Solidarietà alla Palestina: Palazzo della Sapienza occupato
Gli studenti spiegano la loro posizione
Dalla sera di martedì 21 il Palazzo della Sapienza, sede amministrativa dell'Università di Pisa, è occupato dalle studentesse e dagli studeni che così prendono posizione a sostegno della Palestina, spiegando le loro ragioni con il seguente comunicato stampa.
Venerdì 17 novembre la Torre di Pisa è stata occupata e gli studenti e le studentesse delle scuole e le università pisane hanno espresso la solidarietà della città di Pisa al popol palestinese, sventolando una bandiera della Palestina di venticinque metri dagli archi del
campanile. I tentativi mediatici di silenziare, sminuire o criminalizzare l’accaduto sono risultati insufficienti di fronte ad una volontà popolare, a Pisa come in tutto il mondo, di dare voce all’oppressione del popolo palestinese, di condannare il genocidio portato avanti da Israele nella totale complicità occidentale. Le foto della Torre che si dipinge dei colori palestinesi hanno girato il mondo, rompendo la cappa di silenzio internazionale e facendosi simbolo di una città, di un Paese, che sempre più in questi giorni sta esprimendo ostilità alle politiche del nostro Governo, volte a sostenere gli interessi guerrafondai e razzisti del regime di apartheid di Israele.
Rompere il silenzio non soddisfa, non basta a sé stesso. A Pisa, come in tantissime altre città in Italia e nel mondo, la volontà è quella di continuare ad agire concretamente, per il cessate il fuoco immediato in Palestina e per la libertà del popolo palestinese. Agire concretamente, sul nostro territorio, significa individuare e bloccare ogni complicità con il massacro in Palestina che da questa città si produce e si propaga. Significa fare i conti con le complicità del Governo, degli Atenei e di ogni istituto formativo, delle Aziende della filiera bellica o di quelle che sostengono economicamente Israele. Significa rintracciare le responsabilità dell’escalation in Palestina e spezzarle. Per questo motivo decine di persone martedì 21 novembre si sono riunite in assemblea nel Palazzo della Sapienza e hanno deciso di prendere nuovamente una netta posizione in questa città. Il Palazzo della Sapienza è stato occupato. Un luogo storicamente simbolo dell’Università di Pisa e della città tutta, eppure inaccessibile e chiuso alle iniziative dei suoi studenti e studentesse. È in queste aule che si tengono le più alte iniziative dell’Accademia pisana, che promuove un’ipocrita neutralità dei saperi. Oggi questo luogo rompe la sua omertà e si fa sede di chi in questa città vuole organizzare e dimostrare una solidarietà attiva nei confronti di un popolo che vede quotidianamente minacciata la sua esistenza.
Le aule di questo Palazzo si chiudono quindi al regolare svolgimento delle lezioni e attività accademiche, per aprirsi a nuove possibilità di formazione, confronto e organizzazione. Tutti gli spazi rimangono aperti e attraversabili alle studentesse e agli studenti, che sono invitati a partecipare attivamente alla mobilitazione e alle iniziative dell’Occupazione. Il messaggio mandato all’Università di Pisa è chiaro: deve prendersi le sue responsabilità nella possibilità di costruire una pace concreta in Medio Oriente, prendendo posizione per il cessate il fuoco immediato. La silenziosa neutralità di questi mesi dell’Ateneo e della Scuola Normale Superiore è allarmante, la presa di posizione della Scuola Sant’Anna a sostegno di Israele è gravissima; è inaccettabile che le istituzioni formative, luoghi di cultura e costruzione di sapere critico, non si espongano contro un massacro e dei crimini di guerra che stanno portando alla morte di decine di migliaia di persone nella striscia di Gaza.
Dal 7 ottobre Israele ha sistematicamente bombardato tutte le infrastrutture necessarie alla riproduzione della vita dei cittadini e le cittadine palestinesi, distruggendo ospedali, infrastrutture energetiche, scuole ed università; oltre 2500 studenti e studentesse hanno
perso la vita. Di fronte a tutto questo l’Università di Pisa deve uscire dalla retorica della neutralità, esponendosi per il cessate il fuoco e ritirandosi dalle sue complicità. Ad Unipi, gli studenti e le studentesse, chiedono: la presa di posizione pubblica e netta per il cessate il fuoco immediato in Palestina; la rescissione di ogni accordo con le istituzioni israeliane e con le aziende che su ogni livello - dalla produzione di tecnologie belliche al rifornimento energetico - contribuiscono alla riproduzione della colonizzazione e del massacro in Palestina. La neutralità, oggi, corrisponde ad una silente, inaccettabile complicità.