Variante inglese del Covid-19: massima infettività, ma vaccini efficaci
Per l'infettivologo Francesco Menichetti la letalità del virus non aumenta
Londra nuovamente deserta per la variante del Covid-19, causa, almeno per quanto riportato dai media inglesi e internazionali, dell'altissimo numero di contagi in terra britannica. Secondo l'infettivologo Francesco Menichetti, i vaccini in circolazione dovrebbero restare efficaci, mentre il virus, anche se più aggressivo, non avrebbe aumentato la sua letalità.
Ieri pomeriggio, comunque, diffusasi la notizia, il ministro della salute Roberto Speranza aveva subito firmato una nuova ordinanza, indirizzata al blocco dei voli in partenza dalla Gran Bretagna direzione Italia:
"Ho firmato una nuova ordinanza - scrive Speranza intorno alle 16 di domenica 20 dicembre - che blocca i voli in partenza dalla Gran Bretagna e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato. Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione. La variante del Covid, da poco scoperta a Londra, è preoccupante e dovrà essere approfondita dai nostri scienziati. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza".
Sullo stesso argomento era poi intervenuto il professore Francesco Micheletti. Il primario del reparto di malattie infettive di Pisa, in poche righe pubblicate su Facebook, aveva scritto: "Variante virale UK: altamente trasmissibile, non maggiormente virulenta però. Vaccini efficaci: inducono anticorpi neutralizzanti verso molteplici epitopi della spike protein, ed anche immunita’ cellulare. Direi: speriamo (e, soprattutto) CONTINUIAMO A STUDIARE".
Quindi i vaccini in via di somministrazione sarebbero efficaci anche verso questa variante del virus, dimostratasi altamente infettiva. Il professore Micheletti, in un secondo post pubblicato alle 19 di domenica 20 dicembre, spiegava poi il il meccanismo con cui la variante inglese del Covid-19 agiva, ed insieme, sottolineava che la gravità della malattia restava invariata.
"GRAZIE AL PROF. ANTONIO CASCIO !!
Alla fine dello scorso febbraio è stata identificata una mutazione emergente di SARS-CoV-2, la D614G che interessa la glicoproteina spike. I pazienti infetti da SARSCoV-2 associato a D614G hanno maggiori probabilità di avere cariche virali più elevate nel tratto respiratorio superiore rispetto ai pazienti infettati da ceppi virali senza la mutazione, e sono molto più contagiosi; la gravità della malattia non è fortunatamente influenzata da tale mutazione.
È probabile che i vaccini SARS-CoV-2, tutti basati sulla variante D614 della proteina spike proteggeranno dalle varianti D614G del virus. La variante in corso di studio è definita da una serie di 23 mutazioni, una delle più significative è una mutazione N501Y nella proteina spike, che il virus utilizza per legarsi al recettore ACE2 umano. I cambiamenti in questa parte della proteina spike possono far diventare il virus più infettivo e diffusivo. Tuttavia, i vaccini in uso producono anticorpi contro molti epitopi della proteina spike, quindi è improbabile che un singolo cambiamento renda il vaccino meno efficace".