Trapani: "Hamza, vittima del degrado e dell'abbandono"
Il consigliere del PD attacca "l'immobilismo" della giunta Conti. Nessuna sicurezza, quartiere ostaggio di "promesse, ordinanze e spot"
Il giorno dopo l'omicidio di Halim Hamza, Matteo Trapani, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Pisa, torna sulla vicenda che ha sconvolto la città ed attacca il Comune. Più nello specifico, le politiche sulla sicurezza dell'amministrazione guidata da Michele Conti.
Scrive Matteo Trapani
Hamza era un ragazzo di 32 anni, con moglie e figli, un ragazzo che lavorava nella nostra città come Barbiere in uno dei quartieri più di difficili e degradati a Pisa.
Hamza in arabo significa "forte". In un caldo giorno di agosto è stato vittima di un omicidio e ha lasciato i suoi due bambini e la moglie.
In quel quartiere abitano tante comunità che vivono la nostra città con passione e attaccamento. Spesso in quelle strade e in quei vicoli poco illuminati e degradati si nascondono paura e timore. Conosco bene quel quartiere. Ci passo tutti i giorni da 35 anni e ho anche molti amici che provano a rendere vivibile la vita per le comunità che vi abitano. Rendere vivibile, perché in quel quartiere spesso può essere difficile fare molto di più.
Un quartiere abbandonato totalmente, senza alcun progetto di inclusione sociale, senza alcun luogo sicuro di socializzazione, senza un dialogo con i connettori che sul territorio animano quelle comunità.
Un quartiere che necessita di un forte ripensamento urbanistico, di un investimento complesso e deciso, di una maggiore collaborazione tra le istituzioni e chi vi abita.
Anche nei giorni scorsi Confcommercio aveva denunciato la stato di abbandono di quello che dovrebbe essere la porta d'ingresso della nostra città. Una porta d'ingresso che è abbandonata urbanisticamente e culturalmente. A poco servono le bandiere nuove di zecca fatte sventolare da questa amministrazione alla stazione se poi in quel quartiere tutto è ormai in uno stato di decadenza. Da 4 anni ormai il progetto di riqualificazione che doveva partire subito è bloccato e si legge che forse partirà nei prossimi mesi. Troppo tardi per una amministrazione che vuole cambiare questa città.
Un quartiere che ieri si è spaventato, ha visto un suo ragazzo morto sul marciapiede, vittima di una violenza inaudita. Una violenza avvenuta in un luogo dove spesso evitiamo di passare o, se proprio dobbiamo, ci voltiamo troppo spesso dall'altra parte. Una violenza avvenuta a valle di mesi in cui in quel quartiere avvengono risse e violenze e dove è necessario garantire un maggior controllo e perseguire i delinquenti.
Sicurezza che non si garantisce con le promesse di questa amministrazione o dei deputati di turno con consiglieri delegati, ordinanze o spot. Sicurezza che non si garantisce certo facendo credere che la polizia municipale, polizia con con compiti principalmente amministrativi, possa sostituire le forze dell'ordine.
Ora serve però da subito porsi l'obiettivo di cambiarlo veramente quel quartiere con l'impegno di tutti partendo da veri progetti sociali e culturali, da un dialogo con chi ci vive e una partecipazione, da un coinvolgimento positivo delle forze dell'ordine, da una riorganizzazione urbanistica, da un controllo mirato e silente e non propagandistico, da progetti culturali e di valorizzazione, creando spazi di socializzazione sicuri, facendo vedere la presenza di tutti su quel territorio, attuando quel concetto di sicurezza integrata tanto importante per le nostre città. Insomma, serve fare tutto ciò che in quel quartiere, e in molti altri, si è deciso di non fare in questi anni. Ora serve silenzio, ascolto e trovare subito soluzioni condivise con la città.
Per Hamza, per i suoi figli, per tutti noi.