Sds Pisana. Conti in rosso, ma mantenuti i servizi essenziali per le fasce più fragili
Nel 2023 buco da 1 milione e 647 mila euro. Bilancio approvato da tutti i comuni tranne Pisa (che vuole uscire)
Approvato il bilancio d’esercizio 2023 della Società della Salute della Zona Pisana che si è chiuso con un valore complessivo pari a 31,7 milioni di ricavi e 33,2 milioni di costi, dunque, con una perdita di un milione e 647mila euro.
Il via libera è arrivato nel corso dell’assemblea dei soci di mercoledì 25 settembre con il voto favorevole dell’Azienda Ausl Nord Ovest e di tutti i comuni soci (ad eccezione di quello di Pisa che non ha partecipato al voto), che hanno condiviso anche l’indicazione della direttrice generale dell’Ausl Maria Letizia Casani di arrivare quanto prima alla definizione di un piano di rientro.
Nel dettaglio quasi la metà del disavanzo, pari a 728mila euro, deriva dall’iscrizione di diversi crediti alla voce “Accantonamento per altri rischi” e per i quali verrà valutato ogni possibile percorso utile alla riscossione.
La restante parte della perdita di 918 mila euro, invece, è la conseguenza di un aumento di costi di funzionamento e di erogazione dei servizi, resasi necessaria per evitare il taglio di servizi essenziali per le fasce più fragili della cittadinanza (anziani, minori, persone con disabilità, famiglie vulnerabili e altri soggetti che vivono situazioni di disagio e difficoltà).
Contestualmente la presidente della SdS della Zona Pisana Giulia Guainai ha informato l’assemblea in merito a una riflessione emersa in seno alla giunta esecutiva, e sintetizzata in un documento, circa le “azioni correttive da intraprendere per un miglior funzionamento del consorzio che non possono prescindere da un’analisi dettagliata delle perdite e un rafforzamento degli strumenti di gestione e controllo - ha spiegato -. In particolare è importante stimolare una riflessione circa un’ottimizzazione dei modelli gestionali e dei sistemi di erogazione dei servizi con conseguente miglior distribuzione delle risorse al fine di raggiungere un corretto equilibrio dato che, se sommiamo i tre maggiori trasferimenti che i comuni fanno alla SdS, si supera ampiamente la quota pro capite di 45euro che in alcuni casi è superiore a quella di altre società della salute".
"Una volta attivati tutti i correttivi utili, - scrive la giunta esecutiva nella nota - è inteso che i comuni continueranno a non sottrarsi, dovesse risultare comunque necessario, a un ulteriore aumento della quota capitaria, perché non siamo disposti a penalizzare i servizi alla cittadinanza”.