Tre anni di mandato: Cascina Civica martella l'amministrazione Betti. "Palese incapacità di progettazione"
Bilancio più che negativo per la lista passata all'opposizione
Ha scritto il direttivo di Cascina LSA.
Sono passati tre anni dall'insediamento della Giunta Betti; sanata l'onta dei "barbari" al governo della città - Cascina prima roccaforte toscana a cadere nelle mani della Lega - la spinta propulsiva dell'orgoglio ferito si è quasi immediatamente esaurita.
Ancora una volta il PD e i suoi satelliti, con il sistema di potere che rappresentano, hanno scambiato la causa per l'effetto, pensando che la parentesi Ceccardi fosse un incidente fortuito della storia e non ascrivibile al reale scollamento con il Paese e con i bisogni delle classi sociali più deboli.
Interpreti tristi di passioni tristi, la Giunta Betti - infatti - per dotarsi di una connotazione impalpabile ha dovuto attendere un progetto, l'ormai famoso PINQuA, catapultato dall'esterno e gabellato come autonomo, senza il quale non potrebbe esibire alcun elemento caratterizzante e sul quale, per mancanza di un’iniziale e necessaria chiarezza, è maturata la prima rottura politica con alcune delle forze che l'avevano sostenuta in origine.
Ciononostante, il progetto PINQuA rimane avvolto da tante e complesse problematiche che da un lato dimostrano il pressapochismo di partenza (chi aveva fornito l’iniziale idea progettuale si è poi presentato come unico partecipante in fase di gara dove è stato invece valutato non idoneo per l’affidamento del progetto esecutivo) dall'altro, la revisione - ancora in corso – evidenzia un'impennata dei costi di oltre il 55% medio e, in caso di ulteriore crescita, rischia di porre il Comune in forte rischio di dissesto finanziario.
D’altronde se l’azione politico-amministrativa fin oggi condotta, fosse dipesa esclusivamente dall'autonoma iniziativa della Giunta, quest’ultima avrebbe ben poco da porre sul piatto: a fronte di un bilancio complessivo di 48 milioni di euro, Betti, il PD e i loro alleati, portano in dote un avanzo di amministrazione libero di 8 milioni di euro, segno inequivocabile - questo - di una palese incapacità di progettazione.
Tra l’evidente incuria del territorio; l’inesistente o scarsa capacità di incidere nel dibattito politico d’area vasta (la casa della salute e le politiche da affrontare con i vertici della Asl e con i Medici di Medicina Generale, per far muovere la sanità territoriale in direzione della comunità, rimangono un arcano indecifrabile), il piano strutturale intercomunale ha incredibilmente saldato il PD cascinese con il centrodestra pisano e, con l'attivazione di interessi politici di cui hanno potuto beneficiare Lega e FDI, ha facilitato la vittoria di Conti; una macchina comunale che rimane largamente inadeguata per garantire servizi di qualità ad una città di quasi 50 mila abitanti; le eccellenze del territorio – Virgo e Polo scientifico e tecnologico – che rimangono potenzialità inespresse per l'incapacità politica di chi non riesce a traguardare oltre il giorno dopo.
Aumenta, di contro, la pressione fiscale sui cittadini (mensa e trasporto scolastico, rifiuti, insegne pubblicitarie, quanto potrebbe avvenire con la NewCo Acqua Toscana - la Multiutility fortemente sostenuta dall’intero Pd toscano e dal sindaco Betti – della quale, da tempo, stupisce il silenzio tombale calato allo scopo) e va invece scomparendo ogni visione di “Cascina nel futuro”. L’interrogativo su quale vocazione imprimere a questo territorio, stretto tra i grandi servizi di Pisa e la natura industriale e commerciale di Pontedera (all'indomani del tramonto della tradizione artigianale del legno) rimane a tutt'oggi un mistero inviolabile.