Stato di emergenza nazionale negato, su Calci "sottovalutazione del Governo"
Con un lungo comunicato congiunto, a firma di Tommaso Pierini (segretario PD Calci) e Massimiliano Sonetti (segretario provinciale PD Pisa), il Partito Democratico torna sullo stato di emergenza nazionale negato dal Governo al Monte Pisano.
Questo di seguito la nota integrale.
La negazione dello Stato di emergenza nazionale per l'incendio del monte pisano mostra che nel Governo non c'è stata, al momento della decisione, abbastanza sensibilità per la specificità del caso di Calci. Tale negligenza traspare dalle motivazioni, con cui il Governo nega a Calci lo stato di emergenza nazionale.
Lo stato di emergenza nazionale viene dichiarato per eventi calamitosi per cause naturali, come, ad es., la siccità, le alluvioni, i terremoti, o per cause connesse all'attività umana, come, ad es., una emergenza rifiuti, danni a reti idriche o, appunto, un incendio doloso. Per un incendio è stato già dichiarato una volta lo stato di emergenza nazionale in relazione ad una richiesta di aiuto internazionale da parte di Israele nel 2016.
Lo stato di emergenza nazionale si dichiara in ragione dell'estensione o dell'intensità dell'evento. Sebbene l'incendio a Calci interessi circa il 40% del territorio comunale, ovviamente ha coinvolto solo 3 comuni, lambendone un quarto, quello di Cascina. Sebbene si tratti a Calci dell'incendio più grande che memoria umana ricordi, è soprattutto l'intensità del rogo che darebbe motivo a dichiarare l'emergenza nazionale.
Su questo punto, credo, che il Governo abbia sottovalutato la forza dell'incendio, l'impatto e i conseguenti rischi sul territorio. Prima di tutto appare improprio dire che l'incendio “non ha coinvolto le strutture e le infrastrutture presenti”. La rete elettrica è stata coinvolta, la strada provinciale del Serra, una delle due principali arterie che attraversano il comune, è attualmente ancora chiusa al traffico. 7 abitazione sono state distrutte dalle fiamme. Inoltre, per conformazione del territorio comunale, non si può dire che l'incendio abbia solo “lambito” l'abitato principale, perché Calci non ha un abitato principale, ma è una rete di frazioni più o meno grandi e interconnesse. Di fatto l'incendio è passato attraverso due importanti frazioni, arrivando a Montemagno, San Lorenzo, alla Certosa e a ridosso della Pieve, la frazione centrale, dove si trova il municipio. 4 famiglie hanno perso tutto.
Inoltre il Governo sembra aver sottovaluto il rischio residuale “nelle aree colpite dagli eventi calamitosi”, cioè, il rischio “strettamente connesso all'evento” e che richiede interventi “finalizzati prioritariamente alla tutela della pubblica e privata incolumita'.” (d. lgs. 2 gennaio 2018, art. 25, c. 2d). Per la conformazione del territorio calcesano eventuali precipitazioni più consistenti possono creare alluvione e dissesto che andrebbero prevenuti. Gli interventi necessari e indifferibili non riguardano tanto il “recupero forestale”, quanto il rischio idrogelogico e alluvionale.
Era meglio lo Stato di emergenza nazionale oggi, che una calamità naturale domani. A quanto pare, già in val susa la negazione di uno stato di emergenza nazionale per incendio aveva portato successivamente ad una calamità naturale per alluvione. Andrebbe prevenuto che ciò si ripeta.
A Calci furono elaborati tutti i piani di protezione civile necessari per affrontare eventi calamitosi. Infatti la gestione dell'emergenza e dell'immediato superamento dell'emergenza sono stati affrontati dai Comuni, dalle squadre antincendio e forestali, dalla Regione Toscana, ecc., in maniera egregia. Tuttavia si sottovaluta l'incendio, il suo l'impatto sul territorio, se non si considera che le fiamme di quella notte hanno cambiato tutta la situazione e il contesto in cui si opera.
Per quanto riguarda i “fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture, pubbliche e private, danneggiate, nonché dei danni subiti dalle attività economiche e produttive, dai beni culturali e paesaggistici” (d. lgs. 2 gennaio 2018, art. 25, c. 2e), appare del tutto evidente che ci siano stati danni alle strutture (case), infrastrutture (strade), alle attività economiche e produttive, relative alla produzione e la vendita dell'olio d'oliva calcesano; così come è del tutto evidente che il danno culturale e paesaggistico è enorme. E' bruciata la valle intorno alla Certosa di Calci, la valle che passa da Montemagno e arriva a Caprona, dove si trovano molte delle strutture ricettive presenti nel Comune. Il territorio calcesano, noto e apprezzato dai turisti per il verde, la sentieristica, per il turismo ambientale in genere, è trasformato in una landa desolata. Come si può sottovalutare la possibilità che ciò abbia conseguenze negative sulle prossime stagioni turistiche?
Tutti questi motivi rendevano e rendono l'intervento di aiuto dello Stato necessario e indifferibile. La Toscana non può fare tutto da sola. La Regione ci sta dando una grandissima mano. Fa piacere che il Governo riconosca che tutti gli interventi di tipo a) e b), definiti dal d. lgs. 2 gennaio 2018, art. 25, c. 2, vale a dire, relativi “all'organizzazione ed all'effettuazione degli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata dall'evento” e “al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, alle attività di gestione dei rifiuti, delle macerie, del materiale vegetale o alluvionale o delle terre e rocce da scavo prodotti dagli eventi e alle misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori interessati” siano stati sostenuti “sostanzialmente dal sistema regionale di protezione civile”, peraltro anche da privati cittadini, studenti, tifosi del Pisa, da associazioni e dalla amministrazione cittadina che si sono rimboccati le maniche. E' grazie alle comunità pisane, alla tenacia del Sindaco e della Giunta, alla Regione, se la situazione tiene! Tuttavia non basta. Appare una forte sottovalutazione sostenere che gli interventi necessari siano da ritenersi “limitati”. Ad es., la gestione dei rifiuti e delle macerie è ancora in corso! Senza il riconoscimento dell'emergenza nazionale, si corre il rischio che le spese per lo smaltimento dei rifiuti e delle macerie delle case distrutte sia a carico esclusivo dei privati. Davvero il Governo ritiene di non intervenire?
Tutte queste sottovalutazioni della nostra situazione mostrano che il Governo non è sufficientemente a conoscenza della peculiarità di Calci. Visto che non ha ancora stanziato nulla, si attivi finalmente l'on. Ziello per il territorio in cui è stato eletto. Consiglierei però al Governo di sentire i parlamentari dell'opposizione, come Susanna Cenni, perché l'on. Ziello non sembra avere contezza di ciò che succede sul territorio. Infatti se sul versante aiuti all'agricoltura sembrerebbe muoversi qualcosa è merito di Susanna Cenni e della commissione agricoltura. Loro a Calci ci sono venuti davvero. Si sostenga l'emendamento presentato da Cenni, Ciampi e Ceccanti.
Tommaso Pierini
Segretario PD Calci
Massimiliano Sonetti
Segretario provinciale PD Pisa