Violenze in famiglia, in manette un 50enne
Prima le minacce verbali, poi la violenza fisica, dopo la denuncia della donna sono scattate le manette
La Polizia di Stato di Pisa ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino marocchino 50enne, da tempo residente a Pisa, per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravato e di lesioni personali. L’ uomo, a seguito di una denuncia presentata dalla moglie e grazie ai solidi riscontri probatori forniti alla Procura della Repubblica dalle indagini della Sezione Reati contro la persona della Squadra Mobile, è accusato di aver reiteratamente e pesantemente maltrattato la moglie, anche lei del Marocco di qualche anno più giovane, e le figlie minori nate a Pisa.
I maltrattamenti, riferibili a intemperanze verbali ma anche minacce di morte brandendo un coltello e minacciando la donna di buttarla dal balcone, erano iniziati almeno due anni fa, a causa soprattutto del vizio del bere cui è dedito l’ uomo, peraltro disoccupato mentre è la moglie l’unica a sostenere la famiglia con il proprio lavoro. Dalle minacce verbali sporadiche, ad esempio obbligando l’intero nucleo familiare ad ascoltare i propri eccessi, peraltro senza senso logico, quando l’uomo rientrava a casa in preda ai fumi dell’alcol, il 50enne è passato a veri e propri maltrattamenti, culminati in un episodio di inizio dicembre quando è arrivato a percuotere la moglie, cagionandole un trauma facciale e costringendola a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, con una settimana di prognosi di referto medico.
A questo punto la donna si è convinta a che l’unica via possibile fosse denunciare l’uomo e così si è rivolta ad una associazione cittadina che tutela le vittime di violenza, che l’ha indirizzata a sporgere denuncia alla Polizia; in Questura si è liberata del peso che portava e ha sottoscritto un dettagliato verbale compendiante tutte le sofferenze di cui era stata vittima, e a cui troppo di frequente avevano assistito i figli minori. I poliziotti della Squadra Mobile, ottenuta l’ordinanza del GIP presso il Tribunale, lo hanno cercato in tutti i luoghi da lui frequentati, fino a rintracciarlo in un bar a Collesalvetti e portarlo in Questura, da dove dopo la notifica degli atti è stato accompagnato in carcere.