Una Città in Comune contro il consumo di suolo
"Dal cemento non nasce niente: stop al consumo di suolo, per una mobilità ed un'economia del territorio basate sulla tutela dell'ambiente e la qualità della vita", così la lista "Una Città in Comune" dopo il presidio contro il nuovo parcheggio Fast Park a Marina
Questo il comunicato integrale
Il parcheggio Fast Park di Marina è l'ultimo episodio di una storia lunga e sinora senza fine. Un racconto dell'orrore in cui c'è ancora chi costruisce ricchezza per pochi soggetti pretendendo di farlo per tutti e tutte, mentre invece sta distruggendo una risorsa della comunità oggi e nel futuro.
È bene dire chiara questa cosa: coprire tutto con cemento e asfalto non è mettere una coperta sul prato per fare un pic-nic, ma toglie spazio alla vita in molti modi. Come atto in sé, perché distrugge gli ecosistemi che vivono dove si cementifica, e in modo indiretto perché favorisce il riscaldamento globale e quindi l'innalzamento della temperatura, la siccità da un lato e le alluvioni dall'altro, la stessa capacità degli ecosistemi in senso più ampio di reagire a questi eventi estremi mitigandoli e favorendo così la sopravvivenza di tutte le specie, compresa la nostra. E questa resilienza è qualcosa di cui oggi abbiamo invece un bisogno disperato: togliere un centimetro quadrato oggi non è come averlo fatto anche solo 50 anni fa, perché oggi si toglie il poco che resta.
Eppure la giunta Conti ha persistito fino in fondo a realizzare una Pisa a misura di parcheggio, in una città in cui sono disponibili solo 27 metri quadri di verde per abitante (Rapporto Ecosistema urbano 2020, Legambiente) e il consumo di suolo corre a ritmi alti: dal 2017 al 2021 sono stati consumati quasi 44 mila metri quadri (non c'è ancora il dato del 2022).
Tutto questo avviene in piena continuità con le politiche del centrosinistra: tra il 2006 e il 2017 furono cementificati quasi 142 mila metri quadri.
Oggi, la destra ha pianificato la realizzazione di quasi 3.000 nuovi posti auto a fronte dei 9.000 esistenti (dati PISAMO, escluso il litorale). Non solo: la maggior parte di questi nuovi parcheggi andranno ad occupare superfici attualmente verdi, per un’area totale equivalente a 10 campi di calcio e una volta e mezza quella prevista per il parco di Cisanello.
Il parcheggio Fast Park, pensato dal centrosinistra e realizzato dal centrodestra, ci dice chiaro che non c'è la minima intenzione di cambiare modello. Mentre in altre città si discute su come accelerare la transizione dalle auto private alla mobilità sostenibile, nella nostra si continuano a pianificare migliaia di metri quadri aggiuntivi di parcheggi rilanciando l’utilizzo del mezzo privato che invece è necessario disincentivare. Il problema è particolarmente evidente in estate nel caso del litorale, quando lunghe code di auto, per chilometri lungo le strade di accesso, sono la regola. Un ulteriore parcheggio non servirà a eliminare le code ma, al contrario, aumenterà un traffico che è già insostenibile. Per noi occorre potenziare il trasporto pubblico per il litorale e realizzare un’infrastruttura su ferro che lo colleghi a Pisa e alle altre aree urbane limitrofe.
Da ottobre scorso, quando la Giunta comunale ha approvato il progetto, continuiamo a ripetere che si tratta di una decisione fuori dal tempo e dalla storia. E altrettanto scandalosi sono i 2 milioni di euro che, con tanto di plauso del Presidente Giani, la Regione Toscana ha attribuito al Comune di Pisa per costruire questo scempio.
Ma il Consiglio comunale non aveva approvato all’unanimità la mozione per dichiarare lo stato di emergenza climatica? Centro destra e centrosinistra in questa campagna elettorale dicono spesso di volere verde e un'altra mobilità, ma nei fatti danno il via libera a nuove cementificazioni, come dimostra il voto bipartisan del Piano Strutturale Intercomunale con il quale si confermano nuove cementificazioni a partire dalla Cittadella aeroportuale.
Ma non solo. Per centrodestra e centrosinistra la Tangenziale Nord-Est non si può mettere in discussione, così come non si può mettere in discussione la Darsena Europa, che nella sostanza è un nuovo immenso porto da realizzare tutto in mare: oggi si vuole cementificare anche quello. La logica che Conti e Martinelli portano avanti è quella inaccettabile delle compensazioni, o delle finte mitigazioni, che in realtà non cambiano la sostanza delle cose e sono smentite già oggi dagli studi esistenti.
Per noi invece serve un ribaltamento completo di prospettiva e le risorse che si spendono su queste opere inutili e dannose devone essere dirottate sulla mobilità sostenibile e su una diversa economia, che metta al centro le risorse naturali, a partire dal rifacimento integrale del Piano strutturale e del Piano della mobilità.
Perché dal cemento non nasce niente, a parte il deserto.