Valori e Impegno Civico: "Cittadinanza onoraria al Milite Ignoto"
Iniziativa dela lista di opposizione in consiglio comunale a Cascina che chiede anche l'intitolazione di strade e piazze
Il Milite Ignoto eretto a cittadino onorario di Cascina. Con una nota i consiglieri di Valori e Impegno Civico sostengono il progetto del Gruppo medaglie d’oro al Valor militare e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Scrive Valori e Impegno Civico
In occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto i consiglieri Dario Rollo e Lorenzo Peluso del gruppo “Valori e Impegno Civico Dario Rollo” sostengono l’iniziativa del Gruppo medaglie d’oro al Valor militare e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ovvero la possibilità di conferire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, oltre all’intitolazione di vie o di piazze al fine di riconoscere in ogni luogo d’Italia la paternità di questo caduto.
“Quel soldato che da cent’anni è ignoto, diventerebbe il cittadino di tutta l’Italia. Quell’Italia che nei momenti di grande difficoltà come quello in cui viviamo a causa della pandemia, si unisce intorno a tutti quei simboli e valori che ne caratterizzano la propria storia per risollevarsi e rinascere” affermano i consiglieri comunali.
Tanti gli amministratori in tutta Italia, e di qualunque colore politico, ad aver aderito all’iniziativa. “Importante continuare a tener viva la memoria, trasmettendola alle future generazioni, di questo momento che, insieme al Tricolore e all'inno nazionale, costituisce uno dei simboli più identificativi e aggregativi della nostra Repubblica. Accogliendo di buon grado la proposta di Anci, la quale prevede la possibilità di conferimento al Milite Ignoto della cittadinanza onoraria, inizialmente soldato voluto come "di nessuno" e poi percepito come di tutti, abbiamo presentato una mozione per il prossimo consiglio comunale. Sarebbe auspicabile anche di intitolare una piazza, una via o un luogo pubblico allo stesso, al fine di far rimanere vivo il ricordo di quanto occorso ed in grado di promuovere l'educazione delle giovani generazioni al senso di appartenenza, al rispetto delle istituzioni e all'amor di Patria”.
Alla fine della Grande Guerra, ogni nazione volle onorare simbolicamente la memoria dei propri caduti ignoti attraverso un monumento eretto a ricordo del sacrificio di tali uomini “scomparsi” e che pur fecero la Storia dell’Europa del XX secolo. In Italia, fu il Colonnello Dohuet a suggerire, nell’agosto del 1920, la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon, l’edificio dedicato alla sepoltura dei reali d’Italia quasi a volerne dimostrare il pari prestigio e la pari nobiltà. La proposta fu accettata l’anno seguente, ma al posto del Pantheon per la sepoltura fu indicato l’Altare della Patria. Nell’ottobre del 1921 vennero scelte delle salme di soldati senza nome, provenienti da cimiteri di guerra o dai luoghi di battaglia dove i combattimenti erano stati più cruenti. Le bare furono trasferite nella Basilica di Aquileia. Qui, rivestite dalla bandiera tricolore, ne fu scelta una da Maria Bergamas di Gradisca d’Isonzo, madre di Antonio, soldato dell’esercito austro-ungarico che aveva abbandonato per unirsi all’esercito italiano col nome di Antonio Bontempelli. Antonio morì in combattimento sull’altopiano di Asiago, dove il suo corpo andò disperso. Questo rito compiuto da Maria, madre di un milite ignoto, l’ha trasformata nella madre simbolica di tutti i militi ignoti d’Italia. Il viaggio della bara, caricata su un carro ferroviario aperto, affinché la gente potesse renderle onore durante il suo viaggio verso Roma, fu scortata da reduci decorati con medaglia d’oro e durò dal 29 ottobre al 2 novembre 1921 attraversando molte città, che ebbero l’onore di omaggiare il milite ignoto. Da allora, il 4 novembre è una ricorrenza particolarmente legata alla storia ed alla cultura del nostro Paese.