Teotino (Unione Popolare): "Basta contributi pubblici a Confindustria"
Comunicato del candidato alla Camera (collegio uninominale)
Giovedì 15 settembre si è svolto un partecipato flash mob di fronte a Confindustria di Pisa, durante il quale abbiamo denunciato il fatto che il nostro è l’unico paese in Europa in cui i salari sono diminuiti del 3% dal 1990 ad oggi, frutto di 30 anni di consociativismo tra Confindustria, governi e CGIL CISL UIL
Nell’ultima Assemblea di Confindustria in Vaticano il Presidente Bonomi ha chiesto e ottenuto altri aiuti di Stato, delocalizzazioni, attacco al reddito di cittadinanza, addossando i costi sociali della crisi all’erario nazionale. Invece di mettere nelle casse pubbliche gli extra profitti accumulati in questi anni, i padroni vogliono continuare a guadagnare senza pagare dazio.
E' la guerra in casa nostra, che non si combatte con le armi, ma con salari e pensioni da fame, centinaia di morti sul lavoro ogni anno, leggi antioperaie promosse dal governo Draghi e da quelli che lo hanno preceduto.
Il governo Draghi, con il consenso di FdI, ha varato 200 euro una tantum quando un salario di 1.000 euro ha ormai perso 80 euro di potere d’acquisto ogni mese, Il taglio dell’1,2% sul “cuneo fiscale” (12 euro al mese), che significa meno soldi per le pensioni presenti e future; Il congelamento temporaneo degli “oneri di sistema” per contenere l’aumento delle bollette; Lo sconto temporaneo delle accise e dell’Iva sui carburanti
Tutte misure che vanno a carico dei conti pubblici, preparando un debito più alto, ma che non toccano minimamente i profitti delle imprese. Gli aumenti salariali devono essere a carico delle imprese, non dello stato, altrimenti quel poco che entra in una tasca esce in misura maggiore dall’altra, con le tasse e la diminuzione dei servizi pubblici.
Unione Popolare propone che nessun contributo pubblico vada a Confindustria ma che si realizzi una risoluta lotta contro l’evasione fiscale, una nuova scala mobile per salvaguardare i salari dall’inflazione, lo stop a precarietà e sfruttamento, un salario minimo 10€ l’ora, l’abolizione del jobs act e dell’alternanza scuola-lavoro, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel codice penale per fermare la strage di lavoratori.