Toscana Aeroporti muove guerra a Pisa: più nessun rapporto isituzionale
Quella tra la società che gestisce gli scali aerei toscani si palesa come una vera e propria rottura. "Toscana Aeroporti stigmatizza la sterilità del confronto e l’esistenza di un dibattito surreale e fuori dal tempo fondato sull’insesistente dualismo tra Pisa e Firenze". Filippeschi: "Un fatto senza precedenti. Una decisione assurda, priva di validità"
Firenze contro Pisa e la costa. Il duello sulla seconda pista di Peretola diventa una guerra istituzionale tra il Consiglio comunale di Pisa (che nei giorni scorsi aveva votato una mozione che esprimeva "l'assoluta contrarietà alla realizzazione" della nuova pista fiorentina) e il consigloio di amministrazione di Toscana Aeroporti, da ieri pomeriggio, venerdì 18 dicembre, passato allla rottura istituzionale, con "la decisione di interrompere i rapporti istituzionali con il Consiglio Comunale di Pisa, fatto salvo quelli previsti dalla Legge".
Una situazione incredibile, lontana da qualsiasi logica e sicuramente figlia di malumori sotterranei e degenerati nel tempo.
Scrive Toscana Aeroporti
Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Aeroporti S.p.A., insieme al Collegio Sindacale, ha approvato all’unanimità la decisione di interrompere i rapporti istituzionali con il Consiglio Comunale di Pisa, fatto salvo quelli previsti dalla Legge.
La decisione, in continuità con la linea già anticipata nei giorni scorsi dall’Amministratore Delegato della Società, segue la delibera del Consiglio Comunale di Pisa dello scorso 3 dicembre 2020 che ha votato una mozione esprimendo “l’assoluta contrarietà alla realizzazione di una nuova pista a Peretola"
In un momento drammatico per il settore aeroportuale in cui è messa in dubbio la sopravvivenza stessa degli scali, il mantenimento di centinaia di posti di lavoro e la perdita di un indotto significativo per il territorio e nel quale l’unica risposta che ci si attenderebbe dalle istituzioni sarebbe da ricercarsi nell’unità di intenti per fronteggiare la straordinarietà della situazione, Toscana Aeroporti stigmatizza la sterilità del confronto e l’esistenza – dopo 5 anni dall’unione dei due scali – di un dibattito surreale e fuori dal tempo fondato sull’insesistente dualismo tra Pisa e Firenze.
Allo stesso tempo, la Società stigmatizza fermamente gli attacchi di certi organi di stampa che hanno evidentemente l’unico obiettivo di screditare il management e il nome dell’azienda. Il CDA di Toscana Aeroporti ribadisce che in un clima del genere, alimentato artificiosamente, non vi sarà mai spazio per un dialogo.
Scrive Maurizio Nerini (consigliere di maggioranza a Pisa)
TA così chiude con la città
Io credo di essere una persona diretta, spesso anche troppo, quindi quando l’Ing. Naldi lo scorso 3 dicembre si è rivolto al Consiglio Comunale di Pisa con una faccia buona da Babbo Natale, ma con parole sprezzanti, non potevo certo esimermi da cantargliene quattro.
Noi non siamo stati calati dall’alto come lui, Noi ci hanno scelto i Pisani come voce della città che anche Naldi dovrebbe ascoltare, si chiamerebbe rispetto per le istituzioni che dimostrato di non gradire.
Noi lo abbiamo ascoltato anche: quando derubricava tutta ad una guerra di campanile, quando diceva che gli aerei non sarebbero passati su Ponte Vecchio perché la nuova pista di Peretola era “monodirezionale”, qualcuno gli spieghi cosa vuol dire, quando diceva alla radio “…chi vuoi che ci vada nella Piana?”, quando scommise che entro il 31 dicembre 2017 sarebbe atterrato il primo aereo sulla nuova Pisa a Peretola, quando sembrava che si potessero accollare il People Mover, eredità pesantissima e merce di scambio passata, quando ci ha raccontato che sarebbero partiti gli investimenti per Pisa addirittura prima di Firenze…il famoso Masterplan per Pisa.
Ora TA chiude con il Consiglio Comunale… è troppo facile, chiude con la Città se mai avesse aperto.
Noi siamo stati spettatori, a questo punto paganti, ma anche troppo silenti, qualcuno per opportunità politica, qualcuno aspettando strapuntini elettorali…poi in molti si sono svegliati e abbiamo iniziato a… cantare… non certo le lodi natalizie, sul rispetto delle regole, dei patti e dal lavoro dei tantissimi pisani e non impiegati al Galilei.
Non so perché Toscana Aeroporti si sia piegata al socio di maggioranza, lo chiederemo col nostro misero 4,85% nell’assemblea dei soci, non molliamo davvero l’ultima possibilità di farci sentire, ma certo viene il dubbio che forse sia proprio questo lo scopo: farci vendere, e le tentazioni sono forti, proprio le nostre quote…
Forse per qualcuno significherebbe avere più potere, ma il potere è niente senza il rispetto della Città che difenderemo davanti a chiunque.
