Valerio Lago e la bufala su Sandro Pertini

Politica
Cascina
Lunedì, 10 Ottobre 2016

Noi siamo i giornalisti cattivi con cui non si deve avere rapporti. E’ l’impressione che emerge dal mancato invio alla nostra redazione del comunicato  di Valerio Lago, Consigliere Comunale di FdI-Alleanza Nazionale, pubblicato da un giornale on line, a “difesa” del Capo Gabinetto della Sindaca di Cascina, Lorenzo Gasperini.

Non riportiamo il comunicato visto che non ci è pervenuto, ma lo abbiamo letto e su un passaggio non ci si può astenere dal precisare.

Nel tentativo di giustificare le dichiarazioni sulla “chiamata alle armi”, Valerio Lago riporta una frase che attribuisce al tanto amato Presidente della Repubblica, Sandro Pertini; “Quando un governo non fa ciò che vuole il popolova cacciato via anche con mazze e pietre”.

Al di là del fatto che un “nostalgico” del ventennio usi il partigiano Pertini per portare acqua al suo mulino, appare alquanto stonato. Ma sta di fatto che tale affermazione Sandro Pertini non l’ha mai pronunciata, è una bufala in cui è caduto anche il rappresentante della maggioranza in Consiglio Comunale.

Quando qualcuno chiamò alle armi i suoi “squadristi” abbiamo visto che cosa poi è accaduto. Nel caso, Sandro Pertini amava citare Voltaire nella difesa e nel rispetto del pensiero altrui, nel senso democratico più ampio, facendo però una specifica distinzione: “Il fascismo non può essere considerato una fede politica, è l’antitesi, è in contrasto con la politica intesa in senso democratico, opprime chi non la pensa come loro e come tale va combattuto.”

Ma sarebbe il caso di ricordare altre dichiarazioni del cecinese portavoce a Cascina: quella sulle donne che dovrebbero tornare a fare solo le mamme, le moglie, le sorelle e al massimo…. le amanti, oppure quella sulla non esistenza della specie umana ma differenziare tra “specie” maschile e “specie” femminile o sull’”infamità” di Garibaldi che però nel  giugno 1861, ricevette una lettera del Console statunitense ad Anversa che, come scrive  Scirocco, “autorizzato dal suo governo”  - e quindi da Lincoln - gli offre “un comando nelle armate nordiste” affermando che “migliaia di cittadini americani si glorierebbero di  mettersi agli ordini del Washington d’Italia”. La lettera è l’ennesima conferma dell’enorme  popolarità di Garibaldi nel mondo, ed in particolare nel continente americano, ove è vivissimo il ricordo delle battaglie da lui sostenute  per anni in Sudamerica per l’indipendenza del Rio Grande do Sul contro il Brasile e dell’Uruguay contro l’Argentina. (tratta dal sito internet dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, circostanza avvalorata dalla storiografia contemporanea).

Ma come, proprio quegli Stati Uniti tanto citati  sia da Gasperini che dalla Sindaca che chiedono all’”infame” Garibaldi di mettere a loro disposizione le sue capacità militari? C’è qualcosa che non quadra, forse un corto circuito?

luca.doni