Serie C, l'apoteosi dell'incapacità
La Lega Pro, Serie C, chiamatela come volete non perde mai occasione per dimostrare la sua pochezza a dispetto dell’essere un campionato “professionistico” dove di professionistico c’è poco o niente.
La riammissione del Rende è solo la punta di un iceberg di una qualsiasi incapacità da parte dei suoi organi dirigenti, di garantire alle società, al pubblico ed alle città, regole chiare certe e stabili.
Adesso le squadre sono tornate ad essere 57 e sul capo di Gravina pende l’ulteriore ricorso al Tar del Lumezzane e non è escluso che a questo punto anche altre squadre chiedano la riammissione al campionato.
Ecco che il tanto strombazzato evento di Pescara, con la presentazione del campionato e la stesura dei calendari, assume i contorni della teatrino che non diverte nessuno. Questa sera, alle ore 18 verranno svelate soltanto le prime tre giornate di un campionato che a questo punto non si sa neanche se inizierà il 27 agosto visto lo stato di agitazione proclamato dal sindacato calciatori. Tre giornate, neanche nei campionati gestiti dagl’enti di di promozione sportiva e poi? Poi è tutto un grande punto interrogativo: sul tavolo la possibilità che i gironi tornino tutti a 19 squadre, oppure che, nel caso venga riammesso il Lumezzane ed a seguire un'altra squadra (Varese? Rieti?) tornino tutti a 20.
Insomma un grandissimo caos dal quale in primis emerge la mancanza di rispetto verso quello che è da sempre l’anello debole della catena: il tifoso, costretto a madar giù i bocconi amari prodotti dall’incapacità dei dirigenti e del sistema calcio.