Un piano intercomunale tutto sbagliato

Politica
PISA e Provincia
Mercoledì, 6 Luglio 2022

Interviene nel dibattito Matteo Trapani che spiega la delusione del PD per un piano che fa acqua da tutte le parti

Matteo Trapani, capogruppo in consiglio comunale di Pisa per il Partito Democratico, interviene nel dibattito sul Piano Intercomunale Pisa-Cascina  con la nota stampa che riportiamo: «Il Piano Strutturale Intercomunale non si concreta in un programma comune delle amministrazioni di Pisa e Cascina, non ha nulla di intercomunale quindi, ma è più una sovrapposizione di due strumenti distinti ed autonomi, che si pongono obiettivi del tutto diversi e generici.

Come Partito democratico esprimiamo tutta la nostra delusione e amarezza perché non pianificare con criterio le opere oggi vuol dire compiere errori domani e far pagare le conseguenze a tutto il territorio in termini di sviluppo ecosostenibile, economia, servizi e qualità della vita per chi lo vive e per chi ci abiterà in futuro.

Moltissimi sono gli elementi mancanti e tanta è la superficialità con cui si tratta uno degli strumenti più importanti per Pisa e per l’intera area pisana. Qui di seguito cercheremo di riassumere e illustrare le tante criticità rilevate andando per punti.

Un esempio delle divergenze riguarda la diversa considerazione dei margini, Ansa dell’Arno/Riglione e Territorio rurale a sud della ferrovia (sia pisano che cascinese).

Inoltre, l’aspetto infrastrutturale sconta la mancanza di specifici accordi che consentano la rivisitazione degli asset principali e ciò si aggiunge alla mancanza di studi specifici sulla mobilità dell’area, con il rischio di sommare flussi di traffico veicolare con tutto ciò che ne consegue.

Totalmente assente è poi il necessario approfondimento sulla rete viaria esistente e sulle diverse modalità di spostamento, né si riscontrano riferimenti certi sul dimensionamento – rinviato in parte erroneamente al POC (Piano Operativo Comunale) -, non comprendendosi quali siano le sinergie e le perequazioni di una pianificazione che si vorrebbe coordinata.

Ma è anzitutto proprio a livello regionale che sono state sollevate delle osservazioni che mostrano grandi criticità come la mancanza di tabelle “complessive” del dimensionamento del Piano che riassuma ed evidenzi i dati; la mancanza di una documentazione del Piano per la rappresentazione complessiva del dimensionamento dell’intero Piano Strutturale Intercomunale in modo da distinguere i dati parziali dei singoli comuni di Pisa e Cascina.

Risulta assente, tra gli atti del PSI, una relazione prodotta dall’attuale Amministrazione Comunale che dia il contenuto e l’indirizzo politico alle scelte tecniche, di come si immagina e si pensa la città da qui a dieci o venti anni. Evidentemente non c’è una visione, né di medio né di lungo periodo.

Il quadro conoscitivo è del tutto carente e in massima parte si tratta di una copia di quello redatto 10 anni fa, contenente dati limitati e risalenti ai primi anni 2000. Manca quindi un loro aggiornamento. Nello specifico appare privo di qualsiasi studio sul residenziale (n. di alloggi, unità vuote e/o sfitte e/o inadeguate, tipologia e dimensioni degli alloggi, fabbisogno in rapporto alla popolazione) e mancante di uno studio sulle prospettive di sviluppo relative alle attività produttive, commerciali e dei servizi e del loro impatto, cui proporre e giustificare il dimensionamento.

Altra grave mancanza riguarda il turismo: non è presente uno studio sull’intero settore né è stata fatta una sua verifica sullo stato attuale e sulle sue prospettive in base al quale motivare il numero di nuovi posti letto inseriti nel dimensionamento.

E ancora, il Piano è carente sull’indicazione degli standard in riferimento ai metri quadrati per singolo abitante ed è inadeguato per la parte che riguarda i nuovi abitanti insediabili, con standard previsti chiaramente inferiori rispetto a quelli che si avrebbero se come parametri venissero utilizzati quelli indicati dal D.M. 1444/68. A ciò occorre anche aggiungere che la Regione Toscana a suo tempo aveva dato una indicazione di 30 mq/ab, una dotazione di standard maggiore di quella indicata dal D.M. 1444/68 (18 mq/ab) come per esempio è previsto nelle UTOE del vigente PS (quasi sempre 24 mq/ab), si ha necessariamente un ulteriore consumo di suolo.

C’è una previsione spropositata di nuova urbanizzazione ma un’assenza totale di piani di recupero e ristrutturazione dell’esistente.

Mentre tutte le istituzioni e tutti i livelli di governo si prodigano a ridurre al minimo il consumo di (nuovo) suolo e la cementificazione, l’Amministrazione Comunale procede con i paraocchi e controsenso.

Sull’Università, l’Ospedale (AOUP) e gli impianti tecnologici manca qualsiasi riferimento e dimensionamento relativo ai loro servizi connessi e che dovrebbero essere di interesse generale. In particolare il PSI sembra recepire come dato di fatto il piano dell’Università ma senza alcuna valutazione di merito e senza una verifica del suo impatto, sul dimensionamento e sul consumo di suolo. Manca, inoltre, un approfondimento degli effetti sull’area circostante la zona del nuovo Ospedale a Cisanello.

Sull’area del Santa Chiara non c’è una progettualità. Il dimensionamento sul riuso della UTOE 2 non appare adeguato e non tiene conto del PR del S. Chiara e del recupero della Caserma Artale.

Il Piano non presenta un riferimento dimensionale sul disagio abitativo che andrebbe fondato su indagini mirate per poter poi pianificare l’edilizia residenziale pubblica.

Poi ancora: manca un dato che indichi l’effettivo consumo di suolo, anche rispetto all’esistente; manca un approfondimento degli studi sulla viabilità fra l'area urbana della fascia Tosco Romagnola con le frazioni a sud dell’Arnaccio e con quelle dell’Ansa dell’Arno; non è presente alcun elemento sul territorio del litorale.

In questi giorni in Consiglio e in Commissione stiamo presentando delle correzioni e proveremo a migliorare il Piano con proposte ed integrazioni che possano sopperire alle mancanze, approfondendo i singoli punti e cercando di eliminare le inadeguatezze in termini di standard di legge e di dimensionamenti e provando a dare un indirizzo in una visione post COVID nella quale i quartieri e le frazioni divengano elementi di forza del sistema insediativo, favorendo il mantenimento di servizi essenziali e la realizzazione di spazi pubblici e di socialità, in modo da creare organismi in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini direttamente, in un’ottica multicentrica ma integrata. Nel contempo chiederemo dei confronti con i livelli regionale e nazionale, per individuare le priorità infrastrutturali per rafforzare il sistema di mobilità d’area. Nel merito abbiamo presentato singole osservazioni che non sono state accolte dall'amministrazione che si è trincerata dietro un consiglio comunale svolto da casa per tenere i numeri di una lega ormai frantumata. Questo piano strutturale per Pisa è inadeguato e consegna uno strumento con un consumo di suolo elevatissimo dove sarà possibile costruire ancora senza riqualificare l'esistente. Noi continueremo a dare battaglia ben consapevoli che non si amministra a colpi di maggioranza e solo facendo scelte che aiutano sempre i soliti e lasciano Pisa indietro sullo sviluppo sostenibile e sull'attrazione diffusa di investimenti in una vera programmazione di area».

redazione.cascinanotizie