Sindacati sul piede di guerra al Teatro Verdi di Pisa

Cultura
PISA e Provincia
Venerdì, 8 Ottobre 2021

Ancora attriti tra il personale tecnico del Teatro Verdi e la direzione artistica dello stesso, Enrico Stinchelli. le organizzazione Sindacali chiedono una pronta risposta dalla Presidenza e dal CDA della Fondazione Teatro Verdi di Pisa

La situazione del Teatro Verdi sta divenendo sempre più preoccupante, innanzitutto per la gestione unilaterale del lavoro e del personale.
Il neo-direttore artistico Enrico Stinchelli ha avviato un ambizioso e avventuroso programma del “trittico operistico verdiano” durante il mese di settembre, senza minimamente confrontarsi con il personale tecnico del teatro, imponendo ai lavoratori precari ritmi pesantissimi, orari interminabili e ore di straordinario per mettere in scena opere che richiederebbero, ciascuna, un mese di lavoro. 
Inoltre, il direttore artistico è ricorso a personale giovane appositamente ingaggiato, dichiarando che questo è l’indirizzo che intende intraprendere come sperimentazione al Teatro Verdi, marginalizzando il personale interno e ricorrendo, come legittima scelta artistica, a manodopera esterna, ma rivelatasi in questo caso poco esperta. 
Chiediamo alla Presidenza e al CDA se l’obiettivo è risparmiare sulla manodopera assunta, o introdurre una sorta di lavoro a cottimo eseguito da esterni, senza inquadramento professionale e contrattuale, disponibili a lavorare per pochi spiccioli e senza limiti di orario? 
Riteniamo che alcune stabilizzazioni e l’assunzione del personale attualmente precario, per rimpiazzare le figure che a breve andranno in pensione, sia la strada maestra per la correttezza delle relazioni tra le parti e per il rispetto del personale interno, che garantisce solida professionalità, rafforzata dalla formazione già inserita nello Statuto della Fondazione.
Possiamo inoltre considerare la strada intrapresa con la trilogia verdiana un esperimento riuscito in termini economici? Attendiamo i bilanci per capire quale sia stato il reale impatto sulle finanze del Teatro, anche alla luce dei contributi ministeriali.
Infine, il bando per l’assunzione del Direttore generale presenta troppi passaggi poco comprensibili rispetto all’obiettivo di individuare figure professionalmente solide: intanto, è necessario che si chiarisca quale sia la fonte per i 70mila euro del trattamento economico di questa figura. Se vi siano dei fondi appositi o se provengano dai contributi pubblici e se si,  in che modo impatteranno con il bilancio e se influiranno su il riconoscimento premiale da attribuire ai/alle lavoratori/lavoratrici della Fondazione; in secondo luogo, che il direttore generale possa essere individuato al di fuori della procedura stessa lasciando ampi margini di discrezionalità al CDA; viene inoltre richiesta un’esperienza che permette al CDA di individuare figure prive di titoli qualificanti di idoneità; in terzo luogo le prerogative affidate al direttore generale sarebbero ampiamente discrezionali per le assunzioni di personale di vario tipo.
Già per l’affidamento della direzione delle manifestazioni allo Scotto di questa estate, avevamo sollevato una richiesta di chiarimento rispetto alle procedure non trasparenti per il conferimento dell’incarico, a cui si era aggiunta una critica rispetto alla scelta di una figura politicamente imbarazzante e ben poco in sintonia con la tradizione culturale della città: la caratteristica del bando sembra riproporre lo stesso metodo opaco, in vista di una scelta che sembra destinata ad essere ricoperta da una figura inopportuna per la tradizione del Teatro Verdi e della città di Pisa.

 

redazione.cascinanotizie