Un sonetto in vernacolo di Stefano Bianchi per le Poste chiuse di Porta a Lucca
Rizza (Pd): "Non se ne parla più, ma il problema resta ed è molto sentito da tutto il quartiere"
Ha scritto Davide Rizza, segretario del circolo del Partito Democratico di Porta a Lucca, Gagno, I Passi e Porta Nuova.
“Non se ne parla più, a quanto pare, ma l’ufficio postale di via Lucchese, nel quartiere di Porta a Lucca, è ancora chiuso. E non si vedono novità all’orizzonte”.
Torna sull’argomento Davide Rizza, segretario del circolo del Partito Democratico di Porta a Lucca, Gagno, I Passi e Porta Nuova.
“L’amministrazione comunale continua a non dare gli aggiornamenti di sua competenza, sembra non essersi interessata minimamente alla questione. Ma i cittadini proseguono con le sacrosante lamentele nei confronti di un disservizio che sta arrivando all’assurdo. Nemmeno Poste Italiane ha più fornito notizie. Insomma, la pausa estiva sembra aver definitivamente affossato ogni tentativo di risolvere la questione, come ad esempio il trasferimento nell’edificio noto come ‘Galeone’ dopo il restauro. Niente da fare. E i disagi restano, anzi, aumentano sempre più. E non si pensi soltanto agli anziani e a coloro che hanno problemi di movimento: il disagio è di tutta la popolazione del quartiere”.
Tant’è vero che anche i vernacolisti pisani, con le loro opere, hanno espresso tutto il loro disagio. Il noto scrittore di sonetti, Stefano Bianchi, ha infatti pubblicato dei versi sull'ultimo numero di "Er Tramme", la rivista del vernacolo pisano, quest'anno giunta al quarantesimo anno di pubblicazione.
“La prendiamo con il sorriso – conclude Rizza –. Stefano Bianchi è un amico e magari grazie al vernacolo il messaggio arriva con più chiarezza, chissà. Ma il problema resta ed è molto sentito: noi continueremo a vigilare e a fare la nostra parte affinché si raggiunga al più presto l’unica soluzione possibile: la riapertura dell’ufficio postale di via Lucchese”.
Ecco il sonetto.
La Posta 'n via Lucchese
'Vando all'Ùsle ero ancora a lavorà',
la mi' banca era guasi lì all'Arena,
ma ci fu dopo'n po' la novità
che chiudevano ar tocco... oimmèna!
Così 'r conto dovetti trasloà'
lì vicino, alla Posta, ma che pena
per e moduli, carte da firmà':
e' un vi sto a ridì' de' retroscena.
Ma 'r capo di Poste ha 'na pensata
e t'ha chiuso l'ufficio 'n via Lucchese,
la struttura, lui dice, è sciagattata,
ma però sedi nòve nun n'ha prese:
ciò 'na voglia di banca ch' ho lasciata
e laggiù ritornà' all'inghilese.
(Er Tramme, XL, 2, 7)
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