Vigilanza notturna, esplode il caso Guardie di Città
Sugli obblighi fiscali: dichiarazioni false del Corpo Guardie di Città per il progetto di ronda armata della giunta Conti. Salta l'aggiudicazione del servizio
Gatta da pelare per il sindaco di Pisa Michele Conti che si trova a dover fronteggiare la mancata aggiudicazione del servizio di vigilanza notturna (uno dei cavalli di battaglia della giunta leghista) al Corpo Guardie di Pisa perché le stesse hanno presentato una dichiarazione mendace. A mettere in evidenza l’accaduto è il gruppo consiliare Diritti in Comune: «avevamo detto che il bando sui vigilantes armati privati alla stazione era un provvedimento inutile, propagandistico e che nulla aveva a che fare con lo stato di diritto e con il contrasto alla criminalità. Avevamo avvisato la Giunta comunale che il Ministero dell’Interno, con circolare del 16 dicembre 2019, aveva inequivocabilmente affermato che il controllo del territorio è prerogativa dello Stato e che gli Istituti di vigilanza privata non possono essere impiegati in questa attività. Avevamo denunciato lo sperpero di 40.000 euro delle casse comunali per far controllare, per un solo mese, fioriere, pensiline, fontane di piazza della stazione e l’esterno dell’ufficio della Polizia municipale in Galleria Gramsci. Avevamo segnalato che era anche oltremodo inopportuno procedere all’affidamento di un servizio armato mediante semplici richieste di offerta, invece che tramite una vera e propria gara d’appalto».
«Ma l'amministrazione comunale, prosegue Ciccio Auletta, capogruppo di Diritti in Comune, dopo che per ben due volte è stata costretta a rifare la procedura, con una gara lampo ha proceduto ugualmente a gennaio all’aggiudicazione provvisoria di questo servizio al Corpo Guardie di Città, la ditta che aveva presentato l’unica offerta dichiarata valida dopo che la platea di volta in volta era stata ristretta. Per rendere possibile l'operazione, a febbraio di quest’anno, la Giunta ha anche approvato in fretta e furia il prelevamento dal fondo di riserva delle risorse per finanziare il servizio, non avendo provveduto a stanziarle preventivamente nel bilancio. L’ostinazione della Giunta nell’aggiudicare la vigilanza armata nella zona stazione si è dovuta però arrestare di fronte alle gravi violazioni commesse dal Corpo Guardie di Città. Il suo legale rappresentante, infatti, all’atto della presentazione dell’offerta, ha dichiarato che la società era in regola con gli obblighi fiscali ma questo non era vero. Infatti dai controlli avviati dalla Commissione di gara, è emersa la non veridicità di tale dichiarazione a causa di violazioni tributarie accertate dall’Agenzia delle Entrate per importi superiori alle soglie previste dal Codice degli Appalti».
«La Commissione, spiega Auletta, nel prendere atto delle gravi violazioni, non ha potuto fare a meno di disporre la mancata aggiudicazione del servizio alla società, non essendo in regola con gli obblighi fiscali previsti dal comma 4 dell’articolo 80 del Codice degli Appalti ed ha predisposto gli atti per i necessari adempimenti previsti dalla normativa vigente: tra questi, riteniamo doverose la denuncia alla Procura della Repubblica per la mendace dichiarazione alla Pubblica Amministrazione e la segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione. Vogliamo sapere dall'amministrazione se ha proceduto in questa direzione e al contempo chiediamo che vengano fatte tutte le verifiche necessarie su tutti gli altri servizi affidati nell’ultimo periodo al Corpo Guardie di Città. E se questi affidamenti sono avvenuti sulla base di dichiarazioni regolari da parte della società».
«In ogni caso, è chiaro il fallimento dell'operazione di business sulla sicurezza, tentata in questo ultimo anno dalla giunta Conti. Le continue forzature procedurali e politiche sono state un boomerang per questa amministrazione. E’ ora di archiviare per sempre la ronda armata e utilizzare le risorse economiche e il tempo del personale comunale per i reali problemi della città, a partire dalla emergenza sociale ed economica, di cui stiamo intravedendo solo l'inizio», conclude Diritti in Comune.