L'Arena abbraccia i suoi gladiatori
Il boato più grande arriva quando Marco Guidi, lo speaker di Punto Radio e dell'Arena, chiama al centro della scena Rino Gattuso. In quel preciso instante, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, si è capito una volta per tutte da che parte sta la gente del Pisa. Gattuso da gran signore ha ringraziato Petroni e Terravision, per loro e il presidente Gravina gli unici fischi della serata, incurante che poco prima un comunicato dello stesso Petroni (leggi) lo definiva "un incolto squilibrato".
La festa nerazzurra inizia alle 20:30 precise, oltre 10.000 innamorati del Pisa prendono posto sugli spalti, manco debba arrivare una sfida da tre punti che valgono una stagione. Uno per uno i ragazzi salgono la scaletta degli spogliatoi, unico assente David Forgacs, impegnato con gli esami di maturità. Gli applausi più grandi sono per Varela, capocannoniere di questo Pisa, per Cani mattatore nei playoffs, per Eusepi autore del goal che ha certificato la promozione e, il più grande di tutti, per Daniele Mannini, cuore di Pisa, 38 ani dopo il padre Alessandro, in famiglia si festeggia un altra promozione in nerazzurro. Una menzione speciale per Andrea Lisuzzo. Anche per lui l'urlo dell'Arena è assordante, uno stadio in piedi ad invocare il suo nome: alzi la mano chi 10 mesi fa avrebbe solo immaginato un epilogo del genere per "il Sindaco".
Arriva poi il momento dello staff tecnico e amministrativo ed epilogo con Mister Gattuso, che conferma quanto detto negl'ultimi giorni: "se Petroni esce di scena io continuo con il Pisa".
La serata allo stadio si conclude con i palloncini nerazzurri che volano in cielo, i fuochi d'artificio anticipati rispetto a San Ranieri e tutta la squadra sotto la Nord a cantare, ballare e Gattuso in testa, a bruciare lo striscione "Mai una gioia". Dopo questa sera è il turno degl'altri di esporlo nei loro stadi. All'Arena oggi a la gioia era di casa e nessuno poteva scalfirla, neanche il più intempestivo dei comunicati stampa.
Usciti dallo stadio la torcida si è spostata per le vie del centro. Squadra e trofeo sono sliti sul bus scoperto e si sono offerti alla città, per un abbraccio che sembra essere infinito