra evidente, è la conclusione del Sindacato generale di base, che le rassicurazioni dell'assessore non siano tali e persistano invece i motivi per i quali avversare questa insana decisione di statalizzare le materne comunali senza per altro fornire alcuna risposta alla salvaguardia dei posti di lavoro negli appalti, lavoratrici con mansioni di ausiliarie\addette all'infanzia e bidellaggio».