Sport e resistenza, le partite più lunghe

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Mercoledì, 15 Luglio 2020

La fatica è una delle componenti fondamentali di qualsiasi sport, e in sua assenza è difficile poter persino parlare del concetto stesso di sport. Che sia una conseguenza dell’attività sportiva, che sia un metodo per ottenere un risultato o che sia essa stessa l’ostacolo da superare come negli sport di resistenza, l’affaticamento sia fisico che mentale è un compagno con il quale qualsiasi atleta, di qualsiasi disciplina sportiva, si trova sempre a fare i conti. Ci sono poi situazioni nelle quali la resistenza alla fatica è vera e propria protagonista: è il caso di eventi dove, per gli atleti, la partita si gioca su una sfida con sé stessi prima ancora che un confronto con l’avversario, una sfida nella quale a vincere diventa chi riesce a mantenere concentrazione mentale e capacità fisiche per più tempo rispetto all’avversario, impegnato in un confronto identico.

Ovviamente ci sono sport dove è molto più probabile rispetto ad altri che i tempi di gioco si dilatino: in giochi scanditi da tempistiche molto ben definite, come è il caso di tipici sport di squadra come calcio o pallavolo, è difficile assistere a partite lunghissime. Difficile, certo, ma di sicuro non impossibile. Prendendo a esempio il mondo del calcio, nei tornei, quando a essere chiamati in causa sono i tempi supplementari e i rigori come nel caso della recente finale di Coppa Italia, è comune assistere a partite che sfondano la durata delle 2 ore e mezza. Quando però a essere chiamato in causa è il desiderio di entrare nella storia dello sport, ecco che le partite possono durare giornate intere. È il caso della partita fra Sportfreunde St. Wendel-Winterbach e Thank God it's Friday Event Club, tenutasi in Germania appositamente per diventare la partita di calcio più lunga di sempre: grazie alle 168 ore consecutive giocate, la missione è stata compiuta. Una delle vicende più conosciute sotto questo punto di vista viene dal basket, nel quale non è previsto il pareggio: se al termine dei tempi regolamentari le due squadre sono in pareggio sono previsti degli overtime della durata di cinque minuti ognuno, e tanti quanti necessario perché il punteggio non sia più pari. Grazie a questa regola, nel 1989 una partita fra Seattle Supersonics e Milwaukee Bucks durò 72 minuti di gioco. Se 72 minuti possono non sembrare una gran cifra, va ricordato che nel basket il tempo di gioco scorre soltanto durante le azioni: la durata della partita in tempo reale superò le quattro ore e mezza, prolungandosi per ben cinque overtime.

Nel caso di sport che invece non prevedono da regolamento una durata massima, si può assistere a vere e proprie maratone. Dal tennis viene una delle partite più famose, quella fra John Isner e Nicolas Mahut giocata a Wimbledon nel 2010. Durata 11 ore e 5 minuti distribuiti in tre giorni, dal 22 al 24 di giugno, la partita è solo uno fra i tanti incontri di tennis di durata monstre, ma ha segnato diversi altri record della disciplina. Phil Laak, invece, è riuscito direttamente a entrare nel Guinness World Record per la più lunga partita di poker mai giocata. Preparatosi appositamente con il fine specifico di diventare il detentore del record, è stato in grado di far durare la sua maratona la bellezza di 115 ore, seguendo regole rigidamente stabilite di 5 minuti di pausa ogni 55 di gioco, pause fra loro cumulabili. Anche nel mondo degli scacchi, uno fra gli sport mentali per eccellenza, si assiste normalmente a partite lunghissime. Quella giocata a Belgrado nel 1989 fra Ivan Nikolic e Goran Arsovic è, a distanza di oltre trent’anni, la più lunga mai giocata con regole moderne. La partita durò 20 ore e finì patta grazie alla regola che lo prevede nel caso in cui, nel volgere di 100 mosse, non si verifichino catture di un pezzo o movimenti di pedone. O, per meglio dire, lo consentiva: tale regola fu modificata, dimezzando il numero di mosse necessario da 100 a 50, proprio in seguito a questa vicenda.

Ogni sport, va detto, ha una sua “partita più lunga”, svoltasi in circostanze particolari o situazioni eccezionali. Quelle viste, tuttavia, rendono evidente come la resistenza allo stress della competizione, anche mentale, rivesta un ruolo fondamentale nell’esito ultimo dello scontro.

redazione.cascinanotizie