Squadre, formule e sostituzioni. In serie C è caos totale

Sport
Venerdì, 4 Agosto 2017

Cambia il nome del campionato, da Lega Pro a Serie C, cambiano anche i mestieranti protagonisti della sorti di squadre e tifosi, ma alla fine tutti centrano l’obiettivo: coprire di ridicolo la terza serie calcistica italiana ed umiliare i tantissimi tifosi, potenzialmente più di quelli di serie B che sono “costretti” a seguirla.

Quando il signor Gabriele Gravina da Castel di Sangro prese il posto dell’immarcescibile Mario Macalli, promise, come il più esperto dei politicanti, rinnovamento e benessere per tutti. Fece della Lega Pro a 60 squadre il suo cavallo di battaglia, ma per accaparrarsi ancora più voti promise playoff per tutti o quasi. Nacque così l’orrore visto nella passata stagione dei playoff a 28 squadre, fino alla decima per ogni girone: venghino signori, venghino, uno spareggio promozione non si nega a nessuno.

Che la grande ammucchiata in Serie C non sarebbe potuta durare lo avrebbe capito anche un neonato. Ma non contente, le varie componenti del calcio, e qui c’ha messo del suo anche l’Assocalciatori, hanno iniziato a farsi la guerra. La FIGC di Tavecchio vorrebbe una riforma dei campionati, ma non si vuol prendere la responsabilità, altrimenti rischia di perdere voti di chi perde il posto al sole, Gravina che difende a spada tratta le sue scelte, anzi no, ma non si assume le responsabilità scaricando il barile sulla FIGC, Tommasi con il suo sindacato calciatori che rivendica il diritto alla serie C a 60 squadra nel nome della tutela di posti di lavoro, chiudendo gli occhi di fronte a tutti quei calciatori che dopo pochi mesi non percepiscono più lo stipendio semplicemente perché le società non hanno le spalle abbastanza grandi da potersi permettere la Serie C.

Il tutti contro tutti partorisce così mostri come quello di oggi in consiglio: a fronte di cinque squadre depennate, ne è stata ripescata solo una (la Triestina): totale 56 squadre e tanti saluti all’equilibrio dei tre gironi che verosimilmente saranno uno da 20 squadre e due da 18, con dei playoffs (formula ancora da decidere, ma al solo pensiero di cosa possa venir fuori sono autorizzati i brividi) che saranno giocoforza squilibrati, quantomeno nel numero di partite giocate dalle squadre dei vari gironi. Chi si trova in quello da 20 avrà giocato ben quattro partite in più degl’altri, a giugno non sarà cosa di poco conto.

A proposito di formule diamo uno sguardo a come negl’altri paesi, considerati all’avanguardia calcisticamente parlando, è organizzata la terza serie. In Inghilterra si chiama League One, girone unico a 24 squadre le prime due salgono direttamente per la terza promozione playoffs a quattro squadre con semifinale di andata e ritorno (rigori in caso di parità) e finale a Wembley (anche qui rigori in caso di parità. In Germania invece si chiama Dritte Liga, vi partecipano 20 squadre (girone unico). Le prime due vengono promosse mentre una terza promozione è decisa da un playoffs fra la terza classificata e la terz’ultima della Bundesliga 2. Spostiamoci in Francia dove il campionato di terza serie è a carattere semiprofessionistico e si chiama Championnat National. Vi partecipano 18 squadre e le prime tre vengono promosse in League 2. Le regole attuali prevedono che le squadre professioniste retrocesse nel National dalla Ligue 2 possono mantenere, fatti salvi casi particolari, lo status di professionismo per due anni a partire dalla data di retrocessione; di conseguenza, nel campionato è possibile trovare sia squadre professioniste che semipro. Le squadre non professioniste che guadagnano la promozione in Ligue 2 devono assumere lo status di professionismo; se impossibilitate a farlo, perdono il diritto alla promozione, ed in loro vece viene ripescata la prima retrocessa della serie superiore. In Olanda il terzo livello del calcio si chiama Tweede Divisie, è ancora un campionato dilettantistico, vi partecipano 18 squadre in un unico girone. Solo la prima classificata viene promossa nella categoria superiore.

Come vediamo gran parte dell’Europa calcistica ha una terza serie a girone unico, con regole semplici e stabili. Peggio dell’Italia fa solo la Spagna. Qui le squadre sono addirittura 80 e sono suddivise in quattro gironi da 20 squadre. Le quattro vincitrici dei gironi hanno l'opportunità di essere promosse direttamente affrontandosi in due gare in cui le vincitrici accedono in seconda serie, mentre le due semifinaliste perdenti entrano nel meccanismo dei play-off che decide le altre due promosse e che coinvolge le squadre fino alla quarta classificata.

Quello delle squadre partecipanti non è però l’unico pastrocchio: scimmiottando una decisione presa dalla Lega Dilettanti, e che in quei campionati potrebbe anche avere un senso, si è deciso di dare il semaforo verde a ben 5 sostituzioni. In pratica a finire la partita potrà essere una squadra diversa al 50% (negli uomini di movimento) rispetto a quella scesa in campo all’inizio. Immaginiamo gli ultimi 5’ di gioco con una squadra in trasferta avanti con il minimo scarto. Anzi no, non sono immaginabili, perché semplicemente non si giocherà a calcio, ma gli spettatori potranno assistere ai giocatori che transumano dal campo verso le panchine cercando di guadagnare più tempo possibile con un numero di cambi abnorme.

massimo.corsini