Sipari Aperti Sempre, oggi lavoratori dello spettacolo in piazza a Pisa

Cronaca
PISA e Provincia
Sabato, 13 Giugno 2020

Settore in mobilitazione per le tante "problematiche esistenti nel mondo del teatro". Precariato, frammentazione contrattuale e assenza di ammortizzatori sociali, mentre la fase della "ripartenza" appare ancora lontana

I lavoratori dello spettacolo di Pisa, Lucca e Livorno non ci stanno.

Oggi, dalle 17.30, sotto Palazzo Gambacorti, la sede del Comune di Pisa, scenderanno in strada per far conoscere all'opinione pubblica la loro situazione lavorativa, spesso fatta di precariato, frammentazione contrattuale e assenza di ammortizzatori sociali.

In più, per tutto il settore, la "ripartenza" post Covid-19, appare sempre lontanissima.

"Siamo un collettivo di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo - scrivono sull'evento Facebook - e della cultura  delle provincie di Pisa, Lucca e Livorno che sta cercando di portare all'attenzione della cittadinanza e dell'opinione pubblica le problematiche esistenti nel mondo del teatro.

Lo scoppio di questa pandemia non ha fatto altro che accentuare maggiormente il pessimo stato in cui versa il settore dello spettacolo e della cultura. Un settore fatto di precariato, di frammentazione contrattuale, di ammortizzatori sociali spesso inesistenti e di mancanza di idee per una ripartenza seria e non posticcia come quella del 15 giugno.

Ci rivolgiamo ovviamente a tutti i lavoratori del settore spettacolo, ma soprattutto abbiamo bisogno del supporto della gente comune che vede nel luogo Teatro una fonte primaria di cultura ed istruzione".

 

Riportiamo di seguito il comunicato del collettivo.

SIPARI APERTI SEMPRE. LAVORATRICI E LAVORATORI DELLO SPETTACOLO DI LIVORNO, LUCCA E PISA

In seguito alla situazione venutasi a creare con la forzata chiusura dei teatri, un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle realtà teatrali delle provincie di Livorno, Lucca e Pisa ha deciso di organizzarsi per dare vita ad un percorso che partendo dall’attuale crisi metta in discussione il sistema teatro così come lo abbiamo conosciuto.

La forzata chiusura dei teatri in tempi di emergenza coronavirus impone agli operatori dello spettacolo (con qualsiasi inquadramento contrattuale e di mansione) una riflessione approfondita e rinnovata sul ruolo sociale del teatro e contestualmente sulla loro condizione di lavoratori.

Il teatro va ripensato come luogo sempre aperto di aggregazione, sperimentazione di nuove forme di socialità e sostegno all’educazione e alla formazione, di partecipazione e costruzione di percorsi e progettualità diverse e alternative a quelle fino ad oggi esperite ed anche come laboratorio per lo sviluppo di un nuovo rapporto fra vita e lavoro all’insegna di una qualità più alta per entrambi.

Proprio per questo si rende necessario un coinvolgimento diretto di tutti lavoratori nei processi creativi e produttivi inerenti alla creazione di spettacoli o eventi, nell’ottica di valorizzazione delle professionalità acquisite e per un efficace utilizzo delle stesse per prevenire sprechi nel nome dei quali sono stati spesso operate riduzioni di personale, diritti e retribuzioni.

Convinti che la situazione attuale non si possa superare con il ritorno ad un passato di precarietà lavorativa ed esistenziale chiediamo a gran voce l’immediato aumento degli investimenti pubblici nel settore teatrale (e culturale in genere) quanto meno al livello dei più importanti paesi europei.

L’indicazione deve essere quella della re-internalizzazione di tutti i servizi alle attività dello spettacolo (costruzione scenografie, sicurezza, logistica, facchinaggi, pulizie, sanificazione, ...) che valorizzi le realtà produttive e le figure professionali presenti sul territorio attraverso la formazione delle maestranze che limiti l’uso di manodopera non specializzata a basso costo.

Ripensare il teatro significa anche redistribuire orari e carichi di lavoro per una migliore qualità del lavoro e della vita nel pieno riconoscimento delle professionalità a livello contrattuale e retributivo, ma anche interrogarsi sul rapporto fra proposta artistica e territorio, in un continuo scambio fra locale e globale.

In questo senso è di vitale importanza creare nuclei artistici e formativi stabili che mantengano viva la relazione con il pubblico, con le scuole e con coloro che fanno vivere un luogo teatrale.

Se è vero che in ambito di produzione artistica non si possono avere contratti stabili è altrettanto vero che non si può relegare la produzione artistica e la formazione ad ancella della politica e dei vari direttori che essa istalla.

Il rapporto di lavoro in ambito artistico non si può ridurre a recepire ordini esecutivi, senza che si tenga nel giusto conto l’esperienza maturata.

Nella maggior parte dei casi la dirigenza, nel sempre più frequente e preoccupante avvicendarsi legato alla politica, non si preoccupa di studiare metodi organizzatavi capaci di connettere il progetto artistico con le esigenze di realizzazione tecnico-amministrativa.

CHIEDIAMO QUINDI

L’istituzione di un vero e proprio "reddito di emergenza" che possa traghettare l'intero settore fino alla sua completa entrata a regime.

L’Istituzione dell'obbligo di applicazione dei CCNL di riferimento, a tutte le categorie di lavoratori (estendendo le tutele e rivedendo i parametri anche alle realtà di giro) al fine di evitare la frammentazione contrattuale e la conseguente disparità di trattamento economico e di accesso agli ammortizzatori sociali

A garanzia di una maggiore stabilità lavorativa chiediamo una penalizzazione a livello tariffario delle assunzioni a chiamata giornaliera in modo da scoraggiarle

La valorizzazione delle competenze acquisite come risorsa mediante l’utilizzo del modello delle graduatorie pluriennali stilate attraverso il coinvolgimento del settore di riferimento

Il coinvolgimento di tutti i livelli territoriali e istituzionali per la stesura di una riforma sostanziale del settore

Richiesta di partecipazione ai CDA dei teatri di una rappresentanza dei lavoratori

L'accoglienza e attuazione di proposte di riorganizzazione/utilizzo alternativo degli spazi al fine di generare un aumento del numero di aperture ed estensione temporale dell'utilizzo degli spazi al fine di compensare la riduzione di pubblico imposta dai protocolli di sicurezza

Internalizzazione dei servizi attraverso formazione specifica e valorizzazione delle professionalità esistenti

Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per garantire incremento occupazionale e migliore qualità del lavoro e della vita

Ci rivolgiamo a tutti i lavoratori del settore dello spettacolo che svolgono la propria attività nelle altre provincie toscane.
A tutti loro va il nostro appello di riunirsi in un’unica realtà che possa essere rappresentativa del settore nella Regione Toscana.
I teatri devono tornare ad essere i luoghi dove si immagina e si crea quello che ancora non c’è e non più feudi a difesa di un esistente incapace di dare risposte.

 

redazione.cascinanotizie