Un fine settimana di musica in attesa di Pisa Jazz Rebirth

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Giovedì, 29 Giugno 2023

Dal 30 giugno al 2 luglio tre diverse location per tre concerti che esplorano le sfumature della sperimentazione musicale

Il groove del Maghreb contaminato dall’elettronica, il suono del sassofono in cerca di armonie e risonanze naturali e la rivisitazione della musica manouche all’incontro con bebop e funk. È questo a Pisa il programma del weekend con i concerti che anticipano la 3/a edizione di Pisa Jazz Rebirth, festival nato dal progetto Pisa Jazz a cura di Associazione ExWide con la direzione artistica di Francesco Mariotti e il contributo di Fondazione Pisa, Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Pisa.

Si parte venerdì 30 giugno alle 21.45 presso lo spazio ArnoVivo (lungarno Bruno Buozzi 1) col ritmo dei Fanfara Station: trio composto da Marzouk Mejri alla voce, percussioni e fiati tunisini, da Charles Ferris a tromba e trombone e dal dj Ghiaccioli e Branzini che fonde la forza di un'orchestra di fiati, elettronica e ritmi e canti del Maghreb. Avanti il 1 luglio alle 21.30 al Battistero (piazza del Duomo) con il sax spirituale di Dimitri Grechi Espinoza, per una vera e propria immersione sonora che avvolge i sensi e conduce l'ascoltatore tra un ondeggiare e un vibrare traboccanti d'immagini e dal sapore ancestrale. Conclusione domenica 2 luglio alle 21.00 a Palazzo Blu (lungarno Gambacorti 9) con Dario Napoli Modern Manouche Project: sul palco Dario Napoli e Tommaso Papini alle chitarre e Antonio De Sensi al contrabbasso per rivisitare in chiave contemporanea lo stile del grande Django Reinhardt (info e ingressi su www.pisajazz.it.)  
 
Fanfara Station si è aggiudicata nel 2019 il premio Andrea Parodi, il più importante contest in Italia dedicato alla world music. Al gruppo va anche il premio della critica e quello per il migliore arrangiamento. Ispirato al ricordo della banda del padre di uno dei componenti, Marzouk Mejri, la band celebra l’epopea dei popoli migranti del Mediterraneo, delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il Medio Oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Un dance party creato dal vivo da soli tre musicisti e due loop station usate per sovraincidere le tracce e manipolare suoni acustici ed elettronici. Gli strumenti sul palco sono tantissimi: percussioni (scascika, tar, bendir, darbuka) e tabla che si intrecciano con tromba, trombone, clarinetto e tre fiati tunisini (nay, mizued e zocra). Ingresso gratuito.
 
Dimitri Grechi Espinoza e il suono del suo sassofono, nella penombra delle architetture antiche, si rivelano nel loro peregrinare attento, in cerca di suoni che racchiudano un significato, un segreto. “The Spiritual Way”, terzo capitolo del progetto Oreb – dedicato alla musica spirituale, che prende il nome da un diverso modo di chiamare il Monte Sinai – torna per la prima volta dal vivo laddove è stato registrato: nel battistero di San Giovanni di Pisa. Un concerto unico in cui Espinoza suonerà principalmente il repertorio di questo disco, oltre a brani dai precedenti album “Angel’s Blow” (2015), “Re-Creation” (2017) e dall’ultimo '”Love is a losing game” (2022). Oreb è progetto unico nel suo genere, dove s'incontrano due grandi passioni: lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono, con l'obiettivo di riscoprire il respiro profondo dei luoghi sacri di tutto il mondo. Il duduk armeno di Djivan Gasparyan, la spiritualità free di John Coltrane, le tradizioni nomadi del Sahara e la ripetitività di John Surman sono suggestioni immediate. Ma è in chiesa, in teatro o negli spazi sonori non ortodossi, che la musica di Espinoza si dispiega in pienezza e originalità, avvolgendo l'ascoltatore con arcobaleni armonici liberati dal sistema temperato (ingresso gratuito con prenotazione sul circuito Oooh Events)
 
Il Modern Manouche Project di Dario Napoli immagina che Django Reinhardt acquisisca l’uso delle cinque dita e incontri nel suo cammino artistico Jaco Pastorius. Risultato: swing semi acustico e groove bollente! Nonostante Django sia l'ispirazione principale dietro al trio, nel suo Modern Manouche Project il siciliano di nascita e milanese d’adozione Dario Napoli intende includere le influenze più contemporanee nella sua versione di swing gitano, introducendo elementi di stili musicali più moderni. Il trio è stato protagonista in diverse rassegne di rilievo sia di jazz che di musica manouche come JazzMi, Duc des Lombards a Parigi, Django in June (USA), Django Amsterdam, Djangofollies Bruxelles e molti altri ancora. Il risultato è un suono imprevedibile ed esuberante, che ruba da varie epoche musicali conducendo l’ascoltatore attraverso una ricca e vibrante esperienza sonora senza mai abbandonare del tutto l'impronta gitana di Django. Il gruppo presenterà il disco "Gipsy Nights" pubblicato dalla leggendaria Blue Night Records di Chicago nello scorso ottobre. Il live sarà introdotto da un dialogo tra gli artisti e Francesco Martinelli, vera e propria istituzione internazionale nell’ambito della storia del jazz – impegnato fin dagli anni Settanta nella diffusione della cultura jazzistica come organizzatore di eventi, giornalista, saggista, traduttore, insegnante, conferenziere – e fondatore dello storico Circolo Jazz Pisa, dal cui nucleo artistico è nato il Pisa Jazz Festival di cui è attualmente presidente onorario.
 
 

redazione.cascinanotizie