"Sds: bene le assunzioni ma non bastano"

Politica
PISA e Provincia
Lunedì, 1 Agosto 2022

Lo dice Ciccio Auletta in un comunicato con il quale denuncia lo sfruttamento e la mancanza di personale tra gli Assistenti sociali

A seguito il comunicato giunto in redazione

Con piacere prendiamo atto dell'inedito entusiasmo bipartisan del sindaco Conti e del Presidente della società della salute per l’internalizzazione del servizio sociale territoriale, con  l'assunzione di 16 assistenti sociali destinate a sostituire le loro colleghe della Coop Agape. 

Finalmente, dopo venticinque anni di illecita interposizione di manodopera si è  interrotto il peana di glorificazione delle esternalizzazioni. 

Bene: i meriti però non sono dei nostri politici locali.  Il servizio sociale professionale è  il primo dei livelli essenziali di assistenza  e, secondo la normativa, deve essere  di gestione diretta della Sds: il fatto che per 25 anni nella Asl pisana sia stato fornito da una cooperativa, è uno scandalo che ha destato clamore su tutta la Toscana .  Il  Consiglio Regionale se ne è occupato dal 2019, quando ha approvato  un ordine del giorno presentato gruppo consigliare di Sì Toscana a sinistra che ordinava l’internalizzazione del servizio. 

La stessa battaglia l’abbiamo portata avanti a  livello locale nonostante le bocciature dei partiti che ora se ne intestano i meriti.   Ora abbiamo 16 assenti sociali ma sia la Società della Salute che il Comune sanno perfettamente che questo non basta: è obbligatorio che di assistenti sociali se ne assumano altri/e 13, e tutto questo entro il 2022!

Solo in questo modo si potrà ottenere il raggiungimento del parametro di un assistente sociale ogni 5000 abitanti, che dà diritto a un rimborso dello stato di ben  40.000  euro ad operatore alla Società della Salute . 

In sintesi, abbiamo fatto meno della sufficienza, e se non finiamo, perdiamo 500.000 euro.  Consigliamo caldamente di evitare proclami prima di completare l'opera; ci pare un vizio  che il presidente della Sds continua ad avere e a manifestare.

Come può rilanciare e promettere coprogettazione coprogrammazione e partecipazione se si è appena  privato di tre operatori ritirati dal comune, esperti proprio di questo processi? Per fare la programmazione partecipata ci vuole esperienza, competenza e tempo.

Ci vogliono operatrici ed operatori che lo sappiano fare: non si improvvisa a meno che non si voglia fare solo propaganda. La partecipazione è una cosa seria e complessa e in questi anni ne abbiamo vista davvero poca.

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