Teatro Rossi di Pisa. Dopo l'assegnazione del Demanio politica sul piede di guerra

Politica
PISA e Provincia
Giovedì, 9 Febbraio 2023

Due distinti comunicati chiedono maggiori informazioni sulla gestione della struttura affidata per 30 anni alla GDS Art Management di Sassari

Scrive Paolo Martinelli, candidato a sindaco del centrosinistra

Martinelli chiede una discussione pubblica: "Dato per 30 anni a un privato di Sassari. Con quali garanzie e quale progetto?"

"Nella città che costruiremo, finalmente si smetterà di ignorare le realtà associative e culturali attive e di voltare le spalle alle esperienze più vitali del territorio. Coinvolgimento e partecipazione sono le parole d’ordine del nostro progetto per Pisa". A dichiararlo, a proposito dell'affidamento del Teatro Rossi a una gestione privata, è il candidato sindaco del centro sinistra Paolo Martinelli, che prosegue: "Molti conoscono il Teatro Rossi, il più antico della città, grazie al lavoro e alla cura degli attivisti del Teatro Rossi Aperto, che ne hanno fatto per 8 anni uno spazio vivo e vitale, dimostrandone l’enorme potenzialità.

Se ne poteva fare un vero teatro della città se le istituzioni pisane avessero pensato di acquisirne la proprietà e immaginare un percorso di riapertura  partecipato, come suggeriva l'esperienza di autogestione. Invece si è scelta la strada dell’affidamento a una gestione privata, alla GDS Art Management di Sassari, per i prossimi 30 anni, con un canone annuo di 24 mila euro, un importo minimo per un bene come il Teatro Rossi.

Ci auguriamo ovviamente - prosegue Martinelli - che sia un progetto affidabile, per il bene della città, ma restano domande fondamentali senza risposta: l'impresa assegnataria è in grado di sostenere le spese di ristrutturazione e messa in funzione? Sono previsti altri soggetti o enti finanziatori? È possibile conoscere il piano economico-finanziario con cui è stata assegnata la concessione? Si sente parlare e si legge di una società che sarà costruita ad hoc, alludendo a investitori locali e nazionali e a una ristrutturazione di cui non si conoscono elementi. Altra domanda: quale idea di cultura e teatro anima il progetto presentato? Possibile che questi punti non siano già delineati e che non sia possibile condividerli con la città? Sono domande che esigono risposte chiare e riguardano tutta la città. Per questo - conclude Martinelli - chiedo pubblicamente all'Amministrazione comunale un percorso trasparente e una discussione pubblica sul progetto che si è aggiudicato la gestione del Teatro Rossi".

 


Scrivono Una città in Comune e Rifondazione Comunista.

Fuori i nomi. Pretendiamo trasparenza. Fatto accesso agli atti al Demanio

Ancora una volta solo grazie alla nostra denuncia e al nostro lavoro la città è venuta a conoscenza delle grandi manovre che si stanno muovendo intorno al Teatro Rossi. E purtroppo tutte le nostre preoccupazioni sembrano ancora una volta essere fondate. Avevamo subito avanzato dubbi sulla società che aveva vinto il bando della Agenzia del Demanio visto che nei fatti è priva di qualsiasi attività e solidità. E questi sono confermati dallo stesso Destasio della società Gds Arts Management, vincitore della gara, che serenamente ha spiegato di essere un "prestanome", di essere stato contattato da imprese locali e nazionali che si occupano di restauri di immobili storici per partecipare al bando e che la sua società, che ha vinto la concessione, non sarà quella che si occuperà dei lavori e della gestione ma che sarà fatta un'altra società ad hoc con queste imprese. Ma chi sono questi imprenditori? Chi sono le imprese locali e nazionali dietro De Stasio? Perche, se ci sono interessamenti locali non si sono manifestati quando il dibattito sul teatro era vivo e scottante? E ancora, cosa sapeva la Soprintendenza? Era per caso a conoscenza di disponibilità economiche che avrebbero reso facile a chiunque i lavori di recupero dell’immobile?

Vogliamo la massima trasparenza su un bene comune così prezioso ed unico della nostra città. Quale è il progetto di recupero e quale quello culturale? Torneremo alla "gloria degli Uffizi Pisani", di un parco giochi turistico in cui la cultura fa da cornice ? Anche su questo non si sa nulla e non c'è nessun coinvolgimento e nessun percorso pubblico, a partire dalla esperienza del Teatro Rossi Aperto che per 8 anni ha restituito alla cittadinanza questo spazio.

Il Comune di Pisa sa qualcosa, è stato coinvolto o informato? Da parte nostra abbiamo fatto un accesso agli atti nei confronti della Agenzia del Demanio per avere tutta la documentazione. Serve un confronto pubblico e soprattutto chiarezza e trasparenza su chi sono i veri investitori e quali sono le loro intenzioni.

redazione.cascinanotizie