Soluzioni per gli anziani del Centro Casarosa di Zambra
Serve maggior sostegno da parte del Comune di Cascina se si vuole far restare aperto il Centro Diurno per anziani Casarosa di Zambra, o se dovesse chiudere e i pazienti dislocati in altre strutture avranno bisogno di maggior sostegno per il servizio di accompagnamento. Questa, in sisnte, la proposta fatta dalla Società della Saluta della Zona Pisana e dalla Cooperativa Paim proprietaria della struttura cascinese fatta durante l'incontro tenutosi nella sede della SdS di Pisa, dove però era assente l'Assessore al Sociale del Comune di Cascina, Ziello, giustificatosi con una disattenzione da parte della sua segretaria che le aveva cancellato l'appuntamento. Sia la Presidente della SdS, Sandra Capuzzi che i responsabili della Paim hanno ribadito che in caso di chiusura sono già disponibili 5-6 posti presso una simile struttura a Pisa e per gli altri, convenzionati privatamente, si propongono strutture analoghe alle stesse condizioni.
“Il Centro Diurno Casarosa potrebbe restare aperto qualora vi fosse un sostegno da parte del Comune di Cascina. Al momento però non ci sono le condizioni di sostenibilità economica per andare avanti nella gestione e dunque il centro chiuderà” ha spiegato la responsabile della Cooperativa Sociale Paim, Federica Tenerini, rispondendo ai familiari degli utenti del Centro di Zambra che chiedevano di poter continuare ad usufruire del servizio nella stessa struttura. All’incontro erano presenti anche il direttore della Società della Salute Alessandro Campani, il professor Giuseppe Cecchi, la direttrice dei Servizi Sociali della Asl Laura Brizzi.
“Sebbene la Sds non sia coinvolta direttamente nella gestione del Centro Casarosa – ha spiegato la presidente della Sds Pisana Sandra Capuzzi - abbiamo indetto quest’incontro per cercare soluzioni concrete al fine di aiutare e tutelare le famiglie degli 11 utenti che si trovano in un momento di difficoltà. Solo 4 degli ospiti del Casarosa sono in convenzione col pubblico: per loro abbiamo già riservato due posti nel centro socio-riabilitativo di via Garibaldi e altri due in quello di via Avanzi a Pisa. E’ necessario però che, per assicurare anche il servizio d’accompagnamento, il Comune di Cascina aumenti la sua quota per il trasporto sociale”.
Per gli utenti privati una possibile opzione emersa stamani è quella del trasferimento nella RSA “Villa Isabella” (in via La Tinta a Pisa), anch’essa gestita dalla Cooperativa Paim, dove sono disponibili 5/6 posti aggregati e autorizzati (previo potenziamento del personale). “Anche in questo caso – precisa Sandra Capuzzi - sarà necessario che l’amministrazione comunale di Cascina contribuisca ad assicurare il servizio di accompagnamento”.
Non è invece attuabile a breve la soluzione dell’Istituto “Remaggi” di San Lorenzo alle Corti, prospettata dall’Amministrazione Comunale cascinese, come ha ribadito la presidente Capuzzi: “Il Remaggi non ha al momento i requisiti di una struttura socio-riabilitativa – ha precisato - . Finora non è pervenuta nessuna richiesta per l’avvio dell'iter per renderla tale e mancano dunque le necessarie condizioni di garanzia. Ma per crearle ci vuole tempo e ci vuole l’impegno del Comune. Per mettere a norma il Remaggi servono fondi per interventi strutturali e almeno 3-4 mesi”.
Anche la dottoressa Laura Brizzi, direttrice dei servizi sociali della Asl, ha confermato come l’adeguamento dell’Istituto Remaggi a centro socio-riabilitativo richieda tempi lunghi e fondi consistenti.
Infine, a proposito del “Remaggi”, la presidente Capuzzi ha ribadito la necessità che l’Amministrazione Comunale di Cascina nomini al più presto il nuovo direttore dell’istituto.