Zucchi (Unipi) risponde alla presidente dell’Unione delle comunità ebraiche. "Travisata la mia posizione"
Il rettore: "L’università è un luogo aperto alla libera e pacifica espressione delle opinioni". Pubblicato il documento del Senato Accademico
Ha scritto Riccardo Zucchi, rettore dell'Università di Pisa.
Cara Presidente,
Ho letto la sua lettera del 12 marzo, e temo che Lei abbia travisato la mia posizione e in generale il senso del dibattito che si sta sviluppando nell’Università di Pisa.
Dopo gli eventi del 23 febbraio, in cui nella nostra città manifestazioni studentesche sono state interrotte con l’uso della forza, abbiamo sentito il bisogno di dimostrare che l’università è un luogo aperto alla libera e pacifica espressione delle opinioni. Per tale ragione nella cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico è stato offerto uno spazio a tutti i gruppi studenteschi che su varie questioni avevano presentato mozioni che sarebbero state discusse in una riunione straordinaria del Senato Accademico già programmata per il 14 marzo. Un gruppo ha accettato l’invito e un suo rappresentante, designato dal gruppo stesso, ha effettuato l’intervento a cui Lei fa riferimento. Altri gruppi non hanno manifestato interesse. Questa presentazione non era l’occasione per un dibattito o per un contraddittorio, rimandato al Senato Accademico straordinario, per il quale qualunque altro membro della nostra comunità accademica avrebbe potuto presentare ulteriori mozioni.
Così è accaduto, e una collega ha presentato una mozione a nome di alcuni docenti e studenti appartenenti alla comunità ebraica. La discussione delle mozioni è stata molto ampia e si è svolta in un clima costruttivo, dimostrando, a mio parere, che è possibile sviluppare un confronto civile su argomenti complessi e divisivi anche da parte di persone che hanno storie personali e opinioni molto diverse. La mozione finale approvata dal Senato è allegata alla presente.
Nella mozione potrà trovare risposta alle preoccupazioni che mi ha segnalato. Mi riferisco al rifiuto del boicottaggio, e alla necessità di mantenere le collaborazioni didattiche e scientifiche con le istituzioni accademiche e scientifiche dello Stato di Israele. Mi riferisco anche all’impegno a tutelare tutti i membri della nostra comunità, siano essi di origine israeliana, ebraica, palestinese e di ogni altra etnia o religione. Abbiamo ribadito l’impegno a promuovere iniziative volte a creare un ambiente in cui ciascuno si possa sentire al sicuro e si identifichi in un terreno condiviso di rispetto dei diritti e dei valori umani fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita, unico possibile punto di partenza per ogni tentativo di ricomposizione.
Mi permetto poi di puntualizzare che la condanna della strage in corso a Gaza e in generale le critiche a specifici atti dell’attuale Governo di Israele non possono essere considerati come atti di antisemitismo, o come mancanza di rispetto per la comunità ebraica. Credo anche che nell’attuale situazione la priorità assoluta sia l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il libero accesso agli aiuti umanitari, nell’auspicio di una soluzione definitiva che, nel rispetto del diritto internazionale, garantisca la pacifica convivenza di tutti i popoli della regione.
Non esiste quindi alcuna volontà di rinnegare lo spirito della cerimonia del settembre 2018, tanto più che ho recentemente aderito alla proposta di ricostituire, assieme alle altre istituzioni universitarie pisane, il Comitato San Rossore 1938, con il compito di proseguire in questa linea di attività.
Resto comunque a disposizione per ulteriori interlocuzioni che Lei e l’UCEI vorrete eventualmente intraprendere.
Il Senato Accademico,
Manifesta il proprio dolore per i numerosi conflitti in atto in diverse parti del mondo e le enormi sofferenze che producono nelle popolazioni civili coinvolte.
Ribadisce lo sdegno e lo sconforto, sia per la strage dei civili israeliani del 7 ottobre 2023, sia per la strage dei civili palestinesi attualmente in atto a Gaza, che hanno suscitato e suscitano orrore in tutta la nostra comunità.
Unisce ancora una volta la propria a tutte le voci che chiedono l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il libero accesso agli aiuti umanitari, auspicando una soluzione definitiva che, nel rispetto del diritto internazionale, garantisca la pacifica convivenza di tutti i popoli della regione.
Fa propria la sollecitazione a fare ricerca e costruire un sapere critico sull’attuale situazione israelo-palestinese, valorizzando anche le molte competenze specifiche presenti nell’Ateneo: far conoscere la cultura ebraica e palestinese è un obiettivo condiviso che rientra nelle funzioni istituzionali della nostra università.
Si impegna a promuovere lo sviluppo di collaborazioni con istituzioni scolastiche e universitarie palestinesi, la cui difficile sopravvivenza è ulteriormente messa a rischio dai recenti tragici eventi, e dichiara la sua disponibilità a partecipare a iniziative volte ad allestire corridoi umanitari e ad accogliere studenti e studiosi provenienti dalle zone coinvolte nei tragici eventi sopra citati.
Sottolinea che le critiche a specifici atti del Governo di Israele non possono essere classificate a priori come atti di antisemitismo e incoraggia ad avviare un’analisi del significato storico e concettuale delle diverse definizioni di antisemitismo (IHRA e JDA), i cui risultati saranno discussi in una prossima riunione del Senato Accademico.
Non aderisce a iniziative di boicottaggio, che appaiono in contrasto con la missione dell’università di promuovere il dialogo e di aprire ponti fra culture diverse. Ricorda che gli accordi con università di altri paesi sono e saranno gestiti con la massima trasparenza.
Conferma l’apertura a discussioni, manifestazioni e confronti che diano spazio a tutte le opinioni in un dibattito libero e pacifico, che rifugga da ogni forma di violenza e di disumanizzazione dell’altro. Ribadisce che studenti e studentesse di origine israeliana, ebraica, palestinese e di ogni altra etnia o religione sono parte a pieno titolo della comunità universitaria pisana e si impegna a promuovere iniziative volte a creare un ambiente in cui ciascuno si possa sentire al sicuro e a identificare un terreno condiviso di rispetto dei diritti e dei valori umani fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita, unico possibile punto di partenza per ogni tentativo di ricomposizione.