Tris di vittorie nel giorno dei tabù infranti

Sport
PISA e Provincia
Domenica, 12 Settembre 2021

Prova di forza, tattica, tecnica e mentale, del Pisa a Terni. tre vittorie di fila ad inizio campionato non capitavano dal 1998/99

Bastano 90’ al Pisa per restare agganciato alla testa della classifica, sfatare un paio di maledizioni ed iscriversi nel libro dei record. Il primo tabù cade dopo soli 9’, quando De Vitis sbuca fra le maglie della difesa umbra come Harry Potter quando si toglie il mantello dell’invisibilità, e deposita la palla alle spalle dell’incolpevole Iannarilli. Un goal che fa la storia: erano 56 anni e 6 mesi, oppure, rende meglio l’idea, 20635 giorni che il Pisa non andava a segno al Libero Liberati. Correva l’anno 1965, la primavera bussava alle porte, era il 14 marzo e al 71’ di quella partita Cervetto segnò la rete del 2-0 che regalò i due punti ai nerazzurri; il secondò tabù è strettamente collegato: il Pisa non vinceva a Terni da quella storica partita, e quando all’84’ Cohen ha messo il pallone del 4-1 nella porta della Ternana, primo israeliano a segnare con la maglia del Pisa, è parso certo che anche la città dell’acciaio sarebbe caduta sotto i colpi dell’artiglieria pesante pisana; così al 90’ è arrivata la certificazione di un record: il miglior avvio di campionato del XXI secolo, mai dal 2000 in poi il Pisa aveva vinto le prime tre partite di campionato, si era fermato a due nella stagione 1999/2000, ma alla terza giornata capitolò sul campo della Reggiana. Per trovare tre vittorie di fila ad inizio stagione bisogna andare all’anno precedente, stagione di grazia 1998/99, quando in C2 il Pisa di D’Arrigo vinse in casa con Borgosesia e Spezia ed in trasferta contro l’Albinoleffe. In quell’anno le vittorie di fila furono addirittura quattro con il “sacco” di Alessandria a suggellare un avvio di campionato con i fiocchi.

Detto dei numeri, veniamo alla partita. Derubricare il successo di Terni con un superficiale “la Ternana è poca roba, e ci ha messo del suo” sarebbe ingeneroso oltre che sbagliato, anzi sbagliatissimo. Il Pisa ha reso poca roba la Ternana perché ha interpretato la partita nel modo giusto, andando a toccare i nervi tattici scoperti della formazione di Lucarelli a più riprese costretta all’errore dalla disposizione in campo del Pisa che soprattutto dalla cintola in su non da punti di riferimento agli avversari, tanto che scegliere un modulo per la formazione di D’Angelo oggi è complicato come risolvere il cubo di Rubik. 4312? Si, ma Gucher si allarga spesso e volentieri sulla corsia esterna e Marsura non agisce da seconda punta ma da ala, allora 433? 4321? Anche ma Toure si interscambia con il capitano austriaco spesso e volentieri, poi De Vitis e Marin si ritrovano spesso a giocare in linea dando l’impressione di mettersi a specchio con l’avversario.

Potremmo ora parlare ancora di quando in stato di grazia sia Lucca, del ritrovato Gucher la cui condizione è cresciuta tantissimo nella sosta, dell’immenso De Vitis e di tutti gli altri singoli, ma l’aspetto che meglio rende l’idea di cosa sia oggi il Pisa va ricercato nella testa e nel grande agonismo, fra i tanti episodi due in particolare: a partita ormai morta e sepolta la furia di Hermannsson si è abbattuta sulla fascia sinistra e pur di non perdere un pallone, ormai inutile all’economia della gara non ha lesinato un intervento in scivolata sul malcapitato avversario e la “garra” di Tano Masucci, anche lui entrato in campo quando il “The End” scorreva sullo sgangherato prato del Liberiati, ma che si è messo a rincorrere palloni a destra e sinistra, manco ci fosse da recuperare il risultato. Questi ultimi due sono i segnali migliori che arrivano da questa partita tanto temuta alla vigilia, ma che ha regalato una grande gioia al pubblico pisano finalmente presente in trasferta ed anche noi cronisti ci siamo sentiti meno in colpa per il privilegio di poter assistere, in tempo di pandemia, alle partite di Gucher e compagni.

foto pisa sporting club

massimo.corsini