Scuola, l'appello dei docenti dell'IC Borsellino

Cultura
Navacchio
Giovedì, 9 Luglio 2020

Più personale scolastico, più spazi, più investimenti nella scuola pubblica per tornare a scuola a settembre in sicurezza

Dopo la lettera-appello dell’Istituto Pesenti (►leggi qui), anche dall’Istituto Comprensivo Borsellino di Navacchio si manifesta preoccupazione in vista della ripresa di settembre dell’anno scolastico. Il collegio dei docenti riunitosi ieri 8 luglio esprime le proprie considerazioni e richieste: «subito dopo l’annuncio della sospensione della didattica del 4 marzo scorso, scrivono, molte e molti docenti hanno attivato spontaneamente modalità di contatto con i propri studenti e in tutti i plessi ci si è impegnati/e in modo da non perdere il tempo della sospensione, evitando così che la comunità scolastica si disgregasse in una fase drammatica come quella che stavamo vivendo. Ne è scaturita nel corso dei giorni e nei mesi a seguire una didattica di emergenza, attuata d all’intero corpo docente, che ha prodotto un grande sforzo per mantenere un rapporto coi propri alunni nelle condizioni eccezionali che stavamo vivendo, docenti, studenti e famiglie. Molte/i hanno dovuto formarsi allo scopo, tutti hanno visto di fatto aumentare il proprio carico di lavoro rispetto al normale funzionamento della scuola, con il venir meno de facto della separazione tra il tempo libero e quello lavorativo».

«Nonostante i nostri sforzi e i risultati relativamente soddisfacenti che pure abbiamo raggiunto, continua la nota dei docenti, abbiamo sperimentato in questi mesi i forti limiti di questa “distanza” nella relazione educativa, che l’hanno resa meno inclusiva e meno efficace. Siamo quindi in grado di affermare oggi che una “didattica a distanza” non può esistere al di fuori dell’emergenza che abbiamo vissuto e che non può sostituire la didattica in presenza. Esprimiamo quindi preoccupazione per l’intervento normativo messo in atto e programmato sulla “didattica a distanza”, su cui si continuano a stanziare finanziamenti e che sembra una delle principali modalità con cui il ministero dell’istruzione pensa di poter gestire anche l’avvio del prossimo anno scolastico. È venuto invece il momento di affrontare le emergenze che esistevano nell’istruzione ben prima del Covid19 e che quest’epidemia non ha fatto altro che mettere sotto i riflettori: le classi sovraffollate, la mancanza di spazi per l’istruzione, la sicurezza delle nostre scuole, la precarietà di una larga fetta del personale scolastico. Crediamo che solo affrontando questi problemi si possa andare nella direzione di garantire in condizioni di sicurezza il diritto all’istruzione, quella vera, fatta in presenza, ai nostri studenti e studentesse».

«Chiediamo che il governo, invertendo la rotta delle politiche di tagli sull’istruzione pubblica degli ultimi trent’anni, ponga in essere investimenti straordinari ed ingenti, per poter tornare a fare didattica in presenza da settembre, ma in sicurezza, questa è la richiesta del personale docente dell’Istituto Comprensivo Borsellino. Il numero di alunni per ciascuna classe deve essere ridotto, consentendo sia un maggiore distanziamento fisico all’interno delle aule, che una didattica più efficace e partecipativa. Gli spazi per fare scuola devono aumentare in modo da permettere un rientro a scuola in sicurezza. Da subito vanno trovati spazi pubblici e privati per il rientro a settembre e va predisposto un piano di edilizia scolastica sufficiente a coprire le esigenze delle scuole. Deve aumentare il personale scolastico, i docenti, gli assistenti tecnici e amministrativi, i collaboratori, prevedendo un piano straordinario di assunzioni e garantendo da subito un contratto a tempo indeterminato alle tante e ai tanti da troppo tempo utilizzati con contratti precari.

«Serve quindi una visione della scuola completamente opposta a quella “a distanza”, opposta a chi pensa ancora una volta di risparmiare sul diritto all’istruzione, tagliando gli orari di lezione (tanto poi si fa lezione “a distanza”), aumentando gli orari di lavoro (doppi turni, lavoro in classe e in remoto…), a danno dei docenti e della qualità della didattica. Serve una scuola vera, in presenza e in sicurezza, che richiede risorse per troppo tempo negate a questo settore. Come la Sanità Pubblica, la Scuola Pubblica va considerata un pilastro della convivenza civile e come tale va prioritariamente finanziata», conclude la nota dei docenti.

redazione.cascinanotizie