Una azienda su cinque è al femminile, ma Pisa è penultima a livello regionale
La Camera di Commercio snocciola i dati delle imprese al femminile. Brutte notizie per la provincia di Pisa dove le aziende in rosa sono ben al di sotto della media regionale
C’è chi sostiene che essere donna, per certi versi, sia già un’impresa ma è un fatto che le imprese al femminile siano oggi una presenza stabile e nel panorama delle piccole e medie imprese della provincia di Pisa, intendendo per imprenditoria femminile tutte quelle attività a cui fanno capo le donne o nelle quali queste siano la maggioranza nella compagine sociale o detengano la maggiore quota di capitale. Lo stock di aziende definibile come femminili registrate a fine 2018 in provincia di Pisa è pari a 9.753 unità e cioè il 22,2% del totale imprese della provincia: un valore che però colloca Pisa al penultimo posto a livello regionale, prima di Firenze ed al disotto della media regionale che si assesta al 23,1%. Si tratta di un dato che poco si scosta da quello del 2017 (le imprese “in rosa” erano 9.742) e che dunque fotografa una stagnazione che, più generale, interessa il sistema imprenditoriale pisano nel suo complesso (+0,1% nel 2018). Con riferimento alla forma giuridica, la ripartizione delle imprese al femminile vede per il 62,7 % le ditte individuali, per il 21,6% le società di capitali, per il 14,3% le società di persone e l’1,4% le restanti forme.
Per quanto riguarda i ruoli delle donne nelle aziende, si tratta di socie, amministratrici, revisori dei conti, ecc. nella provincia di Pisa sono invece 19.041, corrispondente al 28% del complesso delle persone che rivestono una carica in un’impresa della provincia. Tra queste, la maggioranza trova posto nei consigli di amministrazione (7.887 pari al 25,2% degli amministratori di aziende pisane) ma rilevante è anche la presenza di titolari di aziende individuali (6.114, il 27,7% dei titolari) e di socie (4.062, il 41,9% dei soci). Un numero importante ma che non si discosta significativamente rispetto al recente passato se si pensa che nel 2010, in termini percentuali, la quota era pari al 27% (pari a 19.047 unità). Nel 2018, la quota di donne con meno di 50 anni che fanno impresa (46,3%) risulta decisamente superiore rispetto alla corrispondente componente maschile che si ferma al 41,2%. Per questo, l’età media delle imprenditrici risulta leggermente inferiore rispetto a quella dei colleghi maschi: 51 anni contro 53.
Commercio al dettaglio, agricoltura, servizi alla persona i settori più rilevanti con quello del commercio al dettaglio (2.121 unità), che la fa da padrone, seguito a distanza dall’agricoltura (1.125 imprese) e dagli altri servizi alla persona (1.051, estetiste, parrucchiere, saloni di bellezza, ecc.). Elevato anche il numero di aziende femminili nella ristorazione e pubblici esercizi (868 imprese), nel commercio all’ingrosso (537 imprese) e nel settore dell’attività immobiliare (500). Questi sei settori, nel loro complesso, rappresentano i due terzi del totale delle imprese “in rosa” a Pisa.
Considerando invece l’incidenza percentuale delle imprese femminili nei diversi comparti (il cosiddetto tasso di femminilizzazione) la presenza delle donne è nettamente maggioritaria nei servizi alla persona (66,6%) e comunque consistente nelle confezioni (41,2%) e nei servizi di alloggio (37,7%). Più in basso nella classifica delle attività più femminilizzate troviamo l’agricoltura (33,2%), il commercio al dettaglio (32,2%) e la ristorazione (29,5%).
Nel censimento delle aziende al femminile è la Val di Cecina l’area più femminilizzata della provincia. L’area Pisana conta 3.878 imprese al femminile. La Valdera, al secondo posto, ne accoglie 2.889 e seguono il Valdarno con 1.934 e la Val di Cecina con 1.052. Con riferimento al tasso di femminilizzazione all’interno della provincia la graduatoria cambia con la Val di Cecina che sale al primo posto, con il 29,7% delle imprese, a causa del forte peso del settore agricolo e terziario dove le donne sono più presenti. Subito sotto troviamo la Valdera e l’Area Pisana (entrambe con un 22%) mentre sul gradino più basso, a causa della forte incidenza del manifatturiero dove le donne sono meno presenti, si posiziona il Valdarno Inferiore (tasso di femminilizzazione al 19,9%). Tra i comuni con i più elevati livelli di femminilizzazione (sopra il 30%) ci sono Castelnuovo di Val di Cecina (34,7%), Casale Marittimo (32,8%), Riparbella (32,7%), Pomarance (31,9%), Monteverdi e Chianni entrambi con un 31,1%.