Stop alla vendita di gadget fascisti, ecco la mozione del PD
In un’Italia dove leggi e norme spesso restano macchie di inchiostro sulla carta, una in particolare si distingue per essere spesso ignorata. E’ la legge del 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”), detta anche Legge Scelba, che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque “faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista”, oppure da chiunque “pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. Capita così in molte attività commerciali di vedere in vendita gadget che si rifanno all’ideologia fascista. Manganelli con slogan inquietanti oppure magliette, tazze, ed accessori riportanti simboli di un passato buoi e nefasto o addirittura l’effige del dittatore che portò l’Italia nei suoi anni più oscuri.
Dopo la mobilitazione di molti enti istituzionali arriva anche a Cascina la mozione che chiede al Consiglio Comunale di intraprendere “azioni finalizzate a contrastare la vendita e la diffusione di oggettistica raffigurante immagini, simboli o slogan rievocativi l’ideologia fascista”. Una mozione che chiede, in definitiva, il rispetto della norme costituzionali.
Dopo che anche la Regione Toscana nel dicembre scorso ha approvato una mozione al riguardo (con i voti favorevoli di Pd e Sì-Toscana a sinistra, quelli contrari di Lega nord (con l'eccezione di Elisa Montemagni, che si è astenuta) e Fratelli d'Italia, mentre il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto) e dopo che molti comuni si sono espressi contro la vendita di gadget fascisti, anche a Cascina il Partito Democratico, con il consigliere Francesco Bertelli, presenta una mozione che il Consiglio Comunale discuterà nella seduta di giovedì 11 maggio.
A tal proposito c’è subito la prese da posizione dell’ANPI che si schiera al fianco della mozione auspicando che venga approvata. “Nel nostro Paese è ancora praticata la vendita di gadget che fanno riferimento alla dittatura del ventennio fascista, afferma Franco Tagliaboschi, vicepresidente della sezione ANPI di Cascina, questo suscita sdegno da parte di coloro che sono stati oltraggiati e perseguitati durante il fascismo; inoltre tali vendite recano offesa alla nostra Costituzione nata dalla lotta partigiana. L'ANPI, prosegue Tagliaboschi, chiede alle istituzione di mettere in atto strumenti idonei affinché il reato di apologia di fascismo venga prontamente inserito all'interno del codice penale. La mozione è stata approvata dai Consigli dell'Emilia Romagna e della Toscana e da altri comuni della nostra provincia”.
Infine l’invito di Tagliaboschi ai cascinesi: “facciamo appello alla cittadinanza e alla Associazioni del territorio affinché durante la discussione della mozione siano presenti nella sala del Consiglio”.