Teatro di Buti, nuova produzione ispirata a Jean Genet dal 29/11 al 3/12

Cultura
Buti
Martedì, 27 Novembre 2018

Il Direttore Artistico del Teatro di Buti, Dario Marconcini, torna con una nuova produzione ispirata al grande scrittore Jean Genet.

Nei giorni 29-30 novembre e 1-2-3 dicembre alle ore 21,15 presso il Teatro Vittoria, Via Europa 2 , Cascine di Buti (PI)  verrà messa in scena la nuova produzione del nostro Direttore Artistico Dario Marconcini dal titolo “Oratorio del tradimento: una messa laica per Jean Genet” testo di Luca Scarlini. 

La parola che Genet usa di più nella sua opera è tradimento: delle aspettative, dei ruoli, delle nazionalità, delle appartenenze. Il grande autore de I paraventi odiava il teatro tradizionale, con il suo birignao e piagnisteo, andava al sodo, proponeva come ambientazione di ogni moderno dramma il cimitero, la cui sacralità avrebbe finalmente ritrovato il suo crisma intero. L'oratorio del tradimento è una biografia poetica di Genet, che riscontra i dati esistenziali nella scrittura di una moderna sacra rappresentazione, tra passato remoto e futuro prossimo venturo.

                                                                                                                                      Luca Scarlini

Scarlini ci ha dato un testo incandescente, scomodo, vero, in una forma che ci riporta a una ritualita'perduta. E' in questo senso che cercheremo di restituire le diverse tappe della vita di Genet dalla sua dura iniziazione fino al suo sguardo disincantato sul mondo del Teatro .  

E' questo, dopo H. Muller , il secondo lavoro con i giovani attori del teatro laboratorio con l'augurio che questo ensemble possa avere piu' continuita' e futuro.

Dario Marconcini

Chi è Jean Genet

 Ladro e poeta, dandy e rivoluzionario, Jean Genet è una delle figure più controverse della letteratura del XX secolo. Lui stesso ha fatto di tutto per mantenere un fitto mistero intorno alla sua vita.

Nato da padre ignoto e abbandonato dalla madre a soli sette mesi, viene dato in affidamento a una famiglia di contadini della Francia centrale. Poi i primi furti, la dura colonia penale e Mettray, il servizio militare in Siria e Marocco. Tornato in Europa, Genet passa il resto della sua giovinezza tra vagabondaggi omosessuali, furti e avventure picaresche, entrando e uscendo dalla prigione. E’proprio in carcere che scrive le pagine, scoperte e amate da Cocteau, che lo consacreranno alla fama: negli anni quaranta scrive e pubblica poesia, romanzo e un celebre diario.

Sorprendentemente, alla grazia presidenziale del 1949 segue un lungo periodo di silenzio artistico, e la sua vita si divide tra il bel mondo parigino, che ormai lo accoglie a braccia aperte, e l’universo sotterraneo della piccola criminalità, a cui si sente ancora intimamente legato. Poi la ripresa dell’attività teatrale,e, alla fine degli anni sessanta, una nuova svolta: da quel momento Genet sarà al fianco delle Pantere nere, dei palestinesi e dei diseredati della terra. Non scriverà più nulla a parte brevi pezzi e articoli che confluiranno nel suo ultimo libro, Un captif amoureux, pubblicato postumo.

Opere teatrali di Jean Genet

Sorveglianza speciale, le Serve, Il Balcone, i Negri, i Paraventi, Splendid’s e Elle.

luca.doni