Spiaggia del Gombo, un bene comune da tutelare

Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 12 Luglio 2024

Per Ciccio Auletta la proposta del centro destra e di Confcommercio sulla fruibilità della spiaggia del Gombo è una proposta assurda, ci sono già possibilità di usufruire di quella bellezza naturale senza doverla mettere a rischio, La Città Ecologica: "altro che boe il problema è l'erosione"

Questo il comunicato stampa di Una Città in Comune

Spiaggia del Gombo, le assurde proposte della destra, un bene comune da tutelare e non sfruttare
Come ogni anno infuriano le polemiche e le strumentalizzazioni, in particolare di FdI, sulla fruibilità della spiaggia del Gombo (Tenuta di San Rossore) da parte dei diportisti: una discussione che, se fatta con cognizione di causa e onestà intellettuale sarebbe più che opportuna e necessaria. Invece ascoltiamo solo vuoti proclami, demagogia e difesa di interessi di parte alla ricerca di qualche voto. 
  
Partiamo da una constatazione fondamentale su cui è bene essere chiari e spazzare il campo da ambiguità: l’attuale situazione per cui la costa della Tenuta di San Rossore (in particolare la zona del Gombo) è presa d’assalto da imbarcazioni di ogni tipo, infrangendo ogni tipo di regola (sia nautica che del Parco), è insopportabile e deve finire quanto prima. Non vogliamo colpevolizzare nessuno, ma come tante tradizioni sbagliate anche questa deve essere interrotta, per molti motivi. 
  
L’accesso alla spiaggia della Tenuta, al di là della possibilità via terra tramite visite guidate, non è consentito per ragioni di tutela ambientale. La soluzione di girare la testa dall’altra parte, e addirittura la rivendicazione un presunto diritto, come è stato fatto in questi anni, provoca solo danni all’ambiente e una profonda ingiustizia nei confronti di chi la barca non ce l’ha. 
Tra l’altro, per godere della spiaggia di San Rossore il Parco ha messo a disposizione anche la piccola spiaggia attrezzata alla quale tutti possono accedere seguendo precise procedure: si prenota, si lascia la macchina privata, e si viene accompagnati al mare in cambio di un modesto pagamento in favore dell’Ente. Questa deve essere la strada maestra: visite gestite dall’ente pubblico nelle forme e nei modi consentiti perché ritenuti sostenibili. 
  
Anche la fruibilità del mare può essere pensata nel rispetto delle regole, e magari agevolata controllandone numeri e modalità, ricordando però che il litorale pisano è ampio, e sarebbe possibile pensare a ipotesi del genere lontano dalle aree più delicate da un punto di vista ambientale. Perché focalizzarsi proprio sul tratto di San Rossore? 
Forse proprio perché, grazie alla presenza del Parco e al particolare regime di tutela della Tenuta di San Rossore, non è stata negli anni completamente occupata dagli stabilimenti balneari, ed è ancora possibile vedere un arenile naturale, degno di tale nome. Ma è giusto che il Parco paghi il prezzo della devastazione del resto del litorale? 
  
Noi crediamo che la riflessione debba essere allargata a tutto il tratto di costa da Livorno a Viareggio (coinvolgendo quindi anche i Comuni di San Giuliano Terme e Vecchiano), approfittando anche dell’occasione del decadimento delle concessioni demaniali agli stabilimenti balneari recentemente sancita dal Consiglio di Stato. 
  
Siamo sicuri che aver destinato a stabilimenti balneari l’intero tratto di costa al di fuori di San Rossore sia stata una scelta giusta? Quali sono i limiti perché la fruizione sia sostenibile per l’ambiente? Quali sono le misure da intraprendere per sostenere l’economia di qualità, con una prospettiva di lungo periodo, e stroncare quella predatoria che considera i beni comuni come una proprietà da consumare? 
  
Su tutto questo dovremmo confrontarci per poter trovare soluzioni durature, sostenibili e giuste, che garantiscano la tutela ambientale, la possibilità di poter fruire serenamente di una parte del litorale, la conservazione di ecosistemi unici e preziosissimi accettando che siano esclusi da tale fruizione. Pensare, come vorrebbe Petrucci, di discutere di un campo boe senza affrontare tutto il resto è solo un tentativo miope per portare avanti con ipocrisia le pratiche inique e dannose di sempre. 
  
Pensare poi che impedire l’accesso al Gombo minerebbe l’intero comparto della nautica pisana significherebbe dire che quel comparto si sostiene grazie ad una attività illegale: noi non crediamo che sia così e pensiamo che le attività economiche abbiano bisogno di soluzioni vere su cui pianificare investimenti, partendo proprio da un’offerta di qualità basata sulla fruizione sostenibile del nostro bellissimo litorale. 
  
Una città in comune 

Questo il comunicato de La Città Ecologica

Sembra che oggi  anche  la  targa  lorenense  in  marmo non sia più presente sul cippo. Anche in questo caso chi ha la custodia del bene dovrebbe chiarire se ciò risponde al vero e, se sì, se la lapide sia stata asportata per custodirla in locali del Parco o se sia stata persa o trafugata.
Le foto allegate esplicitano visivamente quale sia il vero problema della spiaggia del Gombo: un’erosione che dal litorale pisano a nord dell’Arno accumula sedimenti al porto di Viareggio intasandone l’accesso. La quantificazione di tale flusso è abbastanza certa e valutabile potenzialmente in circa 100.000 m3/anno sul medio periodo (ultimi decenni), mentre attualmente è forse leggermente inferiore. In 21 anni sono stati stimati apporti sedimentari per 2.100.000 m3 !
La Città ecologica ha sempre sostenuto che almeno una parte di quell’enorme quantità di sedimenti debba essere utilizzato per il ripascimento del litorale del Parco che, in particolare nel tratto prospiciente San Rossore, ha raggiunto proporzioni preoccupanti e che è quello che quei sedimenti fornisce.
 
Questo sono i veri problemi del Gombo che i cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare accentueranno ulteriormente.
Inconcepibile che ci sia chi, invece di proporre soluzioni per questi enormi problemi, si trastulli con richieste assurde e sbagliate come quella di favorire e incentivare l’attracco dei natanti al Gombo. C’è tutta la costa e il mare tutto per esercitare la propria passione nautica: assurdo pretendere di esercitarla proprio al riparo della scogliera del Gombo dove , tra l’altro, la qualità delle acque sarebbe modesta. Altrettanto assurdo voler trasformare la spiaggia del  Gombo  in  una spiaggia di “libera” fruizione per i diportisti e contemporaneamente un punto di accesso libero e non controllato a tutta la Tenuta di San Rossore.

La Città Ecologica

(nelle foto tratte dal comunicato de La Città Ecologica, si vede come era posizionato il cippo nel 2021, le opere fatte per salvarlo e la situazione attuale)

 

redazione.cascinanotizie