Violenza sulle donne, fenomeno consolidato. A Pisa, nel 2016, una richiesta d'aiuto ogni 36 ore, dati in crescita anche nel 2017
Nel 2016, a Pisa, ogni 36 ore una donna ha chiesto aiuto per uscire da una situazione di violenza.
In vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne del prossimo 25 novembre (a Cascina sarà organizzato il presidio One Billion Rising), la Casa della Donna di Pisa ha presentato i dati relativi al 2016.
Delle 240 donne vittime di violenza, 203 sono state accolte dal Centro antiviolenza della Casa della donna e 37 dall’associazione Dim - Donne in movimento. Delle donne in difficoltà, accolte dalla Casa della donna di Pisa, il 78% è di nazionalità italiana, il 53% ha tra i 30 e i 49 anni, il 26,6% ha oltre 50 anni e il 17% tra 18 e 29 anni.
I numeri, impietosi, raccontano di un fenomeno consolidato nella società italiana, da non considerarsi alla stregua di un'emergenza, ma di una realtà fattuale con cui fare i conti.
A conferma di ciò, i dati sui primi sei mesi del 2017, che dimostrano il continuo aumento dei casi di violenza sulle donne. A Pisa, infatti, già 176 donne, hanno chiesto aiuto. Di queste 150 si sono rivolte alla Casa della donna e 26 a Donne in movimento (si tratta in gran parte di donne con un’età compresa tra 20-50 anni e di nazionalità italiana, ad eccezione delle donne accolte dall’associazione Dim che sono soprattutto di origine straniera provenienti dall’area del Maghreb e dall’Est Europa, arrivate all’associazione attraverso il pronto soccorso - Codice Rosa - o le forze dell’ordine).
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In linea con le indagini Istat, i dati raccolti dalla Casa della donna raccontano che la gran parte delle donne subisce violenza tra le mura di casa per mano del marito, del convivente o del partner: il 53,2% ha subito violenza fisica o violenza sessuale e quasi l’80% violenza psicologica. Sono donne che nel 43% dei casi lavorano, una su tre ha una laurea, il 40% ha conseguito un diploma di scuola superiore o ha frequentato un corso di formazione professionale. Il 40% proviene dalla provincia pisana e da fuori Pisa. Oltre il 58% ha figli.
"Collaboriamo con la Società della Salute area pisana - spiega Giovanna Zitiello coordinatrice del Cetro antiviolenza della Casa della donna - per costruire un sistema di accoglienza per le donne che subiscono violenza e per il loro percorso di uscita. La casa rifugio è un luogo essenziale, non di emergenza, ma in cui le donne possono davvero avviare un percorso di uscita dalla violenza. Molto resta da farsi circa l'allontanamento del maltrattante. La legge c'è, ma molto spesso è lenta. C’è bisogno che sia attuata più rapidamente per non recludere e far rischiare la vita alle donne".
Presenti alla conferenza stampa annuale promossa presso la Casa della donna di Pisa anche Ana Maria Mengue dell'associazione Donne in movimento, Desiree Olianas dell'associazione Nuovo maschile, Carlotta Monti della Rete educare alle differenze, Marilù Chiofalo assessora alle Pari opportunità e politiche educative del Comune di Pisa.
"Gli uomini possono rivolgersi a Nuovo Maschile gratuitamente via telefono - spiega Desiree Olianas - poi, valutato il caso, sono inseriti in gruppi che puntano all'aumento della consapevolezza della possibilità di relazioni non violente e aggressive. Nel 2016 abbiamo accolto 18 uomini, di questi, 10 hanno chiesto aiuto spontaneamente (dietro pressione delle compagne), 8 sono stati inviati dalle istituzioni" Tutti sono italiani e padri di famiglia. Da questo deduciamo che nei nuclei famialiri di questi uomini, anche se non c’è violenza diretta su minore, esiste qualla assistita (ovvero vista dai minori)".
Tante su Pisa le azioni intraprese per cercare di arginare e ridurre un fenomeno in continua espansione.
"Un fenomeno che cambia pelle e forma, ma rimane - conclude l'assessora Marilù Chiofalo -. Alla base di questo, l’incapacità da parte di alcuni uomini di vivere felicemente una relazione d’amore, come quella di accogliere la differenza della donna che hanno vicino. L’esperienza maturata in città su questi temi, grazie all’apporto delle associazioni, ha determinato l'elevazione di Pisa a livello nazionale. La nostra città, infatti, è stata inserita nella cabina di regia per il monitoraggio del piano nazionale antiviolenza".
Pisa quindi può contare su un efficace e articolato sistema di monitoraggio e attacco alla violenza sulle donne che tocca svariati piani della società cittadina.
"Quello educativo/scolastico - continua Chiofalo- quello delle azioni di tipo culturale, e quello dei percorsi di uscita dalla violenza (finanziato con 200 mila euro annui)"
Ma chi sono gli uomini che commettono violenza? Secondo i dati raccolti dal Centro antiviolenza della Casa della donna si tratta di uomini spesso ‘insospettabili’ che lavorano e sono istruiti: il 53% ha un lavoro, il 62% ha un diploma, una laurea o una formazione professionale, il 74% è di origine italiana e il 52,7% è senza dipendenze, precedenti penali, problemi psichiatrici. La gran parte ha un’età tra 30 e 49 anni (53%), è coniugato o convivente (60%) e nel 73% dei casi è partner o ex partner della donna maltrattata.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre, la Casa della donna ha organizzato un fitto calendario di eventi.
Il programma “#Quellavoltache abbiamo detto basta!”, disponibile online sul sito www.casadonnapisa.it, si inaugura venerdì 10 novembre alle ore 16, presso la sede della Casa della donna in via Galli Tassi 8, con la presentazione del volume “La violenza contro le donne nella storia”, il primo in Italia ad occuparsi della violenza di genere in una prospettiva storica. E poi sabato 18 novembre l’incontro dedicato alla riscoperta della vita e dell’opera di Sibilla Aleramo, mercoledì 29 novembre l’incontro con l’attivista afgana Selay Ghaffar e sabato 2 dicembre la presentazione del libro “Libere tutte. Dall’aborto al velo, le donne del nuovo millennio”.