Scrive Marco Filippeschi, ex sindaco di Pisa
Un fatto senza precedenti. Una decisione assurda, priva di validità
È una decisione incredibile, assurda: non si è mai vista prendere da una società quotata, com'è la Toscana Aeroporti, che gestisce gli aeroporti toscani sulla base di una concessione derivante da un decreto interministeriale di Ministero dei Trasporti, MEF e Ministero della Difesa, che ha nel capitale anche soci pubblici con quote rilevanti, a partire dalla Regione Toscana e compreso il Comune di Pisa. L'orientamento deciso da un Consiglio Comunale si può discutere, come vale per tutte le decisioni delle assemblee rappresentative, ma è inammissibile e inaccettabile, in un paese democratico e in Toscana, che una società gestita da un socio maggioritario privato, che gestisce un servizio di preminente interesse pubblico, possa decidere di interrompere i rapporti istituzionali con l'assemblea rappresentativa di un comune socio e della città dov'è insediato l'Aeroporto maggiore. Stento a credere che i rappresentanti dei soci pubblici presenti in consiglio di amministrazione possano avere approvato una scelta del genere. Il Consiglio comunale e tutti gli organi del Comune di Pisa hanno pieno diritto di esprimere in libertà e senza subire prepotenze gli orientamenti che vogliono e di prendere le decisioni di competenza sul sistema aeroportuale toscano e sul futuro dell'Aeroporto Galilei. È un diritto garantito dalla Costituzione e dalle leggi. La decisione del Consiglio di Amministrazione della Toscana Aeroporti pertanto è anche priva di validità. Credo che le istituzioni interessate debbano tutelarsi e chiedere, senza distinzioni di parte, una radicale correzione di una scelta tanto sbagliata.
Scrive il Sindacato di base Cub Pisa
Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Aeroporti S.p.A., insieme al Collegio Sindacale, ha approvato all’unanimità la decisione di interrompere i rapporti istituzionali con il Consiglio Comunale di Pisa, fatto salvo quelli previsti dalla Legge....
Questo il tono di una nota ufficiale della società dopo il Consiglio Comunale del 3 Dicembre che alla unanimità ha votato un ordine del giorno contrario alla nuova Pista di Peretola.
Naldi, amministratore delegato di TA, ha sostenuto di rispondere solo al mercato e agli azionisti, disconosce di fatto gli Enti locali e giudica illegittime le critiche del Consiglio Comunale di Pisa, una sorta di intromissione indebita negli affari dell'azienda.
I dati di mercato, relativi al titolo in Borsa, parlano di un meno 20 % in un anno, per farsi una idea rinviamo al loro stesso sito https://www.borsaitaliana.it/borsa/azioni/dati-completi.html?isin=IT0000...
Se il mercato è il faro guida della società, come la mettiamo con la perdita di un quinto del valore del titolo azionario?
La questione è molto piu' semplice di come la si voglia raccontare, contano poco le chiacchere e molto i fatti, primi tra tutti i partiti e i consiglieri che per anni sono stati silenti davanti a Toscana aeroporti votando a favore della cessione delle quote pubbliche alla società Coporacion America, gli stessi che oggi si ergono a paladini dell'intervento pubblico che con quote azionarie solide sarebbe stato realmente possibile.
Il teatrino della politica, che lascia fuori i lavoratori soprattutto quelli degli appalti, dimentica dei soldi destinati da Banche, attraverso mutui, da Stato e Regioni alle società gestrici degli scali, spesso senza alcuna contropartita in materia occupazionale. E sullo sfondo opera un Governo debole con le associazioni datoriali.
Ad oggi Toscana aeroporti ha prorogato gli appalti e fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, ad oggi non ci sono licenziamenti ma siamo certi che non arriveranno al momento in cui sarà rimosso il divieto dei licenziamenti collettivi (Marzo 2021)? Ad oggi chi sentirebbe di smentire questa ipotesi?
E i prossimi appalti non saranno al ribasso scaricando sull'eventuale aggiudicatario delle fare l'onere dei licenziamenti? Uno scenario possibile se non dovesse arrivare la proroga di tutti gli appalti alla primavera del 2022 sperando nella fine della pandemia.
E a pagare dalla mancata proroga sarebbe la forza lavoro degli appalti senza dimenticare che qualcuno potrebbe avere già pagato perdendo il posto di lavoro, ad esempio i dipendenti di qualche esercizio commerciale che dopo un anno di lockdown chiuderà i battenti.
La situazione è straordinaria ma l'unità di intenti invocata dalla società stride con il fatto che a sindacati ed enti locali viene sostanzialmente impedito di esprimere critiche all'operato della società stessa, ad esempio viene bandita la critica al potenziamento dello scalo di Firenze nonostante le innumerevoli criticità che spingono a spostare decine di voli a Pisa e Bologna. E' impedita poi ogni critica alle strategie industriali che hanno consegnato lo scalo di Pisa al low cost spostando su Firenze i voli di merci.
E ai consiglieri comunali, oggi barricadieri, vorremmo ricordare che la forza di Toscana aeroporti è dovuta alla debolezza della politica che scelse di cedere le quote azionarie pubbliche, che stese tappeti ai proprietari di compagnie di volo che non rispettavano gli accordi sindacali, a questi signori è stata quasi consegnata la chiave della città, presentati come autentici benefattori quando invece negavano scientemente il diritto del lavoro.
E gli stessi politici , che magari governano la Regione Toscana, dovrebbero spiegare dove sia la coerenza tra due posizioni in realtà antitetiche come il potenziamento di Peretola e il sostegno dello scalo di Pisa. Chi svende allora il patrimonio di famiglia non abbia da piangere sul prioprio operato e soprattutto non si erga a paladino dei lavoratori e delle ragioni ambientaliste o sociali che siano.“