Una Città in Comune denuncia la gestione poco trasparente del Canale dei navicelli
"Navicelli come il Far West: trasporto di armi senza controlli e piani di sicurezza sul Canale", è quanto afferma la compagine politica Una Città in Comune, puntando il dito contro la scarsa trasparenza della Giunta Conti
Questo il comunicato integrale
Continua la nostra azione di denuncia sulla mancanza di trasparenza nella gestione del territorio da parte del Comune di Pisa e sulla complicità di fatto della Giunta Conti nella militarizzazione del nostro territorio, a partire da infrastrutture civili strategiche come il Canale dei Navicelli.
Nelle ultime settimane abbiamo sentito più volte ribadire l’importanza dello sviluppo economico del settore nautico e della strategicità delle vie d’acqua che portano al mare. L’attuale Presidente di Porth Authority, il leghista Del Seppia, ha addirittura affermato durante le commissioni consiliari che i vincoli e le regolamentazione del Parco MSRM potrebbero rappresentare un ostacolo per il potenziale sviluppo dell’area.
In questo quadro, dalle interrogazioni che abbiamo depositato un mese fa, è emersa una realtà ancora più critica: nei fatti la gestione del canale dei Navicelli è un vero e proprio Far West.
Non esiste infatti alcun piano di sicurezza relativo al trasporto di armamenti lungo il canale. Questo fatto, che abbiamo in generale sempre denunciato rispetto alla base americana Camp Darby, risulta ancora più grave visto che la competenza sul Canale è di una società partecipata al 100 per cento dal Comune di Pisa. Dalle risposte alla nostra interrogazione è emerso, infatti, che per utilizzare il canale è sufficiente comunicare il giorno, l’ora e le misure dell'imbarcazione del trasporto, senza alcun riferimento al materiale trasportato, con buona pace del controllo più volte richiamato dal Vicesindaco Latrofa.
In sostanza, la gestione della Port Authority fa acqua da tutte le parti. Nel Regolamento controllo navigazione della partecipata si legge che infatti esso ha “ lo scopo di garantire la sicura navigazione sul Canale dei Navicelli, a salvaguardarne l’ambiente naturale, favorendo le attività più congeniali al mantenimento dell’equilibrio fra le peculiarità ambientali”, ma adesso sappiamo che non è previsto alcun controllo su cosa viene trasportato lungo il canale stesso. Un fatto di assoluta gravità, se si pensa alle implicazioni che questo può avere nel caso del trasporto di armi.
E come se tutto questo non bastasse, non esiste alcuna convenzione tra Port Authority e la base militare di Camp Darby sulle modalità di utilizzo del canale. In più, durante le interlocuzioni per definire i lavori sul canale, la ex Navicelli si è vista addirittura rifiutare dal comando americano la richiesta che una “fascia di terreno, circa 20000 mq, ritorni al servizio del canale e alla gestione della società”(competente). Un’area equivalente a 3 campi da calcio di proprietà della Provincia e del Comune di Pisa, che a quanto pare sono disponibili a rinunciare silenziosamente alla propria sovranità territoriale, in nome del riconoscimento della difesa dell’area munizioni del più grande deposito bellico statunitense in Europa come priorità.
Si conferma così la piena sudditanza del Comune e della Port Authority al Governo degli Stati Uniti, che a partire dall’investimento milionario sul ponte girevole del Tombolo continua a trattare la zona costiera toscana come una sua colonia ad uso logistico militare. Sudditanza per altro in perfetta continuità con l’approccio tenuto anche dal centrosinistra, come dimostra in modo emblematico il suo assoluto silenzio di fronte al progetto di ampliamento di Camp Darby iniziato nel 2017, il primo passo di una presenza militare sempre più massiccia sul nostro territorio.
Infine, il processo in atto non appare giustificabile neanche in una logica di beneficio per il bilancio pubblico, ammesso e non concesso che questa possa essere una motivazione accettabile per un’operazione di questo tipo. Il progetto porterà infatti circa 100mila euro pagati alla Port Authority, in un quadro in cui sono già previsti circa 6 milioni di euro per garantire la navigabilità dei Navicelli nel Documento di monitoraggio del Piano regionale integrato infrastrutture e mobilità della Toscana del 2023.
Questa situazione è inaccettabile. L’amministrazione pisana deve innanzitutto intervenire con la massima urgenza sul Regolamento di navigazione della propria partecipata, definendo un piano di sicurezza e controllo in particolare per il trasporto di armi.
Ma questo non basta. Al tempo stesso è necessario interdire totalmente l’utilizzo di tutte infrastrutture di trasporto civili (incluse strade e ferrovie) che si trovano all’interno dei confini comunali, per il trasporto di qualsiasi tipo di materiale bellico. Si tratta di misure urgenti, necessarie e improcrastinabili, non solo per garantire la sicurezza della popolazione, ma per liberare il nostro territorio dalla guerra.