Vicopisano Plastic Free. Palmieri (FdI): "Ma solo a parole"
Il consigliere di minoranza attacca le "incongruenze" del Comune
Mario Palmieri, consigliere comunale della lista Vicopisano del Cambiamento, mette nel mirino l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Matteo Ferrucci, rea, a suo parere, di essersi fregiata del titolo di Comune Plastic Free, ma senza meritarlo veramente.
Sotto accusa: le bottigliette d'acqua usate nei consigli comunali, il distributore di bevande all'interno del palazzo comunale e la Festa Medievale, durante la quale - dice Palmieri - "si è continuato a distribuire acqua in bottigliette di plastica e a utilizzare stoviglie non biodegradabili".
► LEGGI ANCHE: Il Comune di Vicopisano è plastic free
Ha scritto Mario Palmieri.
Ha suscitato soddisfazione la notizia dell’ingresso del Comune di Vicopisano nel circuito " Plastic Free”, un riconoscimento importante che ne sancisce l’adesione ai principi di riduzione della plastica. Tuttavia i passi concreti verso un effettivo cambiamento sembrerebbero ancora lontani.
A mettere in luce alcune contraddizioni è il consigliere di minoranza Mario Palmieri, del gruppo “Vicopisano del Cambiamento”, che punta il dito contro diverse incongruenze in contrasto con la definizione stessa di “Plastic Free”.
Uno degli esempi più eclatanti, rileva Palmieri, riguarda la presenza di distributori automatici di bevande in bottigliette di plastica all’interno della casa comunale. Un paradosso evidente per un ente che dichiara di volersi impegnare nella riduzione della plastica. Basterebbe poco, suggerisce il consigliere, come l’installazione di un fontanello interno o di un erogatore di acqua potabile, per consentire a dipendenti e visitatori di riempire borracce riutilizzabili, senza dover ricorrere al rubinetto del bagno o uscire dall’edificio.
Il tema si ripresenta anche negli incontri istituzionali. Fino a poco tempo fa, l’acqua servita durante i Consigli Comunali veniva fornita in bottiglie di plastica. Soltanto dopo la segnalazione dell’opposizione, l’amministrazione ha smesso di acquistarle. Un gesto tardivo, secondo Palmieri, che lascia dubbi sulla reale volontà di adottare misure coerenti con il protocollo “Plastic Free”.
Un ulteriore elemento di critica riguarda la gestione dei grandi eventi, come la tradizionale Festa Medievale, che ogni anno attira numerosi visitatori. Nonostante Vicopisano avesse già intrapreso il percorso “Plastic Free”, durante la manifestazione si è continuato a distribuire acqua in bottigliette di plastica e a utilizzare stoviglie non biodegradabili. Eppure, sottolinea Palmieri, sarebbe stato possibile coinvolgere il gestore locale Acque S.p.A. o prevedere sistemi di erogazione pubblica, come accade in altre località. Inoltre, le posate e i piatti avrebbero potuto essere in materiale biodegradabile, come il Mater-B, invece di quelli in plastica.
“Non è mia intenzione – precisa il consigliere – criticare il lavoro dei volontari, che si dedicano con impegno gratuito all’organizzazione dell’evento. Ma il Comune, che ne concede il patrocinio, avrebbe dovuto quanto meno suggerire o persino imporre soluzioni in linea con il percorso Plastic Free”.
Resta infine inascoltata la proposta di promuovere maggiormente le “case dell’acqua” di San Giovanni alla Vena e di Uliveto Terme, incentivando i cittadini a rifornirsi d’acqua direttamente dai fontanelli. Secondo Palmieri, si potrebbe rendere gratuito almeno il prelievo di acqua naturale e aggiornare il sito del Comune con i dati delle analisi chimico-fisiche: “Sarebbe un modo per diffondere la cultura dell’acqua pubblica e ridurre ulteriormente l’utilizzo di bottiglie di plastica. Ma finora non è stato fatto nulla di quanto proposto”.
"Ci si interroga se l’attuale giunta creda veramente al 100% in questo percorso o se si tratti semplicemente di un annuncio di facciata, caratterizzato da azioni incomplete", conclude il consigliere. "I cittadini meritano interventi concreti: di proclami e riconoscimenti ne abbiamo già assistito a sufficienza. Ora è il momento dei fatti."
È bene ricordare, inoltre, che l’adesione all’associazione richiede anche un contributo economico di 1.000 euro, a carico della collettività